Home Nazionale Pirozzi a Viterbo: “Non ritiro la mia candidatura alla Regione, corro fino alla fine”.
Pirozzi a Viterbo: “Non ritiro la mia candidatura alla Regione, corro fino alla fine”.

Pirozzi a Viterbo: “Non ritiro la mia candidatura alla Regione, corro fino alla fine”.

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Sergio Pirozzi la sua partita alla regione Lazio la giocherà fino alla fine. Il sindaco di Amatrice a Viterbo conferma le sue intenzioni di andare avanti con la sua candidatura a presidente con la sua lista, poco importa se il centrodestra “si metterà d’accordo o no”. Accolto al Parco dei Cimini da Stefano Caporossi, a capo del comitato della Tuscia, Pirozzi non usa mezzi termini per esprimere la sua posizione, piuttosto chiara fin dall’inizio: “Penso a fare la mia battaglia. Non voglio sentire, però, qualcuno dire poi che sono stato io a far perdere il centrodestra. Io corro fino alla fine”. Con il centrodestra, parte politica in cui si riconosce, semmai ci sarà un accordo con Pirozzi presidente, dovrà essere “solo sul programma. Non voglio sentirmi dire qua ci va Caio e là Sempronio. Hanno trovato la persona sbagliata. Non mi farò mai imporre un assessore, semmai una rosa di nomi tra cui scegliere. Se vuoi vincere per forza non governi più. Noi dobbiamo vincere con il sorriso. Il mio lavoro ce l’ho, posso sempre tornare a fare l’allenatore. Se mi volevo sistemare già stavo in Parlamento, ma sarei stato solo un numero e avrebbero sfruttato la faccia di un amministratore alla ribalta per una tragedia”.

Chiarita la sua posizione rispetto al centrodestra, Pirozzi cavalca i temi portanti della sua campagna elettorale “i territori”, tirati in ballo non tanto “per dire”, ma con delle idee precise. Le parole chiave saranno: identità e differenziazione. “Non si può pensare che un modello vada bene per ogni comune – spiega – Ognuno ha le sue specificità e vanno valorizzate con modalità diverse. I miei candidati dovranno analizzare le situazioni e portare le soluzioni”. Grande attenzione, quindi, anche sui borghi più piccoli e periferici rispetto ai grandi centri. “Se continuano a tagliare servizi e investimenti ai Comuni di minori dimensioni per dirottarli tutti sulle grandi città – prosegue –  che futuro avranno questi luoghi? È su questo che ci dobbiamo interrogare. È questo che interessa alla gente e non se il centrodestra ha trovato l’accordo oppure no. Sono 30 anni che ci stanno terremotando. Polverini e Zingaretti hanno tagliato servizi solo nei piccoli Comuni. È qui che spesso vengono chiusi gli ospedali a beneficio di quelli nei centri più grandi. Il PSR 2014-2020 è stato approvato nel 2017, questo è un problema che incide sulla vita degli agricoltori.  Gli unici investimenti che ci sono, stanno nella capitale. Anche Viterbo è un territorio che ha pagato dazio, non dimentichiamo la vicenda dell’aeroporto e lo stato, in generale, delle infrastrutture. Non è una difesa del campanile. Credo, però, che potenziare i centri periferici, possa alleggerire le strutture delle città più grandi e valorizzare questi territori”. In caso contrario “che futuro ci sarà per questi comuni? Lo spopolamento. Il Lazio stesso è la seconda regione per Pil, ma ha perso la sua capacità di attrarre investimenti”. Infine, un esempio concreto di come concepire l’ambientalismo. “La vulgata vuole che sia di sinistra – dice Pirozzi – Ma l’ambientalismo o ce l’hai dentro o diventa una cosa astratta. Significa avere rispetto del proprio territorio”. E su questo si “concede” di fare solo un accenno al suo territorio: “Ad Amatrice costruiscono case provvisorie. Come sindaco ho detto che il Comune non avrebbe acquistato i terreni, ma li avrebbe solo presi in affitto per sette anni. Sembrava che la proposta fosse stata accettata, poi, sulla finanziaria spunta fuori il trasferimento di 530 moduli al patrimonio comunale. Ma una volta che le persone si saranno trasferite nelle loro abitazioni definitive, cosa ci facciamo? In un territorio, tra l’altro, situato all’interno di un parco nazionale e su aree agricole. Questo significherebbe devastarlo”. Al termine dell’incontro alcuni tifosi della Viterbese, tra cui Lucio Matteucci, hanno donato a Pirozzi una sciarpa gialloblu con la scritta “Viterbo”. L’ex tecnico si è congedato dal pubblico con l’inevitabile metafora calcistica: “Ho vinto una partita contro la Sorianese che stavamo perdendo per 2 a zero a un quarto d’ora dalla fine. Abbiamo vinto 3 a 2. Ci credevo solo io. Ma abbiamo fatto il risultato”. Sarà così pure per la Regione? Pirozzi sicuramente pensa di sì. Lasciato il Parco dei Cimini, dove si sono visti anche Gabriella Grassini, Antonella Bruni, responsabile provinciale del Movimento Animalista, il sindaco di Soriano, Fabio Menicacci, Pirozzi ha fatto un giro nel centro storico di Viterbo.

 

Tiziana Mancinelli

info@quintaepoca.it

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.