Home Politica Museo civico e cinema teatro Genio: prove di forza in maggioranza

Museo civico e cinema teatro Genio: prove di forza in maggioranza

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Piano delle alienazioni e valorizzazioni dei beni comunali, una pratica importante, perché in grado di modificare l’assetto patrimoniale del comune di Viterbo, ma soprattutto una pratica su cui, nella scorsa seduta di consiglio comunale, si sono cominciati a testare i rapporti di forza dentro la maggioranza. Una maggioranza che avrà bisogno fino all’ultimo consigliere disponibile, per poter passare indenne la prova del fuoco: l’approvazione del bilancio di previsione 2017, senza la quale l’esperienza Michelini potrà dirsi finita con largo anticipo sula scadenza naturale del mandato.\r\n\r\nLa linea di fuoco tra le forze interne alla coalizione di centrosinistra si è accesa in consiglio comunale sul museo civico e sul cinema teatro Genio con un emendamento di Filippo Rossi (Viva Viterbo).\r\n\r\n«Spero sia stato un errore tecnico – dice Rossi – un’aggiunta di qualche segretaria mettere il museo civico tra le valorizzazioni, per le quali è previsto di tutto, dalla cartolarizzazione al cambiamento di destinazione d’uso. Credo sia stato un passo falso – prosegue Rossi – provo imbarazzo, non capisco quale possa essere la motivazione che l’ha fatto inserire lì».\r\n\r\nGiulio Marini (Forza Italia) approfitta della breccia aperta in maggioranza per togliersi qualche sassolino dalle scarpe: «La precedente amministrazione – dice in merito al suo mandato da sindaco – voleva dismettere il museo civico, e fare altre scelte che sarebbero ricadute sull’ex mattatoio o sul museo nazionale Albornoz. Mi avete detto che il museo civico era strategico a piazza Crispi e ogni altra decisione sarebbe stata scandalosa. Dopo 4 anni mi dite le stesse cose che dicevo io. A mio avviso il museo civico deve stare all’interno del centro storico. Come maggioranza, però, voi dovete decidere se valorizzarlo a piazza Crispi o no. Se ancora avete dei dubbi, potevate approfondire meglio la pratica prima di arrivare qui.  I musei sono strategici per le città. Il museo civico a piazza Crispi è l’esempio di un’epoca passata».\r\n\r\n Mario Quintarelli (Pd) spiega che è solo una: «localizzazione temporanea in attesa che si sblocchino altre situazioni. La sua sede naturale  – dice – doveva essere piazza San Lorenzo, utilizzando, magari, l’ex ospedale Grande degli Infermi».\r\n\r\n«Non sono particolarmente affezionato a quel luogo» commenta Rossi riguardo a piazza Crispi :«Se c’è un grande progetto altrove, mi sta bene, ma non si può venderlo e poi fare tutto il resto, che poi, come sempre succede, tutto il resto non c’è, e non sappiamo più dove mettere nemmeno Del Piombo».\r\n\r\nL’intervento di Rossi, però, non piace a Martina Minchella (Pd), fedelissima dell’assessora Ciambella: «Possiamo anche toglierlo dall’elenco delle valorizzazioni – dice – poi ci direte come volete valorizzarlo», ribatte  in merito al fatto che il comune non avrebbe risorse sufficienti a ristrutturarlo. Filippo Rossi replica risentito: «Non mi va di essere preso in giro. Nell’elenco delle valorizzazione potrebbe anche essergli cambiata destinazione d’uso. E io non voglio che ci sia questa possibilità. Questa delibera è fatta in modo tale che dei beni che sono inutili possano essere utili al bilancio del comune» dichiara Rossi.\r\n\r\nGianmaria Santucci (Fondazione) vuole maggior chiarimenti: «Perché lo avete messo tra le valorizzazioni?» A questo punto interviene l’assessora al Patrimonio, Luisa Ciambella (Pd): «Sono stati individuati dei beni che necessitano di valorizzazione – dice – e il museo civico è tra questi. Una parte è chiusa e non sono previsti finanziamenti, è necessario avere la disponibilità di tutte le sale, viste le opere che ci sono da esporre».\r\n\r\nAlcuni ambienti del museo, infatti, non sono disponibili a causa del crollo di una parte dell’edificio avvenuta diversi anni fa.\r\n\r\n«Non vogliamo farci case o centri commerciali – spiega ancora Ciambella –  ma volevamo solo trovare un investitore che mettesse le risorse necessarie per riaprirlo completamente, dato che lo riteniamo centrale e strategico. Visto che la maggioranza, però, ha interpretato l’inserimento del museo civico tra le valorizzazioni come un modo per svenderlo, cartolarizzarlo,  darlo in concessione, lo togliamo dall’elenco. Non c’è nessun problema. Però poi non diciamo perché non riapre. È rimasto chiuso finora, resterà così un altro anno. Questo emendamento non è arrivato – prosegue Ciambella – altrimenti sarebbe stato accettato come  quello di Serra, non ci sono drammi o problemi politici, ci sono solo visioni e interpretazioni diverse. Vuol dire che la prossima amministrazione troverà le risorse per recuperarlo, oppure, se vinceranno le idee di Marini, spostarlo. Per ora resta chiuso».\r\n\r\nE così si chiude anche la schermaglia, pronta, però, a riaprirsi su un altro argomento: l’ex cinema Genio. «Da più di un anno è tornato nella disponibilità del comune – dice Rossi – in seguito alla risoluzione del contratto di gestione per morosità del conduttore sui canoni di locazione. Ora è stato inserito per un valore di un milione ottocento mila euro tra le valorizzazioni, cioè tra i beni non strategici per l’amministrazione comunale, dove potrebbe anche essergli cambiata la destinazione d’uso. Il bando per affidarne la gestione non ha avuto esito positivo. Ci sono però manifestazioni di interesse all’acquisto e gestione. In bilancio il comune non ha fondi per ristrutturarlo e procedere all’adeguamento tecnologico. La soluzione migliore, a mio avviso, resta quindi quella di alienarlo.  Se però non sarà votato il trasferimento del bene dall’elenco delle valorizzazioni a quello delle alienazioni, propongo l’emendamento con cui si vincola la destinazione d’uso a cinema teatro.  Il locale è situato in pieno centro storico, con capienza per circa 800 persone. Ben si presta a diventare un multisala. Sarebbe una boccata d’ossigeno per la città».\r\n\r\nSergio Insogna (Gal) solleva un’altra questione: «Era pervenuta un’offerta da parte del consorzio biblioteche – dice – un ente partecipato dal comune a cui diamo 456 mila euro all’anno. Perché non è stato preso in considerazione? Avete fatto una guerra santa sulla proprietà. Ma avete preso una strada sbagliata. Ora Rossi propone di venderlo. A mio avviso  è una proposta indecente. Andava gestito con più saggezza e condivisione». Pure Melissa Mongiardo (Pd) è favorevole a non alienarlo, ma a vincolarne la destinazione d’uso. Filippo Rossi, invece,  smentisce l’arrivo di un progetto presentato dal Consorzio Biblioteche. «E poi con quali soldi lo farebbe?», chiede l’esponente di Viva Viterbo, «Con quelli del comune? È pure un ente economicamente in sofferenza.  Per ristrutturarlo e gestire un multi sala ci vogliono, a occhio, un milione e 500 mila euro».\r\n\r\nAlla fine Rossi ritira l’emendamento che prevede la vendita del cinema teatro Genio e si accontenta di vedere approvato il vincolo della destinazione d’uso, grazie al quale esso resterà cinema teatro e nient’altro.\r\n\r\nD’accordo pure Paolo Simoni (Oltre le mura) che tuttavia non perde occasione per «pizzicare» Filippo Rossi: « Vorrei vedere vincolati nella destinazione d’uso anche altri teatri – dice Simoni – che invece rischiano di diventare caffetterie, biblioteche, aree culturali». Si riferiva forse al Teatro Caffeina che sta  prendendo forma al San Leonardo?\r\n\r\n \r\n

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Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.