Home Politica Tajani tornerà a santa Rosa, intanto prova l’ascensore “Plus” mentre Marini rilancia il museo della guerra sotto via Marconi

Tajani tornerà a santa Rosa, intanto prova l’ascensore “Plus” mentre Marini rilancia il museo della guerra sotto via Marconi

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VITERBO – Procede a passo speditissimo verso gli ascensori realizzati con il progetto Plus dall’ex sindaco Giulio Marini (FI) che lo segue, o meglio insegue, insieme al codazzo dei forzisti: in cima a tutti Giovanni Arena candidato sindaco in ballottaggio il 24 giugno con Chiara Frontini che, forse per l’impegnativa campagna elettorale che sta portando avanti come primo protagonista, o per particolare affezione verso chi ha fortemente voluto la sua candidatura, si dimostra più “allenato” a tenere il passo e a restargli incollato. C’è pure Francesco Battistoni ed altri che man a mano restano indietro. Lui è Antonio Tafani che ha appena terminato la conferenza stampa in un noto locale del Corso a sostegno di Arena dove ha affondato una bella “ramanzina” alla precedente amministrazione di centrosinistra, già peraltro fuori gioco visto che non sarà in ballottaggio, per un utilizzo uguale a zero dei fondi europei. Un record di cui non andare certo fieri, vista la continua tiritera della mancanza di fondi, spesso intonata dalla politica per giustificare le cose non fatte. E così, quasi a rimarcare, invece, il “dinamismo” riconosciuto da Tajani alla precedente amministrazione Marini, artefice della richiesta andata a buon fine di ben 13 milioni di euro per il progetto di riqualificazione Plus, il parlamentare europeo, unendo l’utile al dilettevole, ha lasciato la città attraverso l’opera che ne è stata l’emblema: l’ascensore di Valle Faul. Imbocca via San Lorenzo con passi lunghi e decisi di chi conosce oramai la città da tempo, taglia dritto piazza del Gesù, dove, con chi gli è rimasto a fianco tenendo la sua velocità, annuncia che tornerà a Viterbo per santa Rosa. Scende, poi, verso ponte del Duomo, un’occhiata veloce a Palazzo dei Papi e arriva all’ascensore con il seguito di esponenti forzisti che, nell’attesa che si apra la porta, lo hanno raggiunto. L’ex sindaco Giulio Marini gli illustra l’opera, Tajani, ascolta soddisfatto, pigia il bottone, scompare dietro le porte dell’ascensore per riapparire al parcheggio di Valle Faul dove lo aspettano per lasciare la città. Da una parte del parco spunta il “Risveglio” la statua di Steward Johnson posizionata, anch’essa, dall’amministrazione Marini. Ma un altro progetto, che doveva far parte del Plus, giace nei cassetti di Palazzo dei Priori e potrebbe essere ripreso e rilanciato dalla nuova squadra di governo. Si tratta del “museo della guerra – svela Giulio Marini –il progetto già c’è, ma non saremmo riusciti a rientrare con la sua realizzazione nei tempi previsti dal Plus”. Questo avrebbe suggerito di accantonarlo. Almeno per il momento. L’idea, infatti, è piuttosto affascinante, soprattutto ora che i percorsi sotterranei di Viterbo stanno diventando una delle attrazioni tra le più ricercate dai turisti. Il museo della guerra, infatti, è situato sotto via Marconi, e la sua riscoperta, con un ritorno alla fruibilità per i turisti, promette di diventare un’attrazione sicuramente accattivante. “Si tratta del rifugio della seconda guerra mondiale sotto via Marconi. È un progetto che abbiamo valutato attentamente – prosegue Marini – ma i tempi di realizzazione non davano certezza di rientrare negli step del Plus, così lo abbiamo accantonato. Ma è molto interessante e ben conservato. Sicuramente è anche un’idea di promozione territoriale dotata di un suo  fascino. Ci restituisce la memoria di un’Italia nei momenti difficili e più drammatici.  Credo che la riscoperta di una simile testimonianza abbia un indubbio valore storico, e possa essere portata avanti andando a cercare le risorse necessarie. Servono fonti esterne perché il patto di stabilità non permette di impiegare fondi propri. Si dovranno cercare fonti regionali ed europee. Il rifugio antiaereo della seconda guerra mondiale è intatto. Ci sono grandi stanzoni, restano ancora le croci dell’infermeria, le sedute.  Certo non ci sono grandi cose, andrebbe arricchito.  Ma sarebbe di sicuro un altro percorso interessante da scoprire nei sotterranei della città, anche avvalendosi delle moderne tecnologie si potrebbero ricreare le emozioni di quel tempo. Io stesso, durante il mio mandato da sindaco, ho fatto suonare all’1.15 del 17 dicembre la sirena del bombardamento per ricordare il più grosso eccidio avvenuto nel secolo scorso nella città di Viterbo”, conclude Marini.

Tiziana Mancinelli

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Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.