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Verde pubblico, Saraconi: “Legambiente generosa, la situazione è peggiore”.

Verde pubblico, Saraconi: “Legambiente generosa, la situazione è peggiore”.

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Il “verde” a Viterbo non è per niente “roseo”. È forse anche più “nero” di come dipinto dalla classifica di Legambiente su Ecosistema Urbano 2017 che ha assegnato alla città un terz’ultimo posto per la qualità del modello urbano, suscitando un ciclone di polemiche da parte di chi pensa di aver trovato una prova “numerica” ai disagi che incontra nel vivere la città, lontanissima, con quei 28,89 punti su un massimo di 100, dall’essere a misura d’uomo.

Risultato dovuto alla mancanza di alcuni dati e dal valore “mediocre” di quelli inviati, secondo quanto dichiarato da Legambiente.  Tra questi non brilla il verde pubblico, un fattore determinante nella qualità del modello urbano come ricorda un’apposita legge, la numero 10 del 2013 esprimendosi così: “L’importante ruolo che gli alberi, in particolar modo, rivestono nel controllo delle emissioni, nella protezione del suolo, nel miglioramento della qualità dell’aria, del microclima e della vivibilità delle città, rende strategica per qualsiasi amministrazione comunale la conoscenza dettagliata del proprio patrimonio arboreo”. La norma impone quindi agli enti locali una serie di obblighi, affinché il verde diventi una risorsa strategica per i centri urbani. Ma qual è la situazione di Viterbo? Secondo Legambiente è totalmente insufficiente con appena 17.2 metri quadrati di verde fruibile per abitante. Praticamente un fazzoletto di terra. Un giudizio troppo severo? Niente affatto. A dirlo è lo stesso assessore competente del comune di Viterbo, Raffaela Saraconi, che pure sul verde ha fatto una vera battaglia, purtroppo vana. “Il dato di Legambiente – dice – è anche generoso nei nostri confronti. La presenza di verde è inferiore al dato che appare in classifica. Siamo intorno a 12,5 togliendo il centro storico, dove esso è praticamente assente perché il modello di centro abitato nel Medioevo non lo prevedeva. Il verde inizia a entrare nelle città alla fine del 1800”. Ma Viterbo si è fermata al Medioevo, con una percentuale di verde per abitante veramente minima. Il verde pubblico, nonostante l’importanza che riveste per la bontà dell’aria, la protezione del suolo e per sottrare spazi alla cementificazione e restituirli alla fruibilità collettiva, a Viterbo è un fattore estremamente critico, tanto che anche nella  progettazione del bando per le periferie, i tecnici hanno evidenziato un gap nella presenza di verde urbano in città. A determinare la criticità di questo settore sarebbero principalmente l’assenza di risorse. Il Comune spenderebbe per altro, ma non per il verde. O almeno non nella misura di cui necessiterebbe. Ad esso “non è stato dedicato un capitolo specifico di bilancio che possa permettere di sviluppare una politica del verde”, dice Saraconi. Le risorse, dunque, all’interno del Comune prendono altre strade, impegnate su altri argomenti, e il verde non è tra quelli prioritari. “Abbiamo tre appalti – dice Saraconi – per la manutenzione oltre al taglio dell’erba. Ogni anno facciamo l’appalto per le potature, ma è sempre molto limitato. Si pota un terzo di quello che c’è da fare. Feci anche una conferenza sul verde – dice Saraconi – fu molto partecipata, in cui illustrammo anche tutto un reportage sulla situazione del verde. Non avendo le risorse necessarie a intraprendere una politica precisa su questo settore, però, ho dovuto lasciar perdere. Del resto senza soldi, restano solo le chiacchiere”.

Un problema, quello del verde, che non nasce con l’amministrazione Michelini, ma molto prima. L’ultima amministrazione, semmai, si è messo in linea con quelle precedenti su una politica “del non verde”.  “La città non ha curato il verde per molti decenni – dice Saraconi – anche quello delle lottizzazioni è dato da pezzetti di risulta. Viterbo avrebbe veramente bisogno di verde e di parchi. L’unico che abbiamo è Prato Giardino. C’è qualche giardinetto, ma è insufficiente. Viterbo dovrebbe avere almeno un altro grande parco di due, tre ettari, come c’è in tante altre città. La maggiore dotazione di verde si trova nei centri del Nord, seguiti da quelli del Sud e infine quelli del Centro. Qui la media di verde pro capite si aggira intorno a 30 metri quadrati per abitante, ma noi siamo molto al di sotto di questo valore. Compensiamo solo con il fatto che, essendo Viterbo una città a vocazione agricola, appena usciamo dal centro urbano incontriamo molta campagna e un paesaggio naturale sconfinato. Ma il verde urbano è veramente scarso”.

L’assessorato, intanto, sta adempiendo a tutti gli obblighi previsti dalla legge. “Stiamo preparando il bilancio arboreo di fine mandato – informa Saraconi –  abbiamo anche fatto il censimento di tutti gli alberi di Prato Giardino e degli alberi monumentali. Non lo abbiamo mai trasmesso alla Regione Lazio perché doveva metterci a disposizione un apposito programma, ma non è mai partito”.

Un’altra cosa, invece, è rimasta nel cassetto: “Un nuovo albero per ogni bambino nato o adottato – spiega Saraconi -. Per fare questo avevo preparato una delibera, ma non è stata mai avviata. Ho sollecitato più volte, ma non è stato mai fatto”. E pensare che “Il 50% del ricavato delle opere di urbanizzazione andrebbe speso per il verde ma non avviene mai”, spiega Saraconi. Soldi, dunque, che prendono altre strade all’interno del bilancio, lasciando quasi a secco il comparto del verde. Nonostante ciò, le battaglie dell’assessore Saraconi un risultato l’ hanno ottenuto: “per la festa dell’albero, che si celebrerà il 21 novembre – dice –  pianteremo i platani nell’anello centrale di Prato Giardino, dando così attuazione a un primo stralcio della progettazione che abbiamo fatto e che ci ha permesso di ricostruire l’identità storica del parco. Gli interventi futuri, se si renderanno disponibili le risorse, potranno quindi essere effettuati secondo una logica precisa, finalizzata a restituirci il parco come era all’origine”. Un altro aiuto allo sviluppo del  verde urbano potrebbe arrivare dal bonus verde, una detrazione fiscale per incentivare i lavori su giardini e terrazzi privati, anche all’interno di in aree condominiali. La detrazione è del 36% e si applica fino a una spesa massima 5mila euro. Chi eseguirà delle opere su queste aree potrà scalare l’importo dalle tasse da pagare a fine anno”.

 

Tiziana Mancinelli

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Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.