Home Politica Ornato cittadino, le regole ci sono ma i controlli no
Ornato cittadino, le regole ci sono ma i controlli no

Ornato cittadino, le regole ci sono ma i controlli no

0
0

Se è bene guardare a cosa si potrebbe fare in futuro, è anche necessario saper ben agire nel presente.\r\n\r\nE nella realtà di tutti i giorni del quartiere medioevale di problemi da risolvere ce ne sono molti.\r\n\r\nAlcuni restano anche quando ci sono le soluzioni.\r\n\r\nÈ il caso dell’ornato cittadino che proprio all’interno delle mura conserva molti “pastrocchi”. Nel 2011 si è arrivati a stilare un primo regolamento “dell’ornato e dell’arredo urbano dei centri storici di Viterbo“,  poi rivisto e approvato nuovamente con delle modifiche nell’aprile del 2103.\r\n\r\nCiò che  è stato fatto prima nel centro storico, però, resta lì dove è. Il regolamento, infatti, incide solo su ciò che “verrà”.\r\n\r\nSolo a partire dal 2013, quindi, gli interventi nel quartiere medioevale  devono attenersi alle regole stabilite dal Comune. Questo vale in teoria. Se il proprietario di un immobile, infatti, senza dire niente a nessuno un giorno facesse dei lavori non a norma, dovremmo aspettare che qualcuno lo scopra per poterlo sanzionare e riportare tutto allo stato previsto. Vana speranza.\r\n\r\nQuel qualcuno, salvo episodiche segnalazioni provenienti da privati, dovrebbe essere, infatti, la Polizia Municipale che, purtroppo, in questo periodo tra pensionamenti e blocco di assunzioni si trova a fare i conti con un organico ridotto all’osso.\r\n\r\nSenza controllo, l’efficacia che potrebbe avere il regolamento sull’ornato cittadino è notevolmente attutita, limitandosi a quelle partiche di ristrutturazioni che il cittadino presenta al Comune che, in questo caso, è messo nella condizione di controllare che tutto sia in regola.\r\n\r\nDal 2014 l’amministrazione comunale ha previsto l’erogazione di somme come incentivo a ristrutturare le facciate nel centro storico.\r\n\r\nL’importo messo a disposizione dei cittadini è stato di 100 mila euro all’anno. Un modo di “intervenire” su quanto già fatto prima del 2013 sul quale non si estende l’obbligo del regolamento.\r\n\r\n“Il primo anno abbiamo avuto un’ottima risposta – dice l’assessore all’urbanistica Raffaela Saraconi – poi le richieste di contributo per ristrutturare le facciate sono andate scemando. Di fronte a ciò, sto pensando di destinare le somme disponibili ad altri interventi comunque necessari per il centro storico come l’efficientamento, la rimozione dei fili. C’è veramente di tutto – dice Saraconi – addirittura pali di cemento inutilizzati”.\r\n\r\nLa maggior parte degli interventi nel centro storico sono stati intrapresi prima del 2013. Il fatto che il regolamento abbia efficacia a partire da questa data, non significa, però, che il Comune non possa trovare la via per agire anche su quanto già fatto.\r\n\r\nPer quanto riguarda gli immobili comunali, sarebbe intenzione dell’assessore Saraconi, con la disponibilità delle cifre necessarie, di rimuovere quelle situazioni che cozzano con il decoro urbano. In merito al  privato, invece, la strada continua ad essere quella dell’erogazione dei contributi per invogliarlo a  migliorare l’estetica dei propri edifici in linea con quanto stabilisce il regolamento comunale, rimuovendo quindi calcinacci, strafalcioni colorati, cassette esterne, cavi, fili, tubi.\r\n\r\nI fili sono un altro “pugno nell’occhio” che ricevi appena varchi la soglia del quartiere antico. Un’infinità di “liane” di gomma che si sbizzarriscono in evoluzioni di ogni tipo: penzolanti, rampicanti, tela di ragno intessuta sopra le piazze come un soffitto, attraversamenti aerei di vicoli. Pare che il Comune di Viterbo si sia più volte attivato per rimuovere simili oscenità che mal si conciliano con la straordinaria composizione architettonica del quartiere medioevale, ma avrebbe trovato un muro di gomma nell’Enel, che sarebbe competente, in tal caso.\r\n\r\n“Saltellando” dai fili di gomma a quelli utilizzati per stendere i panni, dalla sfera dell’Enel si passa a quella privata del buon senso cittadino.\r\n\r\nAnche se non ci sono specifici obblighi al riguardo, a meno che la palazzina sia gravata da un vincolo monumentale, starebbe alla sensibilità del residente evitare di mettere fili lungo importanti facciate, stemmi, peperino e profferli, costringendo antiche e blasonate memorie a imbarazzanti convivenze magari con un bel paio di mutande.\r\n\r\n \r\n\r\nTiziana Mancinelli\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.