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Panunzi: “L’Asl di Viterbo torna proprietaria degli ospedali di Belcolle e Acquapendente”

Panunzi: “L’Asl di Viterbo torna proprietaria degli ospedali di Belcolle e Acquapendente”

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“Gli ospedali di Belcolle e Acquapendente tornano di proprietà dell’Asl di Viterbo. Prosegue la ricostruzione della sanità grazie all’Amministrazione Zingaretti”. Lo afferma Enrico Panunzi, presidente della VI Commissione. “Con Belcolle e Acquapendente – prosegue il consigliere regionale Pd – sono altri 14 gli ospedali che tornano alla Regione Lazio con 15 anni di anticipo. Un nuovo e importante risultato frutto di un lavoro straordinario che ha permesso l’uscita dal Commissariamento dopo 10 anni e di tornare finalmente a investire nel campo della sanità».

“Nel 2002 per coprire i disavanzi pregressi delle Asl, la Regione Lazio costituisce la società San.Im – riporta la nota stampa inviata da Panunzi –  Il 28 giugno 2002, Asl e Aziende ospedaliere del Lazio vendono a San.Im. 56 strutture sanitarie, poi ridotte a 49. San.Im. concede gli ospedali in locazione alle ASL , fissando per il 2033 il riscatto delle strutture in leasing. La Regione Lazio corrisponde il canone di locazione a San.im, che cede i crediti relativi all’affitto a una società di cartolarizzazione (Cartesio S.r.l.).

Nel 2009 la Corte dei Conti su SAN.IM. afferma che “simile operazione può essere assunta ad archetipo di evento produttivo di squilibri strutturali di bilancio” per una serie di elementi critici: l’elevata onerosità con un tasso d’interesse pari a quasi il 6% su base annua; vincoli e garanzie gravosi per la Regione con complessi ospedalieri vincolati all’operazione di cartolarizzazione per trent’anni; de-patrimonializzazione delle aziende sanitarie con i proventi derivanti dalla vendita del patrimonio sanitario utilizzati a copertura dei disavanzi delle gestioni sanitarie pregresse, portando a consistenti squilibri nella gestione patrimoniale delle Aziende.

A febbraio 2017 la Regione Lazio ha cominciato l’elaborazione del piano che prevede il riacquisto dei titoli collocati e quello contestuale, a titolo non oneroso, degli immobili ospedalieri interessati alla cartolarizzazione da parte delle aziende sanitarie.

La Regione ha riacquistato i titoli attraverso un bond Regione Lazio, con scadenza nel 2043 e valore nominale pari a 469 milioni di euro.  Hanno aderito alla procedura di collocamento investitori europei, operanti in Italia, Spagna, Belgio e Regno Unito. Un successo straordinario, perché da Regione canaglia e difficilmente bancabile dai principali operatori finanziari il Lazio è diventato Regione affidabile.

I vantaggi finanziari sono la cancellazione di titoli troppo onerosi e il rifinanziamento a condizioni più vantaggiose con risparmi a carico del bilancio regionale e la semplificazione della struttura di debito regionale, anche attraverso la cancellazione di contratti derivati.

I risparmi saranno reinvestiti in servizi per la salute. Il tasso d’interesse passa infatti dal 5,748% al 3,088%. I risparmi prodotti sono 27 milioni di euro nel 2018, 23 milioni di euro per ciascuno degli esercizi 2019-2023. Evidenti i benefici a carico del bilancio regionale fino al 2033. L’operazione sui 16 ospedali porta invece benefici complessivi per 184 milioni di euro.

La Regione ha vinto tre sfide: quella dell’affidabilità e della credibilità internazionale, quella dell’efficienza e quella della sanità pubblica.

Per la ristrutturazione di SAN.IM. occorre completare il processo di riscatto non oneroso da parte delle aziende sanitarie degli altri immobili ancora vincolati all’interno della cartolarizzazione e cogliere ulteriori risparmi derivanti dalla ristrutturazione da completare entro il 2018.

La ristrutturazione del debito comporterà risparmi annuali per 198,3 milioni di euro, proventi derivanti dagli accordi con le controparti bancarie nell’ambito del contenzioso derivati per 73,5 milioni di euro, riduzione dell’81% del valore dei contratti derivati in essere da 2,8 miliardi di derivati a 521 milioni.

Più qualità nella spesa sanitaria: per il 2013-2016 il totale dei costi di gestione è stato ridotto di 82 milioni di euro e quello dei costi esterni è diminuito di 55 milioni di euro. Due esempi:  35,3 milioni di euro di risparmi sugli stent cardiaci grazie agli acquisti centralizzati; incremento tra il 2015 e il 2017 di 200milioni di euro per i farmaci innovativi (HCV e oncologici).

I numeri meglio di ogni parola descrivono quanto è stato fatto in questi 5 anni. – conclude Panunzi – Ora avremo più risorse per il personale, più investimenti sulle strutture sanitarie e nuove tecnologie e nuovi farmaci”.

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.