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Mattarella: “Governo neutro fino a dicembre o elezioni in autunno”

Mattarella: “Governo neutro fino a dicembre o elezioni in autunno”

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ROMA – Governo fermo al palo. Naufragata, pare, anche l’ultima offerta di Di Maio di fare un passo indietro sulla premiership e scegliere un presidente del consiglio con la Lega, mantenendo, però, il veto su Berlusconi. Condizione, quest’ultima, che ha impedito, almeno per ora, la possibilità di trovare una maggioranza per varare un governo. Di fronte allo stallo, prolungassi, oramai, per cinquanta giorni, il  Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella ha preso le sue decisioni: “Nel corso delle settimane scorse ho svolto, anche con la collaborazione dei presidenti delle camere, che ingrazio molto,  una verifica concreta attenta e puntuale di tutte le possibile soluzioni in un Parlamento, contrassegnato come noto da tre schieramenti principali nessuno dei quali dispone della maggioranza, condizione, questa, che richiede necessariamente che due di essi trovino un’intesa per governare. Non è riuscito il tentativo di dare vita a una maggioranza tra centodestra e il Movimento 5 Stelle; non ha avuto esito la proposta del Movimento 5 Stelle  di formare una maggioranza con la sola con la sola Lega; si è rivelato impraticabile una maggioranza tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico,  è stata sempre affermata da entrambe le parti l’impossibilità di un’intesa tra centrodestra e Partito Democratico. Tutte queste indisponibilità, mi sono state confermate questa mattina nel corso dei colloqui di oggi. Ho chiesto alle varie forze politiche, particolarmente a quelle più consistenti, se vi fossero nuove possibilità di intesa, registrando che non ve ne sono, come è evidente che non vi è alcuna possibilità di formare un governo, sorretto da una maggioranza nata da un accordo politico sin dall’inizio delle  consultazioni. Ho escluso che si potesse dare vita a un governo politico di minoranza, vi era stata stamattina una richiesta in tal senso che sembra sia già venuta meno. Un governo di minoranza condurrebbe alle elezioni e ritengo in queste condizioni che sia più rispettoso nella logica democratica,  che a portare alle elezioni sia un governo non di parte,  in ogni caso non il governo presieduto dall’on Gentiloni, che ringrazio per il lavoro che ha svolto e sta ulteriormente svolgendo in questa situazione anomala, con le forti limitazioni di un governo dimissionario, ha esaurito la sua funzione e non può ulteriormente  essere prorogato in quanto espressione del precedente parlamento,  da una maggioranza che non c’è più. Quale che siano le decisioni che assumeranno i partiti, è doveroso dare vita a un nuovo governo. Non si può attendere oltre, continuo ad auspicare un governo con pienezza di funzioni che possa amministrare il nostro paese senza i limiti di un governo dimissionario ma possa svolgere appieno la sua attività, che abbia titolo pieno per rappresentare  l’Italia nelle imminenti e importanti scadenze:  a giugno si assumeranno decisioni che riguardano immigrazione, bilancio dei prossimi sette anni, moneta comune.

Dai partiti, fino a giorni indietro, è venuta più volte la richiesta di tempo per raggiungere delle intese.  Può essere utile che si prendano ancora del tempo per approfondire il confronto tra di essi e far maturare, se possibile, l’intesa politica per formare una maggioranza di governo, ma nel frattempo, in mancanza di accordi, consentano,  attraverso il voto di fiducia, che nasca un governo neutrale rispetto alle forze politiche.  Laddove si formasse nei prossimi mesi una maggioranza parlamentare, questo governo si dimetterebbe con immediatezza per lasciare campo libero a un governo politico. Laddove, invece, tra  partiti non si raggiungesse alcuna intesa, quel governo neutrale dovrebbe concludere la sua attività a dicembre per andare subito dopo a nuove elezioni. Un governo di garanzia, appunto, per questo chiederò ai suoi componenti l’impegno a non candidarsi alle elezioni. Ipotesi alternativa è indire nuove elezioni subito, appena possibile, gestite dal nuovo governo, non vi sono i tempi per un voto entro giugno. Sarebbe possibile svolgerle in piena estate, ma sinora si è sempre evitato di farlo, perché renderebbe difficile l’esercizio del voto, o fissarle a inizio di autunno.  Rispetto a questa ipotesi, preoccupa che non vi sia, dopo il voto, il tempo per elaborare e approvare la manovra finanziaria e il bilancio dello Stato,  con conseguente aumento dell’Iva ed effetto recessivo che l’aumento questo tassa provocherebbe. Va considerato il rischio ulteriore di esporre la nostra situazione economica a manovre offensive della speculazione finanziaria sui mercati interni.  C’è anche il timore che con la legge elettorale si realizzi la stessa situazione di quella attuale  con tre schieramenti, senza che nessuno abbia una maggioranza.  Mi auguro che dalle varie forze politiche giunga una risposta positiva, nel senso della assunzione della responsabilità nell’interesse dell’Italia, tutelando in questo modo il voto espresso dai cittadini  il 4 marzo. Laddove questo non avvenisse, il nuovo governo neutrale resterebbe in carica per le elezioni da svolgere in piena estate o in autunno  con i rischi ricordati prima. Sarebbe la prima volta nella storia della Repubblica che una legislatura si conclude senza essere avviata, che il voto popolare non viene utilizzato. Scelgano i partiti con il loro libero comportamento nella sede propria, il Parlamento, tra queste soluzioni alternative:  dare pienezza di funzioni a un governo che sia in carica finché tra loro non si raggiunga un’intesa per maggioranza politica comunque non oltre fine anno oppure nuove elezioni subito nel mese di luglio ovvero in autunno”.

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.