Home Cultura Nannipieri: “Un errore chiudere un centro storico se diventa deserto. Viterbo peggiorata, molta sporcizia in stazione”.
Nannipieri: “Un errore chiudere un centro storico se diventa deserto. Viterbo peggiorata, molta sporcizia in stazione”.

Nannipieri: “Un errore chiudere un centro storico se diventa deserto. Viterbo peggiorata, molta sporcizia in stazione”.

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Luca Nannipieri, critico d’arte e firma di Panorama, Il Giornale, nonché volto Rai, ospite al centro studi e ricerca Il leone nell’ambito del ciclo di incontri “Autunno Culturale”, curato dal giornalista de “Il Giornale” Emanuele Ricucci, si presenta al pubblico con un tema di interesse nazionale, ma di estrema attualità, soprattutto in questi mesi, anche per la città di Viterbo: “La bellissima Italia che cade a pezzi. Turismo, centri storici tra pubblico e privato. Gli italiani meritano il patrimonio più importante del mondo?”. Una domanda che corre immediatamente ai dibattiti, alle polemiche, alle riflessioni sul centro storico viterbese. Sono ancora nell’aria le proteste dei commercianti della Ztl di recente istituzione in via San Lorenzo, nel mese di gennaio di quest’anno. Una chiusura su cui l’amministrazione comunale di Viterbo non ha retrocesso di un millimetro reputandola cosa buona e giusta. Ma è veramente la chiusura a tutti i costi la soluzione del rilancio di un centro storico?

Se chiudi il centro storico e crei un deserto – dice Nannipieri intervistato da Ricucci – forse devi fare altre considerazioni. Se non caratterizzi un centro storico, chiudendolo rischi anche lo spopolamento. I negozi iniziano ad abbassare la saracinesca, uno dopo l’altro. È quello che è accaduto nei borghi: luoghi incredibili che non sono stati valorizzati, ma chiusi al traffico o dotati di Ztl,  hanno contratto pian piano l’attività mercantile, prima chiude un negozio, poi chiude l’altro, ti ritrovi con una bella bomboniera, ma hai creato un fantasma. Con un borgo cosa così cosa hai ottenuto? Avrai salvaguardato l’estetica, ma se le persone scappano, non ha senso. Bisogna diversificare. Il federalismo è una parola a me molto cara. Non vorrei mai uno Stato che mi dica  che tutti i centri storici devono chiudere. Bisogna lasciar decidere agli amministratori locali che hanno il polso della situazione, o almeno dovrebbero averlo. Un conto il centro storico di Forlì, un conto quello di Assisi. Una parte antica con una grande evidenza monumentale, ha un senso chiuderla, ma se ha una connotazione più mercantile, con opere fatte dal fascismo, con grandi strade larghe, è inutile chiudere. Ai territori va lasciata la libertà di autodeterminarsi, dovrebbero sapere loro, meglio di chiunque altro come gestire l’osmosi tra libera mercanzia, mercato, commercio, salvaguardia del patrimonio, vita dei cittadini”.

E a proposito di strade larghe chiuse al traffico, chissà cosa penserebbe Nannipieri di via Marconi, inizialmente riqualificata come boulevard cittadino per poi diventare un deserto, tanto da aver limitato l’isola pedonale al solo fine settimana, quando ci sono più pedoni, lasciando transitare le auto nel resto dei giorni.  “La stazione”, invece l’ha sicuramente vista. E l’impressione non è stata delle migliori: “Devo ammettere, anche con un po’ di dolore e sofferenza – dice Nannipieri – che negli ultimi tempi ho visto Viterbo peggiorata. Vengo ora da una stazione dei treni, volevo fare il biglietto per domani (domenica 5 novembre ndr) ma il capostazione, di una città come Viterbo, mi ha detto che non potevo farlo prima di lunedì. Uscendo dalla stazione ho visto la sporcizia con cui si presenta la città. Avrei potuto essere un qualunque turista – sottolinea Nannipieri – Per voi che siete  viterbesi capisco che è maggior dolore vedere questo, perché è la vostra città, ma è una sofferenza anche per me, che non sono viterbese, ma sono italiano e mi dispiace nel vedere una delle più belle città d’Italia in una situazione così gravosa. Viterbo, insieme a tutta la provincia,  è indubbiamente la città più incredibile che l’Italia possieda, con la sua rete di Comuni, le bellezze storico monumentali, le necropoli, le chiese che tessono il territorio tutto intorno. L’ho scritto anche nei miei libri, Viterbo è una capitale nell’arte”.

Nannipieri allarga poi la visuale al contesto nazionale. Porta ad esempio il caso di Matera: “Una città da cui scappare, di cui vergognarsi che è diventata capitale europea della cultura e set di The Passion di Mel Gibson”. Cosa ha fatto il miracolo? “Cambiare lo sguardo”, dice Nannipieri, “invece di aprire un grande supermercato, iniziare a vedere le chiese affrescate che si hanno. È questo che rende unico un luogo: il Palazzo papale non un grande magazzino. Le città vanno caratterizzate. Anche noi possiamo costruire le bellezza di oggi”, dice Nannipieri, “siamo gli unici ad essere chiamati il Belpaese”. Nonostante, però, l’immenso patrimonio artistico e di storia: “troviamo traduzioni in 12 lingue diverse sulle strisce del water dell’albergo e solo due agli Uffizi, italiano ed inglese, mentre per i Bronzi di Riace la descrizione è riportata in una sola lingua, l’italiano”.

La soluzione per ravvivare il patrimonio italiano di arte e cultura risiede secondo Nannipieri nei cittadini. “Abolisco la parola privato  conclude –  I privati sono i cittadini. Pensiamo a quante associazioni, fondazioni, comitati si prendono cura dei beni comuni. Affidare un sito archeologico a giovani laureati che da esso traggono il loro mantenimento, sarebbe sicuramente meglio che lasciarlo a uno Stato che non se ne cura con lo stesso interesse”.

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.