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Teatro dell’Unione, Delli Iaconi: «Ho chiesto al sindaco maggiori fondi». Parte l’accordo con l’ATCL

Teatro dell’Unione, Delli Iaconi: «Ho chiesto al sindaco maggiori fondi». Parte l’accordo con l’ATCL

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Teatro dell’Unione: presto potrebbe arrivare una variazione di bilancio per aumentare i fondi destinato alla gestione della prestigiosa struttura cittadina, da pochissimo riconsegnata alla città, dopo circa sei anni di assenza, causa lavori di riqualificazione e adeguamento che ne hanno imposto la chiusura.  Lo ha annunciato proprio stamattina l’assessore alla Cultura del comune di Viterbo, Antonio Delli Iaconi, durante la quarta commissione. «Ci vuole poco a capire che quello che è stato messo in bilancio comunale, non serve – ha detto in merito ai 50 mila euro previsti per il 2017, e 100 mila per il 2018 –  Per tale motivo ho invitato l’amministrazione comunale e il sindaco a integrare le risorse attraverso una variazione di bilancio».

Una doccia fredda per Viva Viterbo, uscita dalla maggioranza qualche mese fa per una serie di motivi, tra cui, stando alle dichiarazioni dei suoi esponenti, la richiesta di investire maggiormente proprio sul Teatro dell’Unione. Una proposta all’epoca respinta per non incidere troppo sulle fragili casse comunali, pare, che invece oggi diventa una prospettiva percorribile, contribuendo a delineare, così, in modo più chiaro, i contorni  e le dinamiche di una fragorosa frattura tra centrosinistra e Viva Viterbo che si era aperta in sede di discussione di bilancio per non ricomporsi più, portando il gruppo di Filippo Rossi tra i banchi dell’opposizione.

«Il Teatro dell’Unione – ha proseguito l’assessore Delli Iaconi stamattina – per alcune funzioni è stato completato, per altre no. C’è da finire la parte relativa al bar e al ridotto. Quando la struttura sarà portata totalmente a compimento, allora potremo fare il bando di affidamento. I teatri che in Italia stanno in equilibrio economico – ha detto Delli Iaconi – sono quelli che affiancano all’attività di rappresentazione, quella di ricreazione e ristorazione, vendita di prodotti, utilizzazione degli spazi per attività diverse. In questo momento noi non siamo in condizione di offrire questo».

Per ora, quindi, il Comune ha scelto la strada dell’ATCL, l’Associazione Teatrale Comuni del Lazio, un ente regionale che riunisce una serie di Comuni tra cui anche quello di Viterbo, socio dal 1985. L’ATCL si occupa già  del festival di Vulci e delle stagioni teatrali di Tuscania, Montalto di Castro, Civita Castellana e Vignanello. A esse, quindi, si dovrebbe aggiungere presto anche quella viterbese.

«Possiamo fare questo accordo con ATCL – ha spiegato Delli Iaconi – perché è un soggetto pubblico che non richiede di fare un affidamento. In pratica aderiamo a un accordo sul programma di attività di quest’anno, una sorta di cartellone, che dovrà contenere anche attività provenienti dal territorio e che non occuperà tutti i giorni dell’anno. Per i restanti – dice ancora l’assessore –  il teatro resterà a disposizione. Abbiamo anche ricevuto una richiesta da parte di alcune compagnie di danza che operano a Viterbo e che si sono messe insieme per utilizzare gli spazi a condizioni agevolate».

Tra i programmi dell’assessore anche quello di emanare un bando per la costituzione di una compagnia stabile dell’Unione e anche la richiesta di fondi al Ministero dei Beni e della Attività Culturali e del Turismo, per accedere ai quali, però, il soggetto che gestirà il teatro dovrà avere i necessari requisiti.

Illustrazione, quella arrivata stamattina dai banchi della giunta, che ha poco convinto l’opposizione. Claudio Ubertini (FDI): “State mascherando la vostra incapacità. Oggi discutiamo della gestione del teatro, ma voi avete già deciso». Critico pure Sergio Insogna (PSI): «Avete voluto per forza tagliare questo nastro, fare questa passerella – dice – la gente si sta chiedendo per fare cosa avete riaperto il teatro». Più propositivo Gianmaria Santucci (Fondazione) che ha lanciato l’idea di una fondazione tra privati, Comune di Viterbo, Regione Lazio, Università degli studi della Tuscia, Fondazione Carivit; e di creare un centro di produzione sfruttando le eccellenze del territorio». Giulio Marini (FI)  ha puntato il dito sui ritardi. Paolo Simoni (Oltre le Mura), ha invece ricordato, dai banchi della maggioranza, la “felice esperienza” fatta con il Teatro Argentina e l’accordo per creare spettacoli e  corsi di teatro.

 

Tiziana Mancinelli

info@quintaepoca.it

 

 

 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.