Home Politica Insogna (Gal): «Cifre astronomiche per le utenze, chi controlla le spese del comune?»
Insogna (Gal): «Cifre astronomiche per le utenze, chi controlla le spese del comune?»

Insogna (Gal): «Cifre astronomiche per le utenze, chi controlla le spese del comune?»

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Il funzionamento della macchina amministrativa costa. Le risorse a disposizione dell’ente locale prima di andare a finanziare politiche di sviluppo devono sopperire a questo costo. Ma quanto si spende per le attività di ordinaria amministrazione? Si potrebbe spendere di meno? Per dare una risposta a questa domanda si dovrebbe conoscere nel dettaglio la struttura dei costi e verificare se in alcune aree è possibile ottenere un maggior livello di efficienza, contenendo o riducendo i consumi di risorse a parità di risultato. A volte per ottenere questo può essere necessario rivedere i processi, i modelli organizzativi, le modalità di prestazione dei servizi. Insomma le azioni possono essere diverse, ma alla base ci deve essere un’analisi della struttura dei costi. Poi ci sono i casi in cui emergono sprechi eclatanti anche “a naso”, e, spesso, sono anche quelli che potrebbero essere eliminati senza particolari rivisitazioni della macchina amministrativa ma, semplicemente, tagliandoli.

Chi ha utilizzato il fiuto ed è andato a scandagliare tra le pieghe delle spese routinarie dell’amministrazione comunale è stato Sergio Insogna(Gal) che, rispetto alle sofisticate tecniche di analisi, ha semplicemente fatto il classico “conto della serva”, facendo una mera sommatoria di una serie di voci di costo, per scoprire alcuni dati che ha poi sventolato sotto il naso di un’assise incredula e sbigottita che martedì scorso ha approvato il bilancio 2017.

«Nel bilancio bisogna pure controllare i costi – ha detto Insogna sottolineando quella che dovrebbe essere un’ovvietà – ad esempio quelli delle utenze. Io l’ho fatto, un po’ per diletto, ma anche per curiosità: siccome questo è un bilancio che spacchetta le voci, io, al contrario, ho cercato di riunirle e mi sono interessato, nel caso specifico, delle utenze, come fa un buon padre di famiglia. Ho scoperto, così, che per la luce si spende circa 328 mila euro, per il riscaldamento circa  560 mila euro, per l’acqua circa 785 mila euro, per il telefono 205 mila euro e un’utenza, sempre telefonica, di ben 117 mila euro per un solo ufficio. Mi chiedo: ma a chi telefonano questi signori? Per l’informatica si sono spese 62 mila euro all’anno in un ufficio, 477 mila euro per le consulenze legali».

Un controllo, quello di Insogna, che tocca anche l’organo politico: «Noi, consiglieri, assessori, presidente del consiglio – dice – costiamo ai cittadini 500 mila euro all’anno. Io, sindaco, credo che si debba fare un controllo maggiore sui costi. Le tasse sono al massimo e non si possono più aumentare. Controllare i costi potrebbe servire a conseguire risparmi e a trovare ulteriori risorse da impiegare per i cittadini. C’è necessità di intervenire sulle strade, ad esempio, e su tante altre cose. Non possono esserci sprechi a questo livello. Le spese del comune devono essere verificate. Va fatto un controllo maggiore. Non comprendo come nessuno si sia mai posto questo problema. Soldi buttati al vento in un bilancio disattento e fatto in fretta».

 

 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.