Home Politica Parco canile, le associazioni animaliste: «Vogliamo chiarezza da Ciambella. Il consiglio voti un indirizzo inequivocabile e la giunta lo segua»

Parco canile, le associazioni animaliste: «Vogliamo chiarezza da Ciambella. Il consiglio voti un indirizzo inequivocabile e la giunta lo segua»

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Tutti in campo per il parco canile: ieri le associazioni animaliste con una conferenza stampa, oggi, in consiglio comunale, numerosi consiglieri di maggioranza e opposizione con un ordine del giorno che riprende quanto stabilito con la delibera del 10 luglio 2013, che va appunto in questa direzione. Un indirizzo, quello della realizzazione di un parco canile piuttosto che di un canile classico con box su cemento, che, ieri, le associazioni animaliste hanno voluto rimarcare. È stato necessario farlo perché successivamente alla delibera 2013, che indirizzava l’amministrazione verso la realizzazione del parco canile, ne sarebbe stata adottata un’altra, dalla stessa giunta, nel 2015, ribattezzata dalle associazioni animaliste «la delibera fantasma»  che affermerebbe il contrario. «L’ho chiamata così– dice Alessia Buzzavo di Mi Fido di Fido – perché di questa delibera non se ne parla mai. E invece dovremmo farlo perché opta per la costruzione di un mega canile prigione a Pratoleva attraverso un project financing. Ci sembra una cosa da non sottovalutare. Se Ciambella è andata in Procura a fare una chiacchierata informale, noi ci andremo tutti i giorni a controllare il project financing, se questa sarà la volontà del Comune. La localizzazione a Pratoleva, inoltre, è molto scomoda per i volontari che dovrebbero mettere decine di euro di benzina per raggiungere il canile.  E soprattutto sarebbe una zona fuori mano per gli adottanti. Avere una struttura vicino Viterbo è fondamentale per incentivare le visite e, quindi, le adozioni. Novepani è una località più vicina e già molto conosciuta, poiché visitata da tempo da molte famiglie».\r\n\r\nMa quello che preme affermare alle associazioni animaliste in questo primo momento è ribadire la scelta «chiara» del parco canile alla luce di due delibere della stessa giunta piuttosto controverse, rimandando in un secondo momento la decisione sulla sua ubicazione.\r\n\r\n«Sono stati formalizzati due atti dalla giunta Michelini – dice Antonella Bruni del servizio veterinario della Asl – la delibera 268 del 10 luglio 2013 e quella del 536 del 31 dicembre del 2015, totalmente in antitesi l’una con l’altra. La prima sceglie il parco canile, la seconda no. Noi siamo favorevoli all’indirizzo della prima, che ha recepito la relazione del dirigente del servizio veterinario igiene pubblica dott Clò, facendo una scelta chiara e trasparente». Tratti che, secondo le associazioni animaliste, mancherebbero alla seconda delibera. «È stata adottata in modo poco pubblicizzato il 31 dicembre 2016 – dice Bruni – stabilendo la costruzione di un mega canile tradizionale in località Pratoleva. Mi pare un’evidente contraddizione. Trovo, inoltre, bizzarro che l’assessore Ciambella ricordi le mie dichiarazioni sul randagismo quando ero Presidente del Consiglio e non si ricorda di avere fatto una delibera il 31 dicembre, data particolare come il 14 agosto, con la quale dice tutto il contrario di quello che continua a sbandierare. Nonostante ciò, mi auguro che domani (oggi ndr) il consiglio comunale che rappresenta tutta la città,  voti un indirizzo politico preciso, che la giunta dovrà seguire, se ancora c’è rispetto per l’istituzione e per gli strumenti che la città ha per dialogare con i propri rappresentanti. Il fatto che l‘ordine del giorno sia stato presentato da maggioranza e opposizione gli dà già in partenza un grande valore, poiché rappresenta tutta la città. L’amministrazione scelga in modo inequivocabile. Noi auspichiamo che si adotti il parco canile come struttura per poter ospitare i cani, perché risponde a benefici economici per le casse comunali e al benessere degli animali.  La scelta strutturale, però, non deve essere confusa con l’individuazione del sito. Si continuano a mistificare le cose. Successivamente si vedranno pro e contro delle varie ubicazioni».\r\n\r\nTorna, invece, sull’analisi delle spese Francesco Sterpa dell’associazione Amici Animali: «Ciambella ha esordito su questo argomento, mettendo vicino la difficoltà a pagare le  Rsa con la spesa per i cani. Ma non ha senso. Le prime derivano da una scelta della Regione Lazio. Cosa c’entrano i cani?  Sono andato a verificare, tra l’altro, la cifra dichiarata da Ciambella di 700 mila euro e, a mio avviso, la spesa ammonta almeno 100, 125 mila euro in meno. Per il canile di Bagnaia si spendono massimo 250 mila euro all’anno, molto meno dei canili privati, pur ospitando più cani. Non vorrei che queste cifre fossero sparate per sollecitare l’immaginario pubblico che si spendono un sacco di soldi per il canile». Altro punto su cui il dibattito potrebbe accendersi in consiglio comunale è il timore sollevato da Arduino Troili (Pd) che la presenza del canile possa inquinare la falda acquifera che rifornisce la popolazione di Bagnaia. «Sia in Comune, sia in Provincia – spiega Sterpa – esiste una relazione idrogeologica antecedente all’apertura del canile che attesta non esserci nessuna possibilità di inquinamento per la falda acquifera di Bagnaia. Perché questi atti che sono in Comune non vengono esibiti a Troili?». E ancora: «Il  dottor Clò nel  2011 – dice Sterpa – mandò una lettera al Comune chiedendogli di fare i lavori necessari a regolarizzare la situazione del canile. Nel 2013 scrisse nuovamente, sollecitando tali interventi, altrimenti la struttura avrebbe dovuto chiudere. Oggi, siamo ad aprile 2017, e l’attuale amministrazione non ha ancora fatto nulla ».\r\n\r\nTocca poi a Roberta Filoscia di Musi Sereni: «Ciambella dice che non siamo dentro alla materia, ma non siamo degli sprovveduti. Lei ha detto che vuole comportarsi come un buon padre di famiglia e, quindi, non può giustificare spese non sostenibili di fronte ai viterbesi affamati. Giustissimo. Ma il privato che dovrebbe realizzare la mega opera del canile con un project financing non dovrà avere un suo ritorno? Come fa a pensare che si possa risparmiare, se è il Comune che dovrà finanziare i privati? Noi volontari, al contrario, ci mettiamo i nostri soldi per togliere i cani dal canile. Il discorso dell’assessore non ci quadra». Filoscia sottolinea un altro particolare: «Perché, poi, dopo la delibera del 31 dicembre 2015, nel 2016 Ciambella si è presa esclusivamente la delega del canile di Bagnaia, quando la delega ai piccoli animali è di Maria Rita de Alexandris? ». Sul perché scegliere il parco canile, Filoscia ha un lungo elenco di motivazioni: «Non ci sono box di cemento, ma recinti, erba e terra, i cani sono liberi e interagiscono tra loro, non sono rinchiusi in singole gabbie con cemento che causa loro anche problemi motori. Il parco canile è un’area verde dove le persone possono andare a godere dell’aria fresca, ci sono aiuole, fontane, il cane anche se è in uno spazio chiuso, è libero. Il parco canile offre anche diversi vantaggi economici per il Comune che sceglie questa strada, essendo strutturato con vari servizi: pensione, educatore, tolettatura. Si tratta di attività che aiutano ad autofinanziarsi. Ciambella parla di spese, ma se si scegliesse Novepani, la struttura lì andrebbe solo riadattata, ci sono prati, boschi ed ettari di terreno non utilizzato. Come possa suggerire la logica del buon padre di famiglia di ricostruire tutto ex novo da un’altra parte, non lo capiamo».\r\n\r\n \r\n\r\nTiziana Mancinelli\r\n\r\n \r\n\r\n 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.