Home Politica De Simone (FdI): “Viterbo una città disastrata che non è stata governata in questi cinque anni”.
De Simone (FdI): “Viterbo una città disastrata che non è stata governata in questi cinque anni”.

De Simone (FdI): “Viterbo una città disastrata che non è stata governata in questi cinque anni”.

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Direttore generale di Confartigiantao, impegnato non solo in campo economico aziendale, ma anche in molteplici iniziative sociali e culturali alle quali spesso l’associazione di categoria non fa mancare il suo supporto, diventando una presenza puntuale e significativa del tessuto cittadino. Andrea De Simone sarà uno dei candidato che il 10 giugno cercherà di conquistare  uno scranno a Palazzo dei Priori e far sentire la sua voce e le sue idee nella guida della città, in linea con gli indirizzi di Fratelli d’Italia, partito con cui si presenta per affrontare questa sfida.

 

Quando ha maturato la sua decisione di scendere in campo in politica?

La scelta risale alle settimane precedenti all’ufficializzazione  delle candidature. La mia appartenenza a Fratelli d’Italia dura da tempo. Ma la decisione di presentare la mia candidatura è maturata verso la fine. Lo slogan della mia campagna elettorale è “Restituire un futuro alla nostra città”. Ritengo che Viterbo in questi anni, soprattutto nell’ultimo quinquennio, non sia stata governata. Ma per dare a questa città un futuro è necessario restituirle, adesso, un governo con gente capace di amministrare. Solo con un governo serio e professionale della città si riuscirà a ristabilire un senso di appartenenza verso di essa.

 

Cosa intende per amministrare bene?

Parliamo di amministratori capaci. In campagna elettorale vedo candidati che si affannano a pulire la città, a raccogliere l’erba. Io non credo che siano queste le prerogative di un amministratore. È ovvio e scontato che la  citta debba essere ordinata e pulita. Ma questa è ordinaria amministrazione. Purtroppo negli ultimi anni è venuta meno.  Un buon amministratore deve far funzionare bene la macchina e quindi le funzioni essenziali.  Una volta fatto questo, allora, possiamo pensare a realizzare cose straordinarie. Il buon amministratore, però, non si vede dalla raccolta del sacchetto di platica.

 

Di cosa avrebbe bisogno la città per ripartire?

La città è talmente disastrata dal punto di vista della pulizia, della sicurezza, dell’ornato che avrebbe bisogno di un piano Marshall da tutti i punti di vista, che sappia fare dei sacrifici sulle grandi cose, per restituire alla città un senso di appartenenza. A tal fine bisogna ripristinare  la pulizia, la sicurezza, una gestione dell’immigrazione diversa. Alcuni quartieri sono ghettizzati perché c’è stata una politica dell’accoglienza disastrosa anche in città. Ci sono quartieri come San Faustino, Sant’Agostino, la zona di Santa Maria Nuova, dove è pericoloso girare la sera.  In alcune aree di città c’è stata una presa di posizione da parte degli immigrati, per cui diventa difficile anche stabilire una coabitazione.

 

Qual è stata la difficoltà delle imprese artigiane in questi anni?

Il trend inizia ad essere leggermente in crescita. I segnali macro economici stanno arrivando piano piano anche sul territorio anche se si parla di  una crescita ancora piccola. Siamo, purtroppo, ancora molto lontani dai grandi paesi europei che  cinque anni fa stavano molto peggio di noi come la Spagna e che ora invece stanno volando. Il trend è positivo, ma ancora lontano dagli standard che permettono una vita dignitosa alle imprese. Hanno ancora molte difficoltà, soprattutto dal punto di vista del credito. È come se in una macchina non metti la benzina. Così avviene per l’impresa: se i soldi girano con il freno a mano per ristrettezze del mercato creditizio, per i ritardi dei pagamenti, sia nelle transazioni private sia pubbliche,  diventa difficile. Il settore che a Viterbo ha sempre trainato l’economia è l’edilizia che raccoglie più del 50%. Ma non sarà più l’edilizia dei grandi palazzinari. Essa non tornerà più né a Viterbo né in altri luoghi d’Italia. È necessario pensare a un’edilizia diversa che punti alla  riqualificazione. E qui mi ricollego al discorso del centro storico. C’è un patrimonio della città che è andato disperso. L’obiettivo della prossima amministrazione dovrà essere quello di riportare le persone ad abitare dentro le mura. Per riportare le aziende a lavorarci, devi riportare la vita perché al di là delle attività di somministrazione che vivono di turismo del fine settimana, peraltro incrementato,  dal panettiere, dal barbiere ci va chi abita in centro. Nessuno va a parcheggiare al Sacrario per andare a comprare il pane al centro. Queste sono attività che resistono o possono riaprire se ci si riporta la vita, gli  studi professionali. Per fare questo serve anche una politica sugli immobili che possa agevolare chi affitata, chi ristruttura e andare a stangare chi tiene case e immobili sfitti.

 

Come consiglieri su quali temi punterà prioritariamente?

Centro storico, sicurezza, lavoro.

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.