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Viterbo: una cicogna a spasso vicino alla Cassia Nord

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VITERBO – Evento raro avvistarne a Viterbo, eppure qualcuno stamattina c’è riuscito, non solo a vederla, ma anche a girare un breve video. Un nostro lettore, Giovanni, ci invia, così, circa un minuto della passeggiata ai bordi della Cassia Nord di un’elegante cicogna. In realtà erano due, forse una coppia, ma una è volata subito via dall’obiettivo, racconta Giovanni. L’esemplare avvistato sembrerebbe una cicogna bianca, la specie più nota. Vive in Europa e compie lunghe migrazioni in Africa. La maggior parte delle specie, infatti, sono migratrici, spostandosi ad alte latitudini durante l’estate, dove si riproducono, per poi svernare verso i paesi tropicali. La cicogna affronta, così, lunghi viaggi tra i continenti: dall’Africa ritorna per andare a nidificare nelle regioni del Nord Europa, ma anche nell’Italia settentrionale. Vedere questi uccelli a Viterbo è, dunque, piuttosto raro. In questo caso, però, due cicogne, forse per rifocillarsi del lungo viaggio, considerando anche il meteo avverso, hanno pensato bene di fare una sosta nella Tuscia, prima di ripartire. Un “turismo mordi e fuggi” dei grossi volatili, che ha permesso di immortalare da vicino questo straordinario esemplare, al centro di moltissime leggende e credenze. Secondo Claudio Eliano gli Egiziani veneravano la cicogna, molto rispettata tra tutti i popoli antichi in generale, poiché credevano che nutrisse i loro genitori anziani. Nel Medioevo venne addirittura paragonata a Cristo come simbolo della pietà filiale, mentre la sua caratteristica di divorare i serpenti, le attribuì più in generale una valenza positiva, diventando anche la metafora di Dio che combatte il demonio. Ma la sua più grande fama è senz’altro legata alla leggenda di portare in volo i neonati nelle case delle partorienti. Una storia che ci fa vedere la cicogna con occhio sempre benevolo e cha ha diverse radici. Una affonda nel Nord Europa e si basa sul legame alla Grande Madre, un’altra si ricollega alla sua natura di uccello acquatico che pesca la vita nelle acque del grembo della Grande Madre, mentre un’altra, ancora, è fornita dallo scrittore Angelo de Gubernatis, che riporta una credenza popolare germanica, secondo la quale le cicogne, uccelli presenti in zone acquose, pescherebbero  i neonati in una fontana. Un’altra origine della leggenda di portare i bambini in fasce si può rintracciare nel fatto che le cicogne costruiscono il nido su punti caldi come i camini e all’epoca le uniche case ad avere il camino sempre acceso erano proprio quelle dove c’era un neonato.

Tiziana Mancinelli

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Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.