Home Politica Regionali, Ciambella ed Egidi: “Esterniamo la nostra attenzione per il Manifesto per l’Italia, il Paesaggio, l’Ambiente e la Ruralità”
Regionali, Ciambella ed Egidi: “Esterniamo la nostra attenzione per il Manifesto per l’Italia, il Paesaggio, l’Ambiente e la Ruralità”

Regionali, Ciambella ed Egidi: “Esterniamo la nostra attenzione per il Manifesto per l’Italia, il Paesaggio, l’Ambiente e la Ruralità”

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Riceviamo e pubblichiamo da Luisa Ciambella ed Andrea Egidi candidati alla Regione Lazio per il PD – Vogliamo esternare la nostra attenzione per il “Manifesto per l’Italia, il Paesaggio, l’Ambiente e la Ruralità” pubblicato da tutte le Associazioni venatorie e dal Comitato Nazionale Caccia e Natura. Questa la posizione di Luisa Ciambella e Andrea Egidi, candidati nella lista del Partito democratico per il Consiglio regionale del Lazio, in merito alla gestione delle politiche venatorie.
Possiamo sicuramente condividere l’impostazione del documento nel riaffermare che “l’ambiente, bene pubblico non cedibile, non può fare a meno di una governance sociale della fauna selvatica nell’interesse di quanti sono i soggetti attivi della ruralità” e “cementificazione, abusivismo, speculazione edilizia, inquinamento, dissesto idrogeologico sono i veri nemici della natura, della vita di donne, uomini e animali, della flora, della straordinaria biodiversità di specie selvatiche conservate grazie agli agricoltori e ad una responsabile gestione della caccia”.
 
In questo contesto generale, come candidati al Consiglio Regionale, che istituzionalmente rappresenta la sede dell’elaborazione di norme e strumenti di indirizzo e gestionali, riteniamo importante sottolineare alcune priorità su cui lavorare da subito. Sicuramente è necessario attivare immediatamente un’ iniziativa che porti alla rapida e partecipata approvazione di un nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale, registrando che quello vigente è datato di vent’anni. Un adeguamento indispensabile non solo perché largamente imposto dalla legge che prevede un aggiornamento quinquennale, ma assolutamente necessario a fronte dei mutamenti intervenuti nella realtà del territorio agrosilvopastorale in tutto questo tempo.
Così come è necessaria una rilettura attenta della LR 17/95, alla luce anche dei trasferimenti/accentramenti di competenze tra Regione e Province a seguito alla legge “del Rio”, questione che se non affrontata con rigore rischia di riprodurre gestioni verticistiche, lontane dai territori e dai suoi protagonisti, anche quelli istituzionali come gli Ambiti Territoriali di Caccia, dove trovano rappresentanza tutti gli interessi e le associazioni. Abbiamo poi preso cognizione delle criticità segnalate dalle Associazioni Venatorie locali e dalle associazioni dei produttori, circa le problematiche del mancato ristorno delle Tasse di concessione regionale agli Atc. Questione che non può certo essere affidata alle carte bollate.
Determinante la questione dei rimborsi tardivi a danni da fauna selvatica che, oltre a creare disagi agli agricoltori, rischia di suscitare anche inutili tensioni tra mondo della caccia e della produzione. Vanno superate gli impedimenti burocratici che limitano l’agibilità delle Guardie Venatorie volontarie: ragione per cui il sistema di controllo e prevenzione territoriale, utilissimo anche sul fronte della tutela ambientale, si è in questi anni ridotto e indebolito nella sua efficacia.
Infine è fondamentale una definizione certa dei Calendari Venatori che deve essere sostenuta da un’incisiva azione per rendere certa, unica e pluriennale la regolamentazione della Stagione venatoria per l’Italia Centrale. Questo, unito, all’attivazione di alcuni istituti previsti dalla legge, come i centri di Produzione della Selvaggina che porterebbe, oltre che un beneficio alla salvaguardia della fauna selvatica, una prospettiva di investimento per l’economia locale.
Il nostro impegno, quindi, è rivolto alla riaffermazione di un indirizzo politico in materia di Gestione delle politiche venatorie che sia univoco, condiviso, partecipato dai corpi intermedi. A cominciare dalle Associazioni Venatorie, che possono e devono svolgere un ruolo essenziale di partecipazione, e dagli Atc, che sono la sede di gestione ravvicinata sul territorio. Un indirizzo che guardi agli interessi generali, contro ogni logica di interessi particolari territoriali o settoriali e agli interventi sporadici.
Sicuramente serve, anche in questo settore, una Regione che rafforzi la sua capacità del fare, in maniera equilibrata, inclusiva e rispettosa dei ruoli dei vari soggetti ed interessi in campo, che non ha quindi bisogno di sponsor e promesse, ma di idee, programmi, lungimiranza, riscoprendo il valore della programmazione partecipata.
Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.