Home Attualità ZTL, Serone: “Il turismo cresce, ma bisogna puntare anche sui viterbesi per ripopolare il centro storico”
ZTL, Serone: “Il turismo cresce, ma bisogna puntare anche sui viterbesi per ripopolare il centro storico”

ZTL, Serone: “Il turismo cresce, ma bisogna puntare anche sui viterbesi per ripopolare il centro storico”

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Difficile pensare a uno sviluppo di successo per un progetto che non parta da un’approfondita ed esauriente analisi  del contesto ambientale in cui andrà ad agire, che fornisca una serie di dati utili alla selezione della strategia più consona.  La realizzazione della zona a traffico limitato a partire da via San Lorenzo, a Viterbo, era certamente un provvedimento inevitabile. Il dubbio, e la discussione che si è aperta in questi giorni, riguarda, semmai, la tempistica e la modalità, intesa anche come la necessaria presenza di azioni complementari e coordinate all’istituzione materiale della ZTL, che doveva essere seguita.\r\n\r\nSu come arrivare alla pedonalizzazione di parte del centro storico, le tesi possono essere diverse, e fanno la differenza sul fatto che questo percorso possa compiersi più o meno validamente, o possa risolversi in un totale fallimento, tanto da compromettere la sua evoluzione futura. Si stigmatizza da più parti, ad esempio, la decisione di attivare i varchi elettronici nel mese di febbraio, un periodo notoriamente di bassissima affluenza turistica, senza alcun appuntamento culturale di particolare rilievo, con temperature che non invitano al passeggio all’aperto. C’è poi chi avrebbe voluto che l’istituzione della ZTL fosse stata successiva e non antecedente a tutta una serie di provvedimenti per incentivare anche il viterbese a vivere il centro e aiutare i commercianti ad affrontare questo cambiamento radicale: parcheggio di via Sant’Antonio, illuminazione, pavimentazioni, incentivi economici, sgravi fiscali, ecc.\r\n\r\nDa quello che è emerso in terza commissione, pare che la visione dell’attuale amministrazione Michelini di centrosinistra sia quella di votare l’area appena pedonalizzata a una vocazione essenzialmente turistica, considerando anche la vicinanza del polo monumentale  e il concentrarsi in questa parte del centro storico di gran parte del calendario culturale. Tanto da arrivare a ipotizzare in quella zona anche una determinata fisionomia commerciale, non meglio specificata, più indirizzata al turista.\r\n\r\nMa qual è la situazione del turismo oggi a Viterbo? L’unico dato certo a disposizione dell’amministrazione Michelini sembra essere quello della tassa di soggiorno che denota, comunque, un’apprezzabile presenza turistica. Ma questo è sufficiente per rintracciare nel turismo, in questo momento storico, la linfa necessaria ad evitare la morte del centro storico? Lo abbiamo chiesto a Gianpaolo Serone, archeologo, che si occupa della gestione del museo del Colle del Duomo.\r\n\r\n“Il turismo a Viterbo inizia a crescere – dice Serone – c’è ancora tanto da fare e sicuramente il Comune e la Regione possono dare il loro contributo, mettendo in atto, come parte pubblica, tutta una serie di iniziative a fianco dell’azione dei privati, supportando così, nell’ambito delle proprie competenze, lo sviluppo del turismo in modo da portare sempre più gente. Le statistiche ci dicono che Viterbo è l’unica provincia del Lazio che cresce rispetto a quelle limitrofe. Io posso esprimere un parere obiettivo per quanto riguarda il turismo culturale, alimentato da persone che visitano il museo. La statistica nazionale ci dice che due su dieci turisti che arrivano in una città visitano i poli museali. Considerando pertanto che tra paganti e non paganti il Polo Monumentale del Duomo ha registrato circa 30 mila presenze, il numero di turisti a Viterbo è approssimativamente cinque volte maggiore. Le stime sono comunque relative. Il Comune ha, infatti, comunicato 200 mila euro di tassa di soggiorno, che non considera, ovviamente, chi viene solo per una giornata e non pernotta. Il flusso turistico, quindi, è molto interessante. Certo non siamo la città dei tanti pullman. In proposito non ci favorisce la mancanza di un’uscita per Viterbo sull’autostrada. La gente, comunque, se vuole si muove”, specifica Serone. Laddove mancano adeguate comunicazione viarie, si potrebbe sopperire, infatti, con un’attività promozionale ancora più forte. “Dobbiamo fare squadra tutti insieme – prosegue Serone – operatori privati e pubblici e portare avanti una strategia promozionale valida ed efficace È ovvio, però, che non possiamo paragonarci a Roma e ipotizzare, almeno per ora, un flusso consistente anche durante la settimana, se non in alcuni periodi dell’anno. Sicuramente c’è da lavorare sul turismo, ma è un processo lungo. La Toscana lo sta facendo da cinquant’anni. Mi chiedo, quindi, perché non puntiamo anche sui viterbesi? Chiediamoci per quale motivo i viterbesi non vengono più in centro, ma, anche per fare una passeggiata, preferiscono un centro commerciale. Analizziamo questo perché non penso si tratti solo di una questione di parcheggi, benché questa sia una carenza a cui bisogna porre rimedio al più presto. A Terni, ad esempio, non ci sono turisti, ma il corso è pieno di gente, perché ci sono i ternani”. \r\n\r\nPer riportare i cittadini a rivivere il centro, sarebbero numerose le iniziative e gli interventi che si potrebbero mettere in atto. Serone lancia delle idee nel suo campo che  è quello culturale. “Potremmo proporre delle passeggiate gratuite per i viterbesi – dice –  per portarli a scoprire il centro con appositi itinerari e iniziative di vario genere. Anche riportare gli uffici all’interno delle mura potrebbe aiutare. Quando sono venuto a Viterbo era il 1999 e il Corso era pieno di persone. Ora non è più così. Chiediamoci il perché”.\r\n\r\n \r\n\r\nTiziana Mancinelli\r\n\r\n 

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Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.