Home Cultura A trent’anni esatti il Trasporto 2016 ricorda la sfiorata tragedia nel 1986
A trent’anni esatti il Trasporto 2016 ricorda la sfiorata tragedia nel 1986

A trent’anni esatti il Trasporto 2016 ricorda la sfiorata tragedia nel 1986

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Si è già annunciato come un Trasporto eccezionale, ricorrendo nell’anno giubilare,  con l’allungamento del percorso di quattrocento metri che vedrà arrivare la macchina fino al Sacrario, e con il corpo della Santa che, in via straordinaria, uscirà dal santuario,  per essere portato in processione fino al duomo dove resterà custodito fino al due settembre.\r\n\r\nMa quello di quest’anno sarà anche il Trasporto che ricorderà un evento che ha rischiato di segnare per sempre questa straordinaria tradizione e che invece è restato nella memoria a testimoniare  che  i miracoli esistono davvero. Era il 1986, sfilava Armonia Celeste di Roberto Joppolo. Una macchina pesante, troppo pesante, che proprio nell’ultimo, e più faticoso, tratto, quello della salita che porta al santuario, fu sul punto di cadere, piegandosi prima sulla destra poi sulla sinistra, sfiorando la tragedia. Il ricordo di quella notte è ancora vivo nella mente dell’attuale presidente del Sodalizio dei facchini, Massimo Mecarini, a quel tempo ciuffo: “ricordo una sensazione di grande pericolo – racconta – la macchina era piegata e noi eravamo finiti in ginocchio”. Fu solo la presenza dei telescopi di acciaio, congegni di emergenza posti sotto la macchina, che forse scongiurarono il crollo, poggiandosi a terra e danneggiandosi fortemente. Furono sufficienti, però, ad arrestare la rapida caduta verso il basso della costruzione. La folla visse attimi di vero terrore, attanagliata dal panico, ci furono persone in stato di choc e facchini che riportarono lividi e contusioni. Ma il popolo di Rosa riuscì comunque a salvarsi da una tragedia che sembrava oramai per compiersi. La macchina fu rimessa in piedi e trasportata fino al santuario, tappa finale del percorso. All’epoca la guida della macchina non era affidata al capo facchino, ma al costruttore. Fu Socrate Sensi, quindi, a trovarsi faccia a faccia,  quella sera, con una situazione a dir poco agghiacciante, senza avere, purtroppo, l’esperienza di un vero facchino. Ma, fortunatamente, il peggio fu scongiurato.\r\n\r\nCon il Trasporto di quest’anno, a trent’anni esatti da quella fatidica notte, il Sodalizio ha deciso di ricordare questo evento, che solo la fede, il coraggio e la determinazione dei facchini, hanno trasformato in una pagina di storia da rivivere senza dolore e con il segreto e rassicurante pensiero che da lassù la santa patrona abbia veramente voluto proteggere i suoi figli.\r\n\r\nQuell’evento segnò comunque una svolta nella tradizione del trasporto. A partire dal 1987, infatti, la guida della macchina fu affidata al Sodalizio e non più al costruttore. Furono introdotti altri accorgimenti finalizzati a migliorare la sicurezza. Uno di questi è stato l’introduzione di un limite di altezza. L’altro: la pesatura, che prima veniva fatta in modo forse un po’ approssimativo.\r\n\r\nSempre nell’ottica di ridurre a zero il rischio connesso al Trasporto va inquadrata la decisione di tornare a provare, dall’anno scorso, il traliccio sull’effettivo percorso come si faceva fino al 1968, e non più al Poggino.  “Solo così”, ha detto Mecarini, promotore dell’idea, “possiamo avere una risposta esatta al 100% di quale sarà il comportamento della macchina il tre settembre quando sarà sulle spalle dei facchini”.\r\n\r\nQuello di quest’anno sarà anche il Trasporto dedicato a Nadia Benedetti, l’imprenditrice viterbese uccisa a Dacca, in Bangladesh, da un commando di terroristi. Un macabro avvenimento che, contrariamente a quanto avvenuto nel 1986, ha purtroppo conosciuto il finale più tragico che si potesse immaginare.\r\n\r\n \r\n\r\nTiziana Mancinelli\r\n\r\n 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.