Futuro nero per gli operatori dell’accoglienza pure nella Tuscia. Nessuna traccia del bando del 30 giugno.
Viterbo – Niente soldi, niente accoglienza. Anche nella Tuscia, meta negli ultimi anni di numerosi ricollocamenti di migranti in arrivo dal Mediterraneo, tanto da superare la quota Sprar del 3 per mille per abitante, l’ingranaggio inizierebbe a scricchiolare, rallentando. Nessuna traccia sul sito della Prefettura del bando che doveva uscire il 30 giugno. Sarebbe tutto fermo in attesa di quello che sarà il nuovo orientamento del ministero degli Interni. E la politica di Matteo Salvini, a capo del ministero, già dal momento successivo al suo insediamento non ha lasciato molto spazio all’immaginazione. Per il “popoloso” mondo di cooperative, associazioni, società inizia a prendere forma la prospettiva di una riduzione di quanto attualmente incassano per fornire l’accoglienza: da 35 euro, cifra poi ribassata da ogni operatore alla presentazione dell’offerta in occasione dei vari bandi, e che coprirebbe vitto, alloggio e spese per l’integrazione, a 25 euro. C’è poi la stretta della Prefettura sulla rendicontazione. Alcuni operatori sarebbero ancora alle prese con la presentazione dei documenti, senza i quali non arriverebbe la liquidazione delle somme da incassare a fronte dei servizi prestati ai migranti. Insomma, se il settore dell’accoglienza fino a qualche mese fa poteva essere visto come un’ottima opportunità per alcuni operatori economici, ma anche per i privati che mettevano a disposizione dei gestori dell’accoglienza strutture e appartamenti per l’ospitalità, l’imminente futuro potrebbe riservare tutta un’altra storia.
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