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Chiara Frontini: “Amministrazione Michelini senza carattere”

Chiara Frontini: “Amministrazione Michelini senza carattere”

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Alla guida della città: la “chiarezza” innanzitutto. Lo sostiene la responsabile del Movimento Viterbo 2020. E questa volta si può dire che il nome è tutto un programma: “Chiara”, appunto, Frontini. Dalla sua posizione di consigliere comunale di opposizione, ritiene che tra le pecche maggiori dell’amministrazione Michelini ci sia proprio la mancanza di una politica chiara e ben definita, cosa che, invece, gli elettori troveranno, sostiene Frontini, nel suo  “programma”. “Abbiamo già individuato tre priorità – dice – e all’interno di esse dei progetti, per ognuno di essi diremo come li realizzeremo, quanto ci costeranno e dove prenderemo i soldi. I cittadini devono sapere cosa faremo fin d’ora”.

 

Cosa è mancato alla città in questi cinque anni?

Questa città ha risentito negli ultimi 5 anni in modo particolare, ma anche da prima, di una guida e di una personalità politica forte. Negli ultimi 10 anni non c’è stata. Siamo stati sotto scacco di guerre tra bande, ognuna con il suo capo pollaio, che non sono riuscite a dare una guida univoca alla città. Ognuno fa come gli pare, dentro e fuori il centro storico. Ciò che ci distingue da tutto ciò è un metodo diverso: proponiamo linee chiare, per cui da sei mesi prima delle elezioni comunali stiamo già dicendo alla città quali sono le nostre tre priorità, e all’interno di esse i progetti che porteremo avanti, specificando come li realizzeremo, quanto ci costeranno e dove prenderemo i soldi.  Le persone devono sapere cosa faremo, se decideranno di darci fiducia. Tre punti e 15 progetti che, cascasse il mondo, realizzeremo. La città ha bisogno di una guida chiara e noi siamo pronti a raccogliere la sfida.

 

Quali sono le criticità maggiori della città?

In questo momento la sicurezza. Stanno accadendo dei fatti (Incendi di auto e autocarri ndr) sui quali ho notato un silenzio di tomba da parte di tutta la politica viterbese. Questo un po’ mi preoccupa. È necessario che il sindaco assuma una posizione ferma di fronte alla città, che esprima il fatto che qui per certe cose non c’è spazio. È opportuno che se ne parli con la massima trasparenza, che si coinvolga il Comitato di ordine e sicurezza pubblica e tutti gli altri organi competenti. Il consiglio deve essere informato. Questo problema non sta avendo l’’attenzione che dovrebbe avere dalla politica. Se ambisci a diventare una forza di maggioranza e governare la città, ti devi occupare di questi temi. Il sindaco deve sicuramente assumere un ruolo più incisivo e determinante anche nell’ambito dell’ordine e della sicurezza pubblica. Per sicurezza, poi, non intendo solo quella urbana, ma più in generale il decoro della città che versa in uno stato di abbandono completo. E questo ricade sulla raccolta differenziata, sul trasporto pubblico, sulle buche, sul centro storico.  C’è una totale assenza di attenzione alla quotidianità. Dalla percezione di una città abbandonata a sé stessa, nasce il nostro primo punto del programma per la  riqualificazione.

 

Quali sono i punti a favore e quali quelli a sfavore dell’amministrazione Michelini?

Trovare punti a favore, mi risulta onestamente molto difficile. Per quanto riguarda quelli a sfavore c’è sicuramente una totale assenza di una guida politica. Non c’è nessun indirizzo chiaro. E di questo ne risentono senza dubbio gli uffici comunali. All’interno di essi si  percepisce un’anarchia totale. Non ci sono idee chiare di cosa fare il primo anno e cosa negli anni successivi. Non dimentichiamo che Leonardo Michelini, come sindaco, è venuto a presentare le linee programmatiche del suo governo in consiglio comunale con tre mesi di ritardo.  Fin dall’inizio, pertanto,  non c’erano idee chiare su cosa volessero fare. Sono andati avanti per interventini spot. Il governo finanzia le periferie, e loro vanno su questo. Rincorrono le opportunità man a mano che vengono fuori. Non c’è stata una maggioranza che abbia condiviso in modo convinto almeno i punti centrali del programma. Non si può essere sempre d’accordo su tutto, ma una maggioranza lo deve essere almeno su quei punti che fanno il carattere della sua amministrazione.  Questa è un’amministrazione sena carattere. In ciò noi ci distinguiamo da loro:  tutti quelli che si candideranno con noi e nelle liste a sostegno, dovranno essere d’accordo con i tre punti che sono le nostre priorità e con i quindici progetti individuati all’interno di esse.

 

È mancata la manutenzione sulle strade in questi cinque anni?

Sì, è mancata la manutenzione, la programmazione e anche un’idea delle priorità. Sono arrivati adesso a tappare le buche alla Capretta, ma sono 4 anni che è un disastro. Un programma politico che vuole essere credibile, non può dire tapperemo tutte le buche delle strade, perché poi bisogna fare i conti con i bilanci. Possiamo però fare in modo che i lavori siano ben fatti, spendendo magari un po’ di più e facendo un controllo severo sulla qualità, in modo tale che una volta tappata una buca, non sia necessario tornarci dopo poco tempo per ricoprirla di nuovo con evidente spreco di soldi. Nel nostro programma abbiamo previsto lo sportello alle piccole cose per avere un costante contatto con il cittadino. Il Comune non può stare ovunque. Il cittadino in tal caso è fondamentale per segnalare le priorità. Con questa amministrazione è mancato il dialogo con la cittadinanza. I risultati si vedono. Prendiamo, come esempio, la differenziata: fa acqua da tutte le parti. Non hanno informato, non hanno condiviso, non hanno coinvolto le associazioni ambientaliste che potevano aiutare, spiegando alle persone anziane, agli immigrati, le modalità della raccolta. San Faustino è in uno stato pietoso. E anche tante altre realtà. Fermo restando che ci sono delle pecche originarie nel contratto.

 

Viterbo 2020 ha una linea tutta sua.

La nostra è una lista civica vera. Qui vengono persone provenienti da diverse estrazioni culturali, accomunate da un unico valore che è l’amore spassionato per la città. La gente viene da noi e mette a disposizione le proprie competenze, il proprio tempo, le proprie energie, i propri soldi. E lo fa perché ci crede. Noi abbiamo un progetto concreto per la città che va al di là delle ideologie di centrodestra e di centrosinistra. Per noi conta il valore delle persone, fatto a sua volta dalle loro competenze, dal tempo che mettono a disposizione, non da come la pensano. Nel nostro programma non c’ è niente di ideologico, ma molto di concreto.

 

Dopo 20 anni il centrodestra ha perso il comune di Viterbo. Che errori ha fatto?

Voglio coinvolgere i cittadini sul nostro lavoro, non voglio valutare gli altri. Credo che nel centrodestra, ma anche nel centrosinistra, non siano stati capaci di rinnovarsi e di rigenerarsi. Mi rendo conto, a volte, anche in consiglio, dove ci si confronta con le altre forze politiche, che siamo su piani diversi. Noi  siamo proiettati fuori, passiamo l’80 per cento del nostro tempo tra le persone. Tante meline, tanti tempi morti, non ci appartengono. Il centrodestra e il centrosinistra non sono più sintonizzati su quello che chiedono le persone. C’è una mancanza di rinnovamento di mentalità. Quello che penso che piaccia di più di Viterbo 2020 è il metodo. Noi stiamo in mezzo alle  persone.  Se c’è un problema le prendiamo  sotto braccio e cerchiamo di risolverlo.

 

Come si risolve tutto questo nel vostro programma?

Il nostro programma si basa su tre punti molti chiari. Il primo riguarda la  riqualificazione della città. All’interno ci sono 5 progetti sulla raccolta differenziata, l’innovazione tecnologica, le strade e altro.  Il secondo punto riguarda il turismo, quale unico, possibile, motore di sviluppo economico della città, con il quale pensiamo di creare 1100 posti di lavoro. Non è il solito slogan. Li abbiamo veramente calcolati e dedotti con una stima, peraltro, al ribasso, perché vogliamo essere prudenti. Dovremo lavorare sul brand della città, sapere cosa comunicare a livello turistico e lavorare sulla rete. “Il cuore della Tuscia” è il progetto con cui Viterbo dovrà riprendere il proprio ruolo di Comune capoluogo di provincia ed essere in grado di fare da traino rispetto a tutte le perle che il territorio può esprimere. Il Comune dovrà fare rete innanzitutto al suo interno. Osserviamo come i due ascensori che collegano valle Faul con piazza San Lorenzo abbiano di fatto tagliato fuori tutto il resto del centro storico. I turisti vedono il Duomo, San Pellegrino e vanno via. Per questo mettere a rete tutto il centro storico è importante. Progressivamente il collegamento andrà esteso anche agli ex comuni e alla Provincia. Il turismo e lo sviluppo economico saranno abbinati a programmi culturali che mirano a riscoprire l’orgoglio viterbese in tutto ciò che è  prodotto tipico, tradizione del territorio. Dobbiamo recuperare l’ancoraggio alla nostra identità. Il terzo punto riguarda gli ex comuni e i quartieri decentrati che sono sempre stati il nostro punto fermo in questi 5 anni. Un argomento che abbiamo portato avanti tantissimo. Abbiamo il progetto di una sorta di autonomia amministrativa che ci porterà a strutturare gli uffici in modo tale che gli ex comuni abbiano il loro riferimento. Il terzo punto riguarda anche l’ottimizzazione del trasporto pubblico e la cura del verde pubblico inteso come area di socializzazione.

 

Che voto dare al calendario culturale dell’amministrazione Michelini?

Se parliamo solo di quello che ha fatto il Comune darei un bel 4. Dobbiamo ringraziare le tante associazioni e il mondo del volontariato se abbiamo delle iniziative. Ma qual è il progetto per la cultura di Viterbo, qual è l’humus culturale al quale Michelini e la sua giunta pensano di attingere?

 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.