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Centinaio: nel centrodestra c’è ancora chi pensa di essere il padrone

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Uno schiaffone al Partito Democratico: non ha dubbi il capogruppo della Lega al Senato, Gianmarco Centinaio, ospite di Giovanni Masotti a Caffeina Polis ieri, 28 giugno 2016, nella Sala Regia di Palazzo dei Priori.\r\n\r\n“I cittadini hanno voluto dare un segnale di cambiamento”, dice, “Giachetti sperava di vincere, ma i sondaggi erano chiari, avrebbe vinto Virginia Raggi. A Torino, invece, non avrei scommesso un euro sulla candidata del Movimento Cinque Stelle”, continua, “Fassino ha governato ed è stato un buon sindaco”.\r\n\r\nNon è un bel momento per il Partito Democratico, che potrebbe aver visto innescarsi  un’inversione di tendenza sul suo gradimento, soprattutto a causa dei mal di pancia ingenerati dall’attività di governo di Matteo Renzi.\r\n\r\n“Sintomatico”, dice Centinaio, “che i sindaci al ballottaggio non abbiano voluto la presenza del premier”. “Qualcosa è cambiato”, sostiene, “nella rossa Emilia e anche in Toscana questo turno elettorale ha portato aria nuova”.\r\n\r\nRiguardo all’escalation del Movimento Cinque Stelle, Centinaio ha la sua teoria: “ gli italiani volevano cambiare e hanno scelto persone nuove, chi non c’è mai stato. Io stesso ho sentito molti elettori dire che li avevano provati tutti oramai e nessuno aveva mantenuto le promesse, così avevano scelto personaggi nuovi per vedere cosa facevano. È una situazione che conosco, è capitata anche a noi nel 1993 quando a Pavia, una città comunista, la Lega prese il 46 per cento dei voti al primo turno. Dopo ventisei anni rivedo quell’atteggiamento, quella voglia di cambiare, nell’elettore. Verso il Movimento Cinque Stelle ci sono grosse aspettative e questo non è un bene. Quando la gente non si aspetta nulla da te è più disponibile a perdonarti se fai qualche errore. Ma se da te si aspetta molto, sarà spietata se sbagli”. “Ai tempi di Bossi ci votavano perché al Nord eravamo quelli che potevano cambiare le cose”, prosegue, “poi le indagini sulla Lega, proprio quella che puntava il dito contro Roma ladrona e  tangentopoli, ci hanno fatto vedere dall’elettorato ancor peggio di tutti gli altri. A quel punto abbiamo avuto il coraggio di cambiare pelle, passare da Bossi a Maroni, e riacquistare un’immagine pulita, seria, quasi austera oserei dire. In questo modo ci siamo salvati, quando rischiavamo di scomparire”.\r\n\r\nA proposito della disfatta romana Centinaio critica il centrodestra senza peli sulla lingua e, anzi, togliendosi qualche sassolino dalle scarpe:  “il centrodestra a Roma si merita la fine che ha fatto”, dice, “tutti gli interlocutori che lo formano possiedono al loro interno un pezzettino di Alleanza Nazionale, ce l’ha Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi con Salvini, perfino Marchini, che ha un pezzo di D’Alema, è stato sostenuto da Augello, un esponente di Alleanza Nazionale. E tutti questi pezzettini non dialogano tra loro, non si vogliono parlare per colpa di vecchi rancori. Con questa situazione sono contento di avere perso le elezioni”, prosegue, “e sono felice che il centrodestra romano abbia fatto questa fine, perché era quella che si meritava, non è stato capace di andare oltre i vecchi attriti e dunque è giusto che sia finito così. Nel momento in cui mi proponi Rita della Chiesa o Lotito”, continua, “significa che non vuoi trovare nessun nome su cui convergere tutti insieme”. Il  centrodestra è un problema solo a Roma e non sul territorio nazionale dove, in occasione di queste elezioni, siamo riusciti a salvare e a portare avanti l’unità delle nostre forze. Ma non puoi propormi Marchini che non prende nemmeno i voti del suo condominio come figura politica da contrapporre a Renzi e ai Cinque stelle”.\r\n\r\nUna punzecchiata a Forza Italia nemmeno tanto velata da parte di  Centinaio che insiste: “C’è ancora chi pensa di avere il trenta per cento dei voti e che tutti debbano stare sotto di lui. Chi sta impedendo il rilancio del centrodestra sono le persone, c’è chi ancora pensa di essere il padrone. Ma ormai i partiti di centrodestra hanno quasi tutti le stesse percentuali. Non puoi dire io rappresento i moderati. Abbandoniamo i personalismi, sediamoci intorno a un tavolo e ragioniamo di contenuti. All’interno del centrodestra c’è chi è euroscettico e chi è Merkel dipendente. Io credo, però, che possiamo coesistere. Ricordiamoci che hanno convissuto due idee diverse di Italia, quella di Fini, che voleva un paese unito, e quella di Bossi, secondo il quale sotto l’Umbria non c’era più nulla. Cerchiamo, quindi, di trovare una sintonia poi si vedrà chi sarà il frontman che affronterà le due corazzate Movimento cinque stelle e  Partito democratico. Però ricordiamoci anche di essere coerenti”, dice Centinaio rivolto, sempre meno velatamente, all’area forzista: “non si può dire di essere contro il Pd e poi andare in aiuto al governo Letta, dopo un po’ a quello di Renzi, prima con Alfano, poi con Verdini. Devono capire che hanno preso i voti degli elettori del centrodestra, per cui devono rispettare il mandato che hanno ricevuto”.\r\n\r\nE  sull’immigrazione: “Salvini dice che chi scappa dalla guerra ha diritto ad essere aiutato”, commenta Centinaio, “ma dobbiamo identificare velocemente chi sbarca per capire chi ha i diritti dei rifugiati e chi no”. “E invece li teniamo in albergo per un anno con il rischio che se fanno ricorso per restare passa un altro anno. La nostra proposta è di individuarli e rimandare indietro chi non ha lo status di rifugiato. Io devo essere come un buon padre di famiglia che sfama prima i suoi figli poi, se avanza dell’altro, pensa anche agli altri. È questa la nostra visione. La Lega si vuole occupare prioritariamente degli italiani, se poi c’è possibilità penseremo agli stranieri. Nemmeno san Martino ha donato tutto il mantello, ma solo la metà, altrimenti sarebbe morto di freddo. Tre miliardi e trecento milioni di euro in bilancio per l’ accoglienza sono troppi. Siamo arrivati all’inverosimile che alcuni immigrati mettono a ferro a fuoco tutto perché l’insalata di riso è fredda. Vogliono il telefonino di ultima generazione. Ma io conosco molti italiani che nemmeno ce l’hanno un cellulare”.\r\n\r\nSul referendum costituzionale Centinaio non fa sconti a Renzi: “per lui sarà un autunno infernale”, dice, “ha fatto un grande errore a far passare l’appuntamento referendario come un test su di lui, ora la gente non voterà per la Costituzione, ma per mandarlo a casa. Subito dopo che Renzi ha detto che si sarebbe dimesso se la  riforma fosse stata bocciata, si è vertiginosamente allargato il fronte del no al quesito referendario. E Renzi non potrà non mantenere una promessa fatta  in Parlamento, un luogo sacro”.\r\n\r\nTra gli intervenuti all’incontro con Gianmarco Centinaio il coordinatore regionale della Lega, Umberto Fusco, ed Enrico Maria Contardo.\r\n\r\n \r\n\r\nTiziana Mancinelli\r\n\r\n \r\n\r\n(foto: da sinistra Gianmarco Centinaio, Umberto Fusco, Enrico Maria Contardo)\r\n\r\n \r\n\r\n 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.