Home Politica Rossi (Viva vIterbo): «Non facciamo i capricci, ma azioni politiche»
Rossi (Viva vIterbo): «Non facciamo i capricci, ma azioni politiche»

Rossi (Viva vIterbo): «Non facciamo i capricci, ma azioni politiche»

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«I nostri non sono capricci, ma azioni politiche». Commenta così, Filippo Rossi di Viva Viterbo all’indomani del consiglio comunale chiuso anticipatamente per mancanza del numero legale, dopo l’uscita del suo gruppo dalla sala del consiglio, nell’ambito della discussione sulla destinazione dell’imposta di soggiorno. E lo dice in un’apposita conferenza stampa, insieme alla consigliera Maria Rita de Alexandris e l’assessore al Turismo e Grandi eventi, Giacomo Barelli,  convocata poco prima di incontrare il sindaco per valutare l’esistenza di margini per un riavvicinamento.\r\n\r\n«Viva Viterbo ha preso questa decisione non a caldo, ma con razionalità e consapevolezza che poi poteva succedere qualcosa» prosegue Rossi in merito all’atto di lasciare l’aula e determinare la chiusura dei lavori per mancanza del numero legale. Un gesto che il sindaco Michelini non ha particolarmente gradito tanto da definirlo «grave». Un aggettivo su cui Rossi non concorda. «Non capisco perché grave, è una lesa maestà? Qui non ci sono sudditi», dice Rossi spiegando la natura della sua battaglia: «forzare la mano per far crescere in modo fondamentale gli investimenti in cultura e turismo almeno in quest’ultimo bilancio del governo Michelini. Sono cose che dico da anni, non c’è nessuna novità nei contenuti, né nelle critiche. È solo cambiato lo strumento della battaglia. Siamo in una fase in cui ci sembra giusto non cercare di arrivare a compromessi prima del consiglio, ma di aprire un dibattito in aula sulle nostre istanze, che sono quelle della nostra campagna elettorale. Non c’è nulla da scandalizzarsi, la politica è fatta di queste cose, di scontri di idee e di numeri La «lotta» potrebbe non finire qui. «L’azione di ieri in consiglio – spiega ancora Rossi –  è stata la prima di altre che faremo per cercare di far rinsavire qualcuno.  Ieri – dice in merito alla seduta di consiglio comunale – tutti votavano contro di noi, poi il gioco maggioranza e opposizione ha portato ad altro, ma noi eravamo gli unici due a votare contro quegli emendamenti approvati prima in commissione» spiega relativamente alle proposte fatte dai consiglieri delle frazioni per dirottare parte dell’imposta di soggiorno sui territori periferici. «Non si tratta di fare la guerra sui 20 mila euro, ma su una filosofia di fondo. L’amministrazione deve dire se vuole investire sul turismo o no».\r\n\r\nNel rivendicare il gesto fatto in consiglio comunale di lasciare l’aula, Rossi si dice però disponibile «al dialogo con tutti. Noi non siamo ricattatori. Dal punto di vista del sindaco, con il 12% Viva Viterbo è il secondo partito in maggioranza dopo il Pd che ha preso il 20%. Siamo sottodimensionati perché non abbiamo avuto il premio di maggioranza. Vogliamo pari dignità e discussione nei contenuti. Se nessuno ci darà retta, allora prenderemo in considerazione qualsiasi altra evenienza in nome di quello che riteniamo giusto per la città. Siamo una lista civica esterna e tematica che si focalizza su alcuni argomenti: turismo e grandi eventi. Non siamo attaccati alle poltrone, l’ho dimostrato con le mie dimissioni da presidente del consiglio. Anche de Alexandris ha fatto lo stesso. Se possiamo incidere su argomenti che riteniamo rilevanti, bene, altrimenti non ha senso di restare in maggioranza. Se pensano di poter approvare il bilancio da soli, lo facciano pure.\r\n\r\n \r\n\r\n 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.