Riunito in Prefettura il Comitato di Coordinamento per prevenire truffe finanziarie ad anziani e altre fasce deboli
“Prevenire e contrastare il fenomeno delle truffe, soprattutto finanziarie, nei confronti degli anziani è l’obiettivo del Comitato di Coordinamento presieduto dal Prefetto Piermatti che si è riunito lo scorso 14 dicembre presso la Prefettura di Viterbo alla presenza delle Forze dell’Ordine territoriali e del Segretario regionale dell’ABI Lazio, dott. Paladini”. Lo comunica in una nota stampa la Prefettura che precisa: “Il Comitato, in adesione al protocollo d’intesa sottoscritto nello scorso mese di maggio tra il Ministero dell’Interno e l’Associazione Bancaria Italiana, affida, infatti, ai Prefetti il coordinamento delle iniziative territoriali volte a prevenire il reato di truffa finanziaria, ai danni degli anziani e delle persone con bassa educazione economica – monetaria.\r\n\r\nIniziative che, rivolgendosi a fasce di popolazione potenzialmente più esposte a tale rischio utilizzeranno un linguaggio semplice e diretto, con una serie di consigli generali e di buone prassi per ridurre i fattori di vulnerabilità e i comportamenti economicamente rischiosi.\r\n\r\nAl tavolo di Coordinamento sono chiamati ad intervenire tutte le Associazioni, le categorie rappresentative interessate e quelli a contatto con le categorie a rischio.\r\n\r\nL’obiettivo condiviso dal consesso vedrà tutti i soggetti interessati interagire direttamente con i cittadini attraverso un’azione formativa e informativa anche mediante la capillare divulgazione di materiale cartaceo, più facilmente accessibile alle categorie di riferimento che non a quello informatico nonostante sui siti web delle Forze dell’Ordine sia già presente una campagna di sensibilizzazione che si va ad affiancare ad altre già avviate dalle Associazioni e da diversi Comuni della provincia.\r\n\r\nGrazie a un attento monitoraggio e al qualificato contributo delle Banche, infine, il Comitato avrà a disposizione una mappa sempre aggiornata di tutti gli eventuali nuovi fattori di rischio che possano tradursi in eventi criminosi e di tutte le buone pratiche da mettere a sistema nell’ambito territoriale”