Home Politica Pratica del casale Merlano: siparietti tra assessori e rimpiattino tra dirigenti, cronaca di un Comune in pieno caos

Pratica del casale Merlano: siparietti tra assessori e rimpiattino tra dirigenti, cronaca di un Comune in pieno caos

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Il sipario del teatro Unione non si è ancora riaperto, ma all’interno della maggioranza tanti piccoli siparietti (Video) sono oramai pressoché all’ordine del giorno. È ancora fresco l’ultimo «duello» tra le assessore Ciambella (Pd) e Troncarelli (Pd) sul trasferimento di alcune famiglie dagli alloggi popolari di via dei Pellegrini al serpentone di Bagnaia: necessario per la prima, inutile per la seconda. Entrambe le posizioni erano state argomentate con due relazioni, una della Asl a sostegno della tesi Troncarelli, l’altra del settore Patrimonio del Comune di Viterbo a supporto della posizione Ciambella, con due visioni «tecniche» totalmente contrapposte sullo stato abitativo degli alloggi, per cui una suggeriva il trasferimento delle famiglie, l’altra non ne vedeva il motivo.  Ieri mattina va «in onda» un altro siparietto. L’ambientazione è sempre la stessa: la sala del consiglio comunale che in questi giorni ospita le varie commissioni consiliari in preparazione della sessione di bilancio. I protagonisti, però, ruotano. Stavolta a «pizzicarsi» sono l’assessore Giacomo Barelli (Viva Viterbo), per il contenzioso, e ancora Luisa Ciambella (Pd) per il Patrimonio, in merito a una consulenza legale extragiudiziale da richiedere sul casale del Merlano. Ciambella l’ha richiesta perché gli «attuali affittuari sostengono che il Comune avrebbe dovuto già da tempo alienare loro il casale in cui attualmente abitano da più di vent’anni. Ma il Comune può vendere solo con un bando» spiega Ciambella, da qui la necessità di una consulenza legale con cui rapportarsi al legale nominato dalla famiglia. Una richiesta «già avanzata nel prossimo bilancio», dice Ciambella, ma Giacomo Barelli in commissione afferma: «Come assessorato al contenzioso non abbiamo nulla di questa cosa. Disponibilissimi a valutare, quando avremo la pratica». Ciambella ribatte: «L’unica cosa che ho fatto è stato richiedere al Patrimonio di predisporre questo parere. Immaginavo che gli uffici lo avessero comunicato a chi di dovere. Non credevo di doverlo seguire io». È il primo round.\r\n\r\nLa richiesta della consulenza, però, non sarebbe arrivata, oltre che al Contenzioso, nemmeno alla Ragioneria. Lo conferma il dirigente del settore finanziario, Stefano Quintarelli. Incalzato da Gianmaria Santucci (Fondazione) che gli chiede se ci siano o no i soldi per affidare la consulenza sul Merlano, a Quintarelli salta il «tappo» e rivolto al banco della giunta, mal celando un moto d’ira che gli sale fino alla bocca dove viene mitigato da un tono piuttosto tirato, esclama: «Non so niente, non ho visto niente. Quando la pratica arriverà, la guarderò e darò il parere». Qualcuno insiste nell’avere delucidazioni immediate e Quintarelli alla fine non ce la fa più e si lascia scappare: «Se le pratiche le fate prima, le possiamo vedere pure noi», dice piuttosto seccato rivolto al banco della giunta, ma senza specificare se la sua lamentela sia rivolta agli altri dirigenti o agli stessi assessori.  E la querelle sulla sorte della pratica si arricchisce di un altro protagonista: il dirigente Rossetti del settore che include il contenzioso. Rossetti dà la sua versione: «Fatemi parlare. Quando ho richiesto la consulenza, il dott. Quintarelli era in ferie, ho parlato con la Miriana che mi ha detto di dover parlare con il dott. Celestini» dice avviando un girotondo di dirigenti che se non si verificasse all’interno di un ente pubblico, sarebbe anche divertente. «Mi ha detto – continua Rossetti riferito alla signora della ragioneria  – che le risorse sono state assorbite da altre voci». Sui banchi dell’opposizione serpeggia l’umorismo e si rincorrono risatine sotto i baffi: «Cosa vuol dire che i soldi per affidare la consulenza non ci sono più?» chiede Santucci, alzando la mano verso i colleghi di opposizione per chiedergli di dargli spazio. «No, non ci sono», ribatte Rossetti.  «Quindi questo incarico non c’è più, bisogna levarlo dall’elenco?», ripete Santucci, come a far rimarcare al dirigente quanto appena detto, e Rossetti lo fa: «Sì bisogna levarlo».  A questo punto, però, alla «girandola» di versioni intorno alla pratica della consulenza, si inserisce un altro dirigente, ancora, il dott. Celestini, del Patrimonio, che dice: «Io sapevo che l’incarico c’era». Insomma un rimpiattino senza fine tra responsabili dei settori interessati che evidenziano chiaramente un black out  micidiale tra settori, per cui uno sembra non sapere quello che fanno gli altri, o anche processi che iniziano per poi perdersi chissà dove nelle maglie di una macchina amministrativa sempre più caotica, senza una linea di gestione chiara e soprattutto coordinata. Come se in un’auto una ruota andasse a destra e l’altra a sinistra e i fari fossero puntati in alto. C’è, inoltre, l’impressione che questo malfunzionamento della macchina amministrativa, derivante da criticità interne probabilmente, possa anche essere ulteriormente aggravato da assessori, cioè coloro che esprimono l’indirizzo ai settori, intenti a competere tra loro, a non confrontarsi, a non dialogare, quando addirittura a pizzicarsi con visioni diverse su una stessa cosa e a farsi la guerra. Una lotta politica senza quartiere che potrebbe essersi riversata sui meccanismi più propriamente tecnici di una macchina che invece, per sua natura, deve lavorare in simbiosi e in perfetta armonia e dialogo tra tutte le sue diverse componenti.\r\n\r\nUna condizione che pare non esistere al Comune di Viterbo, nel momento in cui arrivano in commissione o in consiglio pratiche interrotte o incomplete o poco chiare nell’indirizzo, che investono più settori, ciascuno dei quali con il proprio apporto. In tutto ciò l’interrogativo di Santucci suona quasi banale: «Se dovete affidare l’incarico per una consulenza extragiudiziale, perché avete scritto sul piano delle alienazioni che l’immobile è libero e locato?» dice, citando la consulenza che, ieri, non si è ancora riusciti a capire se ci sarà o meno, mancando il parere del ragioniere capo. «Pure questo è cinismo» dice Luigi Buzzi (FDI) replicando a un’osservazione di Ciambella che auspicava una soluzione alla vicenda del casale del Merlano che «presenta anche un risvolto di natura sociale, dato dalle particolari condizioni in cui si trova la famiglia che attualmente lo abita e ha sempre pagato regolarmente l’affitto» dice l’assessora al Patrimonio.\r\n\r\nForse, l’interpretazione più corretta di questo caos politico e tecnico è contenuta, almeno una parte, nello sfogo trattenuto a stento del dirigente capo: «Se le pratiche le faceste prima….»\r\n\r\n \r\n\r\nTiziana Mancinelli\r\n\r\n \r\n\r\nVIDEO\r\n\r\n 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.