Home Cultura Laurizia la strega apre la “Notte di Mezzo”. Le streghe: sempre belle, sole, anticonformiste e invidiate.
Laurizia la strega apre la “Notte di Mezzo”. Le streghe: sempre belle, sole, anticonformiste e invidiate.

Laurizia la strega apre la “Notte di Mezzo”. Le streghe: sempre belle, sole, anticonformiste e invidiate.

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ViterboLe streghe sono esistite davvero? A leggere i verbali dei tanti processi di Inquisizione: sì. Ma chi era la strega? bastava essere bella, giovane, ma anche meno giovane, spesso sola, a volte benestante, sempre anticonformista. Bastava fare qualcosa di strano. Non conforme agli usi del tempo, alle abitudini della comunità, solitamente piccola, in cui si viveva, e si rischiava di essere additata come una strega. Laurizia, la strega di Vetralla, un giorno era uscita di casa piuttosto spettinata. Un altro aveva lasciato il pane ed era scappata via presa da un malore. Ma tutti avrebbero giurato di  averla vista diventare improvvisamente e “sospettamente” di colore bianco. Comportamenti visti con sospetto, lei che aveva fatto quell’errore di restare incinta prima del matrimonio. Poi era rimasta vedova. E ora aveva tra i suoi pochi amici solo uomini. Anche questo era molto poco ben visto. Soprattutto dalle mogli. E spesso erano proprio donne ad accusare altre donne. E a Laurizia era toccato stare su quella sponda del fiume della vita dove sei sola, perché tutti gli altri stanno di là, con il dito puntato. Verso di te. Verso Laurizia. La storia della strega di Vetralla apre la tre giorni della “Notte di Mezzo”, l’evento organizzato dall’associazione culturale Argot con la collaborazione e il patrocinio del comune di Viterbo, dell’Ateneo Tradizionale Mediterraneo, del Rotary club Viterbo. Il taglio del nastro ieri con il vice sindaco Enrico Maria Contardo (Lega). Un evento nato per scoprire antiche tradizioni, un patrimonio di conoscenze a volte andato perduto, altre celato, partendo proprio dal significato di Halloween, evento oramai festeggiato un po’ ovunque, del quale però spesso si ignora o si fraintende il vero significato di una tradizione che si celebrava tra i popoli antichi per segnare l’attraversamento dall’estate all’inverno. Il primo giorno di appuntamenti si è svolto al Ce.Di.Do che ha aderito al programma della “Notte di Mezzo” portando in “dote” i pregiati documenti antichi sull’Inquisizione e la stregoneria, esposti insieme a dei libri sul tema in una mostra che resterà aperta fino al 31 ottobre. Il prof. Luciano Osbat, responsabile del Ce.Di.Do, ha illustrato i documenti esposti al pubblico per poi lasciare la parola a Claudia Pianura, autrice del libro “Laurizia la strega di Vetralla. Un processo di stregoneria“. La figura di Laurizia fu piuttosto controversa. Strega o assassina? L’Inquisitore non crede forse molto alla stregoneria, o non pensa che sia questo il caso di Laurizia. “Nel processo – spiega Claudia Pianura – non ci sono domande particolari su diavolo o sabba. Questo è un processo importante dal punto di vista della ricostruzione storica perché è completo. Ci sono interrogatori con testimoni”. Laurizia vive nel 1567. Era sposata, poi rimasta vedova, con un certo Michele di Vejano. Lauriza era stata denunciata più volte, ma si era salvata pagando una somma di denaro. Quando l’accusano di nuovo, sapendo cosa l’aspettava, scappa, ma viene presa. I testimoni contro di lei erano tutti della provincia. Anche il notaio era di Montefiascone e il luogotenente di Sutri. Generalmente venivano accusate di stregoneria persone per lo più sole, belle, spregiudicate, o che non avevano accettato un matrimonio combinato con qualcuno. Laurizia vera rimasta vedova con un figlio che prese le sue difese, soprattutto nel condannare la tortura inflitta alla madre a suo parere senza una motivazione. Generalmente la strega si occupava delle erbe.  Laurizia fu accusata di aver ucciso dei bambini. All’epoca la mortalità infantile era molto elevata. Si moriva anche per delle malattie semplici, ma anche a causa dei genitori se il bambino dormiva con loro e quindi finiva schiacciato o soffocato”, dice Pianura. “Tra le torture inflitte a Maurizia – spiega – ci fu quella dolorosissima della “strappata” che consisteva nel tirare la presunta strega con le corde procurandole un dolore intensissimo. Molte confessavano per liberarsi da quella tortura. Laurizia era accusata di avere ucciso dei bambini”.  Reato molto frequente all’epoca considerata l’alta mortalità infantile, spesso per cause naturali, altre, invece, non si esclude che proprio i genitori praticassero un controllo delle nascite, spinti dalla necessità di razionare le risorse disponibili e assicurare la sopravvivenza della famiglia. “Il bimbo così – racconta il prof. Osbat – finiva spesso a letto con i genitori e a volte finiva schiacciato o soffocato”. Episodi tristi e insieme scoranti che contribuiscono a tramandarci lo spirito per certi versi drammatico di un’epoca disperata, e di una sensibilità sotto alcuni aspetti molto lontana da quella di oggi. Un quadro che va ricostruito e in cui va inserito il fenomeno della stregoneria. Non si può studiare una “strega” senza capire il mondo in cui essa viveva. Ed era un mondo spesso crudele e spietato. L’invidia, ad esempio, era di frequente il movente silenzioso che armava l’ira degli accusatori verso queste donne un po’ particolari, ma forse, spesso, chissà, anche completamente innocue, ree di conoscere troppo bene le erbe e per questo avere una nota di potere. Tant’è che spesso venivano chiamate per curare, aiutare nei parti. “Così era anche per Laurizia – dice Pianura – la chiamavano per farsi aiutare, minacciandola di denunciarle se non fosse andata, se poi qualcosa andava storto, la denunciavano lo stesso. Spesso si veniva accusate per morti di bambini accadute molti anni prima, bastava che qualcuno avesse visto la strega toccargli anche solo un ginocchio e quando il bambini moriva, anche molto tempo dopo, il fatto veniva richiamato per accusare la donna di stregoneria”. Il processo, infine, scagionò Laurizia. Per ottenere l’assoluzione si prodigò il figlio. Resta il fatto che all’epoca delle streghe: “La gente si voleva male. Non è vero che si voleva bene“, dice Osbat responsabile del Cedido ed esperto di processi di Inquisizione.  Dall’odio, dall’invidia, ma soprattutto dalla paura, emergeva la strega, incarnazione di tutte le angosce del tempo.

 

 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.