Home Nazionale Inizia il corteggiamento del Movimento Cinque Stelle al Partito Democratico.
Inizia il corteggiamento del Movimento Cinque Stelle al Partito Democratico.

Inizia il corteggiamento del Movimento Cinque Stelle al Partito Democratico.

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ROMA – “Siamo al lavoro per creare una maggioranza di governo che metta al centro le soluzioni ai problemi dei cittadini. Queste soluzioni passano per un contratto di governo sul modello tedesco, che può essere sottoscritto dal Movimento Cinque Stelle o con la Lega o con il Partito Democratico”. Lo afferma Luigi Di Maio dall’incontro di Ivrea celebrato a due anni dalla scomparsa di Gianroberto Casaleggio.Noi siamo pronti, ma vediamo anche che ci sono delle evoluzioni negli altri schieramenti a cui guardiamo – dice ancora Di Maio -. Registro come un passo in avanti la dichiarazione del segretario Martina del Partito Democratico, così come sono consapevole che Salvini è cosciente del fatto che al Quirinale o ci va con il 17% o con il 37% non ha il 51% e non crea una maggioranza. Aspetto e guardo a queste evoluzioni in questi due schieramenti, con l’obiettivo di dare un governo del cambiamento del Paese. Sono molto fiducioso per questa soluzione del contratto di governo”.

In attesa del prossimo giro di consultazioni al Quirinale la prossima settimana, il panorama politico è, dunque, in fermento con il Movimento Cinque Stelle, forte del 33%, che lancia inviti a formare un governo a destra e a sinistra, più da quest’ultima parte, a dire il vero, dopo la decisione di Matteo Salvini di andare al Quirinale insieme agli altri leader del centrodestra, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, segnale esplicito di non voler rinunciare al cavaliere, come, invece, aveva richiesto Di Maio quale condizione irrinunciabile per fare insieme una maggioranza di governo. La partita sembrerebbe essersi, dunque, spostata in queste ore all’interno del Partito Democratico, diviso tra chi vorrebbe rifiutare l’invito di Di Maio, ossia Matteo Renzi e i suoi fedelissimi, e chi, invece, vorrebbe aprire un dialogo. E proprio oggi, prima dell’incontro di Ivrea, sull’invito di Di Maio rivolto al Pd di “sotterrare l’ascia di guerra” sembrava essere arrivata un’apertura da parte di Matteo Renzi. In un’intervista a Repubblica Di Maio aveva, infatti, dichiarato: “Al Pd dico: sotterriamo l’ascia di guerra e diamo un governo al Paese. Non rinnego le nostre idee, ma questa è l’ora della responsabilità. Mai veti su Renzi, io criticavo la chiusura post voto. E dem e Lega non sono sullo stesso piano”. Dichiarazioni a cui, lo stesso quotidiano, riportava un’apertura di Renzi, subito smentita, però, dal suo portavoce: “L’articolo di Repubblica di oggi che parla di una svolta di Matteo Renzi sulla trattativa con i 5 Stelle è completamente privo di fondamento. Più “morbido” si era dimostrato, invece, Maurizio Martina dichiarando: “L’autocritica nei toni è apprezzabile, l’ambiguità politica rimane. Continuiamo a pensare che la differenza la fanno i contenuti e su questi abbiamo presentato al Quirinale, proprio pochi giorni fa, il nostro percorso e la nostra agenda fondamentale per il  Paese. Da questo punto di vista non vedo grandi novità. Mi pare evidente che centrodestra e Cinque Stelle, invece, debbano dire chiaramente al Paese, oltre che al resto delle forze politiche, cosa intendono fare. Il tempo dell’ambiguità, secondo me è finito. Consiglierei in questi giorni di andare fino in fondo ed esplicitare se c’è un’assunzione di responsabilità, su quali punti e con quali coerenze, o se non c’è. Stiamo vedendo da giorni il tentativo di costruire una quadratura. Dicano chiaramente fin dove vogliono arrivare. Noi per primi abbiamo posto al Quirinale alcuni temi essenziali per il Paese. La nostra prima proposta è il raddoppio del reddito di inclusione contro la povertà”. Un punto, quest’ultimo, su cui potrebbe seriamente concretizzarsi la convergenza del Pd con i Cinque Stelle che in campagna elettorale hanno fortemente cavalcato la proposta del reddito di cittadinanza.

L’invito con toni distensivi di Di Maio al Pd spacca, per ora, il partito di Renzi. Orfini scrive sul suo profilo Twitter: “Siamo alternativi al M5S per cultura politica, programmi e visione sul futuro del paese. Non sarà certo un appello strumentale a cancellare tutto questo. Parleremo con chi riceverà l’incarico e daremo il nostro contributo da forza di minoranza parlamentare”. Gli fa eco Dario Franceschini, più possibilista verso un dialogo con il M5S: “Di fronte alle novità politica dell’intervista di Di Maio serve riflettere e tenere comunque unito il Pd nella risposta. L’opposto di quanto sta accadendo: rispondiamo affrettatamente e ci dividiamo tra noi. Fermiamoci e ricominciamo”.

Lapidario, invece, Matteo Salvini:Governo Di Maio-Renzi, governo 5Stelle-Pd? Mamma mia! Sto facendo e farò tutto il possibile per cambiare questo Paese, con coerenza, serietà e onestà, ascoltando tutti.
Una cosa è certa: o nasce un governo serio, per ridare lavoro, sicurezza e speranza all’Italia, oppure si tornerà a votare e noi stravinciamo”.

La prossima settimana riprenderanno le consultazioni e la “palla” passerà al Presidente della Repubblica. Ma è chiaro che, in qualunque verso girerà, sarà una palla molto difficile da giocare.

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.