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Regione Lazio, Panunzi: «Approvate norme per la rigenerazione urbana e il recupero edilizio»

Regione Lazio, Panunzi: «Approvate norme per la rigenerazione urbana e il recupero edilizio»

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«Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato in via definitiva la proposta di legge numero 365 ‘Norme per la rigenerazione urbana e il recupero edilizio’. Le norme, che dettano la disciplina ordinaria del “dopo Piano Casa” perché non hanno valore derogatorio né temporaneo, ma sono destinate a permanere nell’ordinamento regionale con l’efficacia di una legge ordinaria, nelle sue grandi linee ricalcano il testo approvato lo scorso maggio dalla Sesta Commissione, che presiedo». Lo afferma il consigliere regionale Pd, Enrico Panunzi, presidente della sesta commissione.

«Il dibattito in Consiglio – continua – si è incentrato infatti su alcune integrazioni e modifiche, come ad esempio, l’introduzione, tra gli obiettivi della legge, della promozione dello sviluppo del verde urbano, l’adozione di superfici permeabili e coperture a verde pensile, la regimentazione e il recupero delle acque piovane – che non ne stravolgono la lettera. La legge vuole favorire interventi che, oltre ad un generalizzato miglioramento del patrimonio edilizio esistente, contribuiscano alla riqualificazione della “città pubblica”, alla riqualificazione degli insediamenti urbanistici, alla realizzazione delle infrastrutture delle attrezzature nelle aree degradate ed alla integrazione dei servizi nelle aree urbane, limitino il consumo di suolo e provvedano alla sicurezza statica dei manufatti edilizi anche mediante interventi di adeguamento sismico e di efficientamento energetico.

Nell’articolato complessivo sono affrontate le disposizioni che definiscono, finalità e ambiti di applicazione della legge e disciplinano i programmi di rigenerazione urbana. Sono previsti interventi nelle zone individuate dal Piano territoriale paesistico regionale (Ptpr) come “paesaggio degli insediamenti urbani” e “paesaggio degli insediamenti in evoluzione”. Sono poi previsti articoli che riguardano le disposizioni per il cambio di destinazione d’uso degli edifici, gli interventi da attuarsi con il permesso di costruire convenzionato e le dotazioni territoriali e le disposizioni comuni.

Sulla base delle disposizioni approvate dall’Aula, gli interventi previsti dalla normativa saranno consentiti nelle porzioni di territorio urbanizzate, su edifici realizzati legittimamente o sanati, ma con alcune esclusioni. Si tratta delle zone con vincolo di inedificabilità assoluta e delle aree protette (seppure con alcune eccezioni).

 Nelle aree agricole la legge si applicherà in quelle zone che siano state individuate dal Ptpr come “paesaggio degli insediamenti urbani” e “paesaggio degli insediamenti in evoluzione”, fatto salvo quanto previsto in materia dalla legge regionale “Norme in materia di programmi integrati di intervento per la riqualificazione urbanistica, edilizia e ambientale del territorio della regione” (art. 2, comma 4, legge regionale 22/1997). La formulazione prevede inoltre che siano comunque consentiti gli “interventi diretti” nelle zone agricole fino ad un incremento del 20 per cento della volumetria o della superficie per un massimo di 70 metri quadrati. Di fondamentale importanza l’emendamento sul Par (Piano agricolo regionale), che rileva e analizza le caratteristiche fisiche e climatiche del territorio agricolo in base a diversi parametri (vocazione agricola, coltura, pregio, orografia), individua le aree caratterizzate da vocazione agricola prevalente: la pianificazione agricola attuata dal Par rappresenta la base conoscitiva di riferimento nella formulazione degli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale della Regione Lazio.

E’ stato anche approvato un emendamento, presentato dal collega Valentini e da me, che prevede l’applicazione della legge anche al demanio lacuale, uniformandolo alla normativa prevista per il demanio marittimo.

 Al di là degli aspetti specifici, credo sia da mettere in evidenza il fatto che la legge riserva una particolare attenzione alla valutazione degli aspetti socio economici ed ai processi di partecipazione che saranno alla base dell’individuazione e della progettazione degli ambiti e dei programmi di rigenerazione urbana. E’ riconsegnato ai Comuni il governo dei processi di rigenerazione urbana e le nuove disposizione  danno fiducia all’intervento diretto con le premialità previste dal Testo Unico sull’edilizia nazionale ed ai cambi destinazione d’uso conformi ai Prg, per migliorare il patrimonio edilizio esistente, aumentare la sicurezza statica dei manufatti, garantire un’elevata classe energetica degli edifici e per sostituire complessi edilizi degradati o dismessi. Siamo di fronte ad uno strumento snello, che prevede procedure semplificate, con varianti approvate previo il silenzio assenso (come dettato dalla legge regionale 36 del 1987) o che consente (articolo 4) cambi di destinazione d’uso, ivi ricomprese quelle dei centri storici, che affidano ai Comuni un ruolo centrale.

Come fatto notare a suo tempo, infine, le norme prevedono poi una forte semplificazione delle procedure che attengono alla definizione degli ambiti territoriali destinati alla rigenerazione e tendono a riordinare alcune leggi che sono state, negli anni, oggetto di numerose modifiche in alcuni casi non coerenti. Mi piace da ultimo ricordare, come ho fatto anche in aula,  che la legge è frutto di un metodo partecipato e attento alle esigenze della società civile. Il testo, approvato dalla Giunta lo scorso 31 gennaio, è arrivato in Commissione lo scorso 14 marzo: abbiamo dedicato ad esso circa 45 giorni in Commissione e altrettanti in Consiglio. In Commissione sono intervenute 23 associazioni (su 36 invitate) che hanno apportato contributi validi con osservazioni puntuali e precise. E’ stato trovato un buon equilibrio tra diverse posizioni ed esigenze. Il mio ringraziamento sincero per il lavoro svolto va a tutti i commissari della Sesta, ai consiglieri e all’assessore Michele Civita per l’impegno  profuso in questi mesi e per aver saper cogliere emendamenti altamente migliorativi della proposta. Da oggi il Lazio è dotato di una legge che le amministrazioni comunali possono utilizzare al meglio e in tempo molto più rapidi rispetto agli strumenti tradizionali di pianificazione urbanistica», conclude Panunzi.

 

(In foto: da sinistra Enrico Panunzi, Nicola Zingaretti, Riccardo Valentini)

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.