Home Politica Sergio Pirozzi, “scacco al centro”. Il sindaco di Amatrice lancia da Viterbo la candidatura per ora “civica” alla presidenza della Regione Lazio.
Sergio Pirozzi, “scacco al centro”. Il sindaco di Amatrice lancia da Viterbo la candidatura per ora “civica” alla presidenza della Regione Lazio.

Sergio Pirozzi, “scacco al centro”. Il sindaco di Amatrice lancia da Viterbo la candidatura per ora “civica” alla presidenza della Regione Lazio.

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“Lista Pirozzi per lo scarpone”: il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi ufficializza la sua candidatura alla presidenza della regione Lazio con una sua lista civica dalla città di Viterbo, dove è arrivato ieri per presentare il suo libro: “la scossa dello scarpone”. Dunque Pirozzi scende ufficialmente in campo, anticipando la posizione ufficiale del centrodestra, ancora alla ricerca della quadratura giusta sulla regione Lazio.

La candidatura di Pirozzi, classe 1965, ex calciatore, ex allenatore, incontrerebbe il pieno favore di Matteo Salvini e potrebbe registrare anche l’appoggio di Giorgia Meloni. All’incoronazione ufficiale del sindaco di Amatrice come candidato alla presidenza della regione Lazio per il centrodestra, mancherebbe però il via libero di Forza Italia che, dopo aver ceduto sulla scelta di Nello Musumeci in Sicilia, vicino a Fratelli d’Italia, ora potrebbe voler indicare il nome sulla regione Lazio. Silvio Berlusconi starebbe sondando i possibili candidati di area già da diverso tempo, senza, però aver ancora indicato il nome da poter contrapporre all’ipotesi Pirozzi. Il sindaco di Amatrice ha a suo favore una lista civica accreditata, pare, tra il 15 e il 20% degli elettori laziali, senza contare la capacità dimostrata sul campo, e il conseguente impatto mediatico, in una delle peggiori tragedie che può colpire un territorio e una comunità come il terremoto. Non è escluso, dunque, che la candidatura di Pirozzi, per ora civica, possa trasformarsi nei prossimi giorni  in quella ufficiale  del centrodestra se non si riuscirà a trovare un nome altrettanto competitivo. Il sindaco di Amatrice, fedele alla sua storia di politico ed ex calciatore, è già sceso in campo ed ha già iniziato a giocare, indossando quello che è diventato il simbolo del suo fare politica: lo scarpone, tipico di chi percorre in lungo e in largo il territorio e si “sporca le mani” con le sue problematiche più immediate, contrapposto  al “mocassino” di chi scala i palazzi della politica. “Conoscono la filosofia, ma poco i problemi”, dice Pirozzi dal palco viterbese.  “Mi hanno spinto molti amici a candidarmi per fare qualcosa per il territorio, sono un uomo libero, non mi faccio mettere marchi da nessuno. Faremo la nostra squadra di uomini e donne con gli scarponi. Chi ci sta, ci sta. Tutti sanno che sono un uomo di destra, ma vado per la mia strada”.

Un percorso politico segnato dalla tragedia del terremoto che ha colpito il suo Comune, Amatrice, ma che, nel dramma, ha catapultato Pirozzi sul panorama nazionale, portando in primo piano un sindaco che si rimbocca le maniche tra le macerie. Un’esperienza che gli ha insegnato molto su quanta distanza ci possa essere tra l’ultimo piano dei palazzi del potere e il territorio su cui la gente si dibatte in mille difficoltà che diventano montagne  quanto ti cade addosso una tragedia immane come un sisma delle proporzioni di quello che sconquassato il Centro Italia.

Tutti parlavano di case, io di misure fiscali, perché se il lavoro muore, la gente se ne va e le abitazioni restano deserte – dice a proposito di quella distanza  – Un territorio su cui si è abbattuta una distruzione simile, necessita di esenzioni alle imprese. All’inizio era così, poi il governo”, o meglio il “mocassino”, “emette una circolare con cui si escludevano dal beneficio le imprese familiari, cioè la stragrande maggioranza delle realtà aziendali del territorio”.  Un altro esempio di lontananza dal territorio secondo Pirozzi è stata: “l’annuncio che non si sarebbero più fatti i funerali ad Amatrice, ma a Rieti. Non puoi dire una cosa simile a una comunità che ha avuto 239 morti. Costrinsi anche Polverini e Zingaretti a mettere gli scarponi, quando dissero di voler chiudere gli ospedali di frontiera, perché secondo loro non avevano i numeri. Questo significa non conoscere il territorio. Se togli i servizi, chiudi ospedali, scuole, servizi postali si riversano tutti nelle grandi città, le aree decentrate si spopolano, ma è qui che si ha il 100% di vivibilità. Bisogna investire su queste aree. Una legge speciale prevedeva per i piccoli comuni 100 milioni di euro in 7 anni, vale a dire 20 mila euro a Comune, ma cosa se ne fa di una cifra così? A mio parere il Centro Italia dovrebbe avere un regime fiscale diverso, al di là del terremoto, rispetto alle altre parti del paese. Questa è una visione”.

La scossa sismica è diventata, infine, una scossa a tutto il resto, ha fatto breccia in modi consolidati di vedere le cose, aprendo a nuove visioni. “Se non era per il grande cuore degli italiani, noi oggi eravamo morti – dice ancora Pirozzi -. Molte strutture sono state ricostruite grazie alla solidarietà”, dice prima di ironizzare ancora sui rappresentanti del governo: “Sono brave persone, studiano filosofia, però poi vivono da un’altra parte, stanno a Roma con l’autista, il telefonino, il divano di pelle umana di fantozziana memoria, non hanno lo scarpone. Il sindaco è in contatto diretto con le persone, è da lui che vanno per portare i loro problemi. Ho già detto che alla prossima disgrazia le donazioni dovranno andare alle popolazioni che hanno avute le distruzioni. I soldi vanno dati ai sindaci, perché sono loro che vivono il territorio e sanno cosa serve. Se un sindaco sbaglia il giorno dopo ha la protesta sotto il palazzo comunale. Nel cratere della distruzione sono stati inseriti 131 comuni, io però ho indicato le misure da prendere per quelli toccati direttamente dalla distruzione. Un padre di famiglia se ha due figli uno con la polmonite e l’altro con il raffreddore, credo che debba dare la medicina più forte al primo. Sono estremamente soddisfatto di essere riuscito a indicare la strada in certe situazioni. Un’ordinanza di Errani prevedeva un rimborso alle attività correlato al danno subito. Ma molte di esse hanno una contabilità semplice, negozi ereditati. Se un frigorifero l’hanno pagato 300 euro ora gli ci vorrà il doppio per ricomprarlo. I soldi stanziati non bastavano a riaprire, così ho attinto al fondo degli italiani che hanno versato sul conto corrente del Comune. Avrei potuto organizzare una protesta e avere i titoli sui giornali, ma ho preferito trovare una soluzione per la mia gente”.

Scelte pratiche quelle di Pirozzi che spesso si sono accompagnate a quelle di “cuore”: “Faccio l’amministratore pubblico dal 1995, sono stato vice sindaco a 100 mila lire al mese,  consigliere provinciale quando non c’era un’indennità, sindaco nel 2009. Per tutto ciò ho lasciato il mondo del professionismo nel calcio e ho fatto una scelta d’amore, sono rimasto a fare l’allenatore nei dilettanti e il sindaco a 660 euro. Se pensiamo tutti che la politica faccia schifo, lasciamo spazio a chi la fa per professione o racconta stupidaggini perché non ha mai messo gli scarponi ed è andato a conoscere il territorio”.

E a proposito di questo Pirozzi racconta un altro aneddoto ancora: “ Dopo tanti mesi non erano state ancora tolte le macerie. Per chi ha avuto 239 morti e vive sul territorio quel cumulo quotidiano di sassi  è una ferita sempre aperta. Un giorno uscì la  notizia dell’arrivo del presidente Mattarella, quello seguente erano aperti  i cantieri e stavano togliendo le macerie.  Fu così che lanciai il detto “un presidente al giorno toglie le macerie di torno”, invitando Mattarella a fare comunicati sul suo imminente arrivo pure se non era vero, per accelerare i lavori”.

Pirozzi conclude: “Sono un uomo libero, per questo ho potuto fare la voce grossa con Renzi e Gentiloni”. Intanto, ieri, il sindaco di Amatrice “una voce” l’ha fatta arrivare forte e chiara al centrodestra, lanciando la sua candidatura, nei prossimi giorni si vedrà se si trasformerà in un coro unanime o si apriranno altri scenari tutti da vedere.

L’incontro con Sergio Pirozzi è stato moderato dal giornalista Gianluca Campagna. Presenti in sala molti esponenti di centrodestra: Giulio Marini (FI), Gianluca Grancini (FDI), Claudio Ubertini (FDI), Claudio Taglia, Rosetta Virtuoso (FI), Alessia de Rubeis (Unione della Tuscia), il sindaco di Tuscania Fabio Bartolacci e molti altri ancora.

 

Tiziana Mancinelli

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Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.