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Palazzo dei Priori: sale storiche nel degrado, alcune adibite a uffici

Palazzo dei Priori: sale storiche nel degrado, alcune adibite a uffici

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Se la politica a volte cade a pezzi, considerando le scissioni e le contrapposizioni a cui spesso si assiste all’interno del dibattito tra partiti e loro componenti, le sale che la ospitano, e in un certo senso ne costituiscono l’espressione, poiché da essa sono gestite, non se la passano tanto meglio.Se da un lato fa notizia in questi giorni il definitivo collasso dell’impianto tecnico che consente l’amplificazione in sala del consiglio comunale, costringendo i consiglieri a passarsi microfoni «volanti» durante le sedute, dall’altra fa meno clamore, ma merita stessa attenzione, forse anche maggiore, lo stato di rovinoso degrado in cui versano un po’ tutte le sale comunali. Accanto al deperimento causato dal tempo, ha fatto poi notizia anni fa quello provocato dall’apposizione di un pezzo di scotch su un affresco della Sala Regia. Il quadro generale è  drammatico: umidità, cavi in bella vista, intonaci che cadono a pezzi, affreschi deturpati. E quando, all’improvviso, un pomeriggio spunta una gigantesca ragnatela tra il vetro e l’imposta interna della parte superiore di una delle finestre della sala del consiglio, durante una seduta, il senso di dimenticanza e di incuria riesce pure a palesarsi con una forma tristemente ironica, ma efficace.
Lo stato rovinoso delle sale comunali apre anche un altro fronte di riflessione. Alcune, infatti, sono fruibili e visitabili dai turisti altre no. In particolare la Sala delle Colonne e la Sala Rossa sono tornate a ospitare rispettivamente la segreteria e l’ufficio del sindaco con l’arrivo a Palazzo dei Priori di Leonardo Michelini.  Negli ultimi anni del mandato Gabbianelli, infatti, la segreteria del sindaco era stata trasferita  nell’ala del palazzo destinata agli uffici, in stanze ordinarie. Il sindaco Giulio Marini aveva mantenuto questo indirizzo, attivandosi per rendere visitabili le sale comunali ai turisti. «Durante il mio mandato – racconta Marini – riaprì la Sala Rossa ai turisti. Avevamo anche apposto una guida dello stesso colore per non rovinare il parquet e transennato elegantemente con cordoni azzurri le suppellettili. Già allora le sale necessitavano di un intervento di recupero. Parlammo con una grande banca per finanziarlo. Sembrava che l’operazione potesse andare a buon fine, poi, però, l’istituto finanziario, purtroppo  fu travolto da una brutta crisi e il progetto naufragò».
Ora che lo stato di degrado della sale appare sempre più profondo, al punto da non rendere più rinviabile il loro recupero,  forse potrebbe essere anche il momento giusto per valutare la loro funzionalità, magari pensando di ricomporre in un unico blocco tutte le sale, dando a tutte la stessa finalità di ambienti visitabili dai turisti, includendo anche quelle ora adibite ad ufficio che, con il diverso utilizzo, potrebbero trovare anche una maggiore tutela e conservazione.

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.