Prato Giardino, Saraconi: «Tornerà alla dignità del primo Novecento». Perplessa l’opposizione
«Prato Giardino tornerà alla dignità che aveva nei primi anni del Novecento», parola dell’assessora all’urbanistica e verde pubblico, Raffaela Saraconi (oltre le mura), che proprio ieri ha relazionato in commissione il proprio operato.\r\n\r\nCirca un mese fa l’amministrazione Michelini aveva approvato un progetto definitivo sulla riqualificazione di Prato Giardino, contestato, tra l’altro, dal consigliere comunale di opposizione Giulio Marini (FI) perché, a suo dire, prevedeva: «L’assegnazione di un incarico per un lavoro già fatto».\r\n\r\nUn lavoro che comunque per il momento è stato interrotto. Il settore ragioneria, infatti, ha «mandato indietro la determina per motivi di bilancio – dice Saraconi – siamo così andati fuori con i tempi. Le piante stanno fiorendo e non possiamo intervenire ora. Tutto rinviato al 1° ottobre».\r\n\r\nMentre le piante fioriscono, i progetti dell’amministrazione Michelini maturano nel cassetto: «Nel contempo – spiega Saraconi – nell’ambito di un progetto generale, c’è un secondo stralcio esecutivo, sempre per l’importo di quest’anno in bilancio».\r\n\r\nDai banchi dell’opposizione Gianluca Grancini (FDI) solleva qualche perplessità sull’attenzione rivolta dall’amministrazione a Prato Giardino: secondo il consigliere comunale di Fratelli d’Italia sarebbe ancora troppo «poca». Di diverso avviso Saraconi: «Intanto – informa – abbiamo potato il leccio colpito dal fulmine. Abbiamo abbattuto e sistemato ben 36 piante, non mi pare che ci sia stata tanta assenza da parte nostra».\r\n\r\nAl riguardo Saraconi riassume cifre e progetti in corso: «È stato fatto un primo progetto preliminare generale – dice – di circa 34 mila euro, ci sarà un altro stralcio per 45 mila euro che sono in bilancio, e che prevedrà la completa riqualificazione della parte centrale. La presenteremo alla città, perché vogliamo che essa partecipi. Sarà un intervento che restituirà a Prato Giardino la dignità avuta nei primi anni Novecento»
