Home Nazionale Conte in Parlamento in vista del consiglio europeo: “Chi sbarca in Italia, sbarca in Europa. Superare Dublino”.
Conte in Parlamento in vista del consiglio europeo: “Chi sbarca in Italia, sbarca in Europa. Superare Dublino”.

Conte in Parlamento in vista del consiglio europeo: “Chi sbarca in Italia, sbarca in Europa. Superare Dublino”.

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ROMA – ll governo italiano “in Europa parla con una voce sola ferma e risoluta”. Ha esordito così  il premier Giuseppe Conte, riferendo stamattina alla Camera in vista del consiglio europeo di oggi e domani a Bruxelles. Migranti, con priorità al superamento di Dublino,  crescita economica, reddito di cittadinanza, flessibilità saranno i temi su cui l’Italia farà sentire il proprio indirizzo. Primo punto in agenda la questione migranti: “Abbiamo ben presenti gli obiettivi da raggiungere. Produrranno del buono nella vita degli italiani e dei tanti migranti che si avventurano per mare sfidando la sorte alla ricerca di un futuro migliore, trovando, invece, morte, frustrazione, emarginazione”. Sulla questione migranti con il governo giallo-verde l’Italia si prepara a esercitare un ruolo attivo: “Abbiamo elaborato una proposta che abbiamo presentato domenica scorsa al pre-vertice europeo a Bruxelles, in vista dell’appuntamento di domani e dopo domani. Siamo riusciti a far accantonare la bozza proposta e circolata anticipatamente – ha sottolineato Conte – era chiaramente inadeguata a trovare un’efficace soluzione al problema dell’immigrazione. Una bozza che andava contro gli interessi del nostro Paese. È un primo importante passo per tornare ad avere un ruolo significativo. La questione importante da risolvere riguarda i movimenti primari che vuol dire operare una drastica riduzione di quelli secondari che sta molto a cuore anche ad alcuni nostri partner europei. Quella che avanziamo è una proposta che consenta di uscire dalla logica emergenziale e arrivare a  una gestione strutturale dei flussi”. Conte punta sul fatto che la gestione adeguata dell’immigrazione è “una priorità per la tenuta stessa dell’Unione europea”. La proposta dell’Italia si basa su 10 obiettivi. Il primo: “Intensificare gli accordi tra Unione Europea e paesi terzi da cui partono e transitano migranti, investire in progetti di sviluppo, formazione, occupazione”. Nella linea italiana emerge la priorità di “prevenire i flussi, riducendo i viaggi della morte”. In tale ottica si inquadra la decisione di “intensificare i rapporti con Libia e Niger. Con il loro aiuto – ha specificato Conte – abbiamo già ridotto le partenze  nel 2018. Abbiamo il dovere – prosegue il premier italiano – di tutelare la vita e l’incolumità delle persone, evitando che i migranti si avventurino nel Mediterraneo o alle frontiere terrestri europee”. A tale scopo la proposta italiana punta a creare “Centri di protezione internazionale nei paesi in transito” e anche ad “offrire assistenza e consulenza giuridica ai migranti in modo da gestire in via anticipata e più rapida le richieste di asilo, organizzare rimpatri volontari assistiti verso i paesi di origine”. A tal fine Conte ha detto di poter contare sulla disponibilità, già manifestata a suo dire, da parte delle “organizzazioni internazionali” e non ha mancato di chiedere maggiori “stanziamenti di risorse per il fondo per l’Africa, al quale contribuiamo in modo significativo noi e la Germania”, ha puntualizzato. Nella proposta italiana c’è l’idea di “rafforzare le frontiere esterne dell’Unione Europea non solo con iniziative e operazioni sotto l’egida della stessa Unione Europea, ma anche con il supporto della guardia costiera libica”. Centrale resta la necessità di “superare Dublino. Non ci sono più dubbi che sia inadeguato a gestire i flussi migratori – ha sottolineato Conte, portando l’attenzione sui dati statistici che dicono “che solo il 7% dei migranti sono rifugiati politici. L’attuale sistema si fonda sul tragico paradosso che i diritti delle persone che intendono richiedere asilo sono riconosciuti solo nel momento in cui riescono a raggiungere le coste dell’Europa. Questo momento va anticipato per tutelare i loro interessi e la sicurezza dell’Italia. Va superato il criterio del primo arrivo e riaffermato il principio che sbarcare in Italia equivale a sbarcare in Europa. Ribadirò con forza questo principio, come ho già fatto negli incontri bilaterali, e quando sono stato a Parigi da Macron e a Berlino da Merkel.  Ho detto che le coste italiane sono coste europee. È impensabile e ingiusto che la responsabilità in ordine alle richieste di asilo ricada tutta esclusivamente sui paesi di primo arrivo. Va scisso il porto sicuro di sbarco dall’individuazione dello stato competente a esaminare le richieste di asilo. L’obbligo di salvataggio che risponde alla legge del mare e a convenzioni internazionali,  non può diventare anche quello di processare domande per conto di tutti”. La proposta italiana contiene anche una linea forte di “contrasto con iniziative comuni e non solo affidate a singoli  stati membri della tratta di essere umani”, che si risolve anche nel “combattere più efficacemente le organizzazioni criminali che alimentano il traffico e le false illusioni dei migranti. Non possiamo portare tutti in Spagna, in Italia, in Grecia. Servono più centri di accoglienza in più paesi europei per salvaguardare i diritti di chi arriva ed evitare problemi di ordine pubblico e di sovraffollamento. Nel quadro di partizione delle responsabilità devono essere realmente portati a termine i ricollocamenti”. Idee chiare anche sul fatto che deve essere ogni Stato a “stabilire le quote di ingresso dei migranti economici. È una facoltà che scaturisce direttamente dal trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Non ci sembra questo il tempo di proporre cessioni di sovranità in ordine alle politiche pubbliche sulla gestione dei flussi migratori. Questo principio tuttavia va controbilanciato con la previsione e il rafforzamento di adeguate contro misure finanziare nei confronti degli stati che non si offrono di accogliere i rifugiati”. Il discorso di Conte si è spostato poi sul “quadro finanziario pluriennale 2012-2017. “Sono stati appena diffusi i dati Istat sulla povertà in Italia – ha detto -.  Non possiamo ignorare che nel 2017 oltre 5 milioni di persone in Italia hanno vissuto sotto la soglia della povertà assoluta”. Una realtà che risolleva anche la questione del Meridione, dove “l’incidenza della povertà assoluta è passata dall’8,5% del 2016 al 10,3% del 2017. Dati che ci obbligano a dare risposte concrete – ha proseguito Conte – perché ci sono 5 milioni di persone che non possono più attendere”. In proposito Conte ha esplicitato la linea che sarà quella di “pretendere dall’Europa” la flessibilità a un “utilizzo più ampio e organico dei fondi strutturali dedicati a questi temi. Nel nostro programma di governo   – prosegue Conte – abbiamo preso un impegno chiaro per lavoro e reddito di cittadinanza al fine di migliorare l’inclusione sociale”. In questo ambito “penso al fondo sociale europeo che potrebbe servire a finanziare ad esempio la riforma e il potenziamento dei centri per l’impiego, punti cardine per la concretizzazione del reddito di cittadinanza. L’Italia è un contributore netto al bilancio dell’Unione, pensiamo di meritare maggiore attenzione ai nostri  bisogni per quel che riguarda le politiche nazionali. Penso all’agricoltura, alla risposta al fenomeno migratorio. Ci opporremo a ogni misura che danneggi le nostre regioni e i nostri territori”. Conte ha ribadito, quindi, i punti: “Migrazione, controllo delle frontiere, sicurezza, crescita e innovazione”. In campo economico Conte ha rimarcato  la linea della “crescita” e della “competitività”. L’Italia ha tutta l’intenzione di esercitare un ruolo attivo nel contributo al dibattito sulla “riforma del sistema tributario. Spiegheremo che l’Italia ha bisogno di ridurre la pressione fiscale e la burocrazia. Appoggeremo ogni sforzo contro l’elusione  e l’evasione fiscale e cercheremo di progredire nella messa a punto di un sistema della base imponibile che superi la frammentazione dei sistemi di imposizione nazionali.  Abbiamo bisogno – ha continuato il premier italiano – di un’Europa più equa anche a livello fiscale. L’attuale assetto europeo non garantisce una tassazione equa soprattutto per quanto riguarda le attività industriali sul web. Il nostro obiettivo è, e resta, l’eliminazione del divario di crescita tra Italia e Unione Europea.  Il debito pubblico italiano è pienamente sostenibile, dobbiamo certamente puntare alla sua riduzione in una prospettiva di crescita economica, verso la quale orienteremo la  politica fiscale e di spesa pubblica.  Questo è il nostro messaggio chiave in sede di discussione sulla governance economica al prossimo summit del 29 giugno a margine del consiglio europeo. Resto ottimista sull’esito della riflessione che ci attende a Bruxelles. Non vogliamo un fondo monetario europeo che, lungi dall’operare con finalità perequative, finisca per spingere alcuni paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti con sostanziale esautorazione del potere di elaborare in autonomia politiche economiche efficaci e per questo – ha concluso – siamo contrari a ogni rigidità nella riforma del meccanismo europeo di stabilità soprattutto perché nuovi vincoli al processo di ristrutturazione del debito potrebbero contribuire proprio essi all’instabilità finanziaria anziché prevenirla”.

 

Foto © Pagina Facebook Giuseppe Conte

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.