Home Nazionale Di Maio rinuncia alla premiership: “Io e Salvini un passo indietro. Ora tocca a Berlusconi farlo”
Di Maio rinuncia alla premiership: “Io e Salvini un passo indietro. Ora tocca a Berlusconi farlo”

Di Maio rinuncia alla premiership: “Io e Salvini un passo indietro. Ora tocca a Berlusconi farlo”

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ROMA – “Io faccio un passo indietro, Salvini fa un passo indietro, c’è un altro che deve fare un passo indietro”. Può riassumersi in queste poche righe della dichiarazione fatta  da Di Maio alla trasmissisone ½ ora in più di Rai Tre , intervistato da Lucia Annunziata, il “succo” della vicenda che sta tenendo l’Italia senza guida politica da cinquanta giorni. La composizione del governo si è rivelata con il passare del tempo un gioco sempre più impossibile di incastri, dove la chiusura del cerchio è stata più volte impedita da forze che si respingono, anziché attrarsi, che rimbalzano più lontano da dove sono partite ogni volta che provano ad avvicinarsi. È il caso del Movimento Cinque Stelle e Berlusconi, lo scoglio che finora ha impedito di dare il via a un governo M5S – Lega. E allora, quel qualcuno che, secondo di Maio, dovrebbe fare un passo indietro altri non è che “Berlusconi. Quando lui faceva il suo primo governo io andavo al liceo – dice Di Maio – apparteniamo a due ere diverse”. Ere, “glaciali” verrebbe da dire. Tra Berlusconi e M5S finora più che trattative c’è stato un’instancabile ping pong di insulti. Oggi, però, Di Maio annuncia un passo indietro. Non sul cavaliere, con cui il M5S ribadisce le distanze e l’incompatibilità a una convivenza politica, ma sulla sua premiership.Se il problema sono io, allora decidiamo insieme un Presidente del consiglio”, è la sua offerta, da considerarsi anche l’ultima. Alla nuova apertura, seppur timida, di Di Maio alla Lega, bisognerà vedere come risponderà il centrodestra che stasera si incontrerà.  “Seppur siamo forze alternative con la Lega – asserisce Di Maio – possiamo fare un contratto di governo e fare buone cose scegliendo un presidente del consiglio condiviso, ma oltre non si va. In questi 50-60 giorni non ho mai perso la speranza di fare un governo politico”. Resta, quindi, il veto a Berlusconi. Così come rimane in piedi il “No” a “governi del presidente tecnici di scopo. Al di là delle figure che individuerà il presidente – prosegue Di Maio –  non hanno una connessione con il Paese. Credo molto che ci debbano essere governi politici. Prendere figure non passate per le elezioni, che nessuno ha votato, creerebbe scoramento nell’Italia che si ritroverebbe persone diverse da quelle votate. Se non è possibile fare un governo politico che si torni al voto”, rimarca Di Maio. L’ultimo giro di consultazioni, quindi, pare già segnato. Senza i numeri di Lega e Cinque Stelle un governo tecnico o del presidente non potrà mai nascere. La strada per evitare le urne passerà, quindi, solo dalla possibilità di un’intesa per un governo politico.

 

 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.