Home Attualità Una city poco smart: a Viterbo tanti semafori ma non sono intelligenti.
Una city poco smart: a Viterbo tanti semafori ma non sono intelligenti.

Una city poco smart: a Viterbo tanti semafori ma non sono intelligenti.

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ViterboSi fa presto a dire “Smart city”. A farla, un po’ meno. C’è da rivoluzionare un interno mondo urbano cristallizzato su vecchi schemi, su visioni che, se anche superate, è difficile modificare. C’è da lavorare con coscienza e responsabilità per avere città vivibili e sostenibili. Ma, questo è il futuro, e chi non si adegua, resta indietro. Ecco così che un po’ ovunque, chi più chi meno, chi meglio chi peggio, inizia ad inserire misure idonee ad avviarsi verso una città “intelligente”. Anche perché oggi qualunque bando che mette a disposizione delle risorse per lo sviluppo urbano, ti chiede di essere “smart”. Viterbo è partita con il progetto Plus che ha introdotto una serie di “novità” come i cartelli elettronici a messaggio variabile che indicano i posti disponibili nei parcheggi,  l’Urban center alla Pensilina del Sacrario, il rifacimento del sito istituzionale del comune di Viterbo che, finora, non ha propriamente fatto impazzire di gioia gli utenti, e ancora telecamere e ztl. Ma per dire che Viterbo è una smart city l’impressione è che la strada sia ancora molto lunga da fare. Basta solo percorrere le strade cittadine per capirlo. Ingorghi ovunque, tanto per citare un esempio, un piano del traffico che ti costringe a fare il giro dell’oca per raggiungere  un parcheggio che continua a passarti davanti al finestrino mentre fai chilometri inutili per arrivarci.  Ma se c’è un “segno” immediato e riconoscibile, tra tutti gli altri, che dice quanto Viterbo sia ancora lontana dall’essere una smart city probabilmente quello è il numero impressionante di semafori che incontri a ogni metro percorso. Una quantità incredibile di impianti di vecchia data posizionati veramente ovunque. Non c’è incrocio che non ne abbia uno. Di alcuni non se ne capisce proprio l’utilità. Strumentazioni datate che in molti casi non sembrano avere altra funzione che quella di creare ingorghi laddove, se non ci fosse stato il “rosso”, forse non si sarebbero nemmeno formati. Semafori che ti costringono a interruzioni obbligate della tua direzione di marcia pure quando non ci sono altre auto nei paraggi con spreco inutile di tempo, carburante e un’impennata dell’inquinamento. Tutto ciò mentre in altre città stanno facendo il loro ingresso i semafori cosiddetti intelligenti. Si tratta di impianti dotati di una tecnologia in grado di rilevare il numero dei mezzi in transito e regolare di conseguenza la circolazione. Semafori  che “sanno” quante auto sono in coda e decidono a chi dare il verde. Ma anche asfalto con sensori che «percepiscono» il volume di traffico collegati con i semafori a cui vengono trasmesse le informazioni sul numero di auto in arrivo in modo da permettere alle luci stradali di adeguare i tempi di deflusso del traffico. Un “presente” che a Viterbo sembra ancora un lontano “futuro”. Fantascienza. Ma se i semafori intelligenti possiamo ancora solo sognarceli, una mossa intelligente, invece, a portata di mano c’è, e sarebbe quella di iniziare a toglierne qualcuno. Questa, sì,  potrebbe rivelarsi una decisione molto “smart”.

 

 

 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.