Home Cultura Bisentina, Rovati: “È un magico sogno. Sarà l’isola degli artisti. Apriremo al pubblico”

Bisentina, Rovati: “È un magico sogno. Sarà l’isola degli artisti. Apriremo al pubblico”

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Lucio Rovati
Luca Rovati

CAPODIMONTE (VT) – È stato un vero e proprio colpo di fulmine quello di Luca Rovati  per la  Bisentina, che cambierà il destino di questa isola, segnato, in questi anni, da una rapida e rovinosa caduta verso l’abisso del degrado, ma, ed è ancor peggio, in quello dell’oblio che inevitabilmente, a poco a poco, scende su un luogo che non vive più. Finché non è arrivata la famiglia Rovati. E per la perla del lago di Bolsena è iniziata tutta un’altra storia. A raccontarla tutta, bisognerebbe partire da più lontano, da ben trent’anni fa: è allora che la Bisentina inizia a entrare nella vita di Luca Rovati, o meglio, nel suo “immaginario”. A raccontarlo è lui stesso, intervenuto insieme al fratello Lucio al convegno organizzato ieri presso la Rocca dei Papi dal Lions club Falisco-Vulsineo in collaborazione con la fondazione Rovati e la delegazione di Viterbo-Rieti dell’ordine di Malta. “Ho sentito parlare dell’isola Bisentina all’inizio degli anni 90, quando conobbi la principessa Erica del Drago, dama di compagnia della principessa Elvina Pallavicini, della cui famiglia siamo molto amici”, racconta Luca Rovati a un’affollata platea che vede in prima fila gran parte dei sindaci del lago, e non solo: Massimo Paolini di Montefiascone, Paolo Equitani di Bolsena, Massimo Bambini di San Lorenzo, il vice sindaco di Gradoli Rosanna Ceccarelli, Ludovico Greco in rappresentanza di Marta, l’assessore Fabio Notazio, e il sindaco di Bagnoregio, Francesco Bigiotti che con la famiglia Rovati sembra già aver trovato una grande sintonia lungo quella linea che porta alla valorizzazione del territorio. A far incrociare la strada dell’isola Bisentina con quella di Luca Rovati fu Sigieri Diaz della Vittoria Pallavicini: “Mi parlava un po’ favoleggiando di questo luogo meraviglioso sul lago di Bolsena di proprietà di donna Erica”, spiega Rovati, sul quale quei racconti iniziavano a esercitare il loro “fatale” fascino, tanto che: “Quando atterravo all’aeroporto di Fiumicino – continua a raccontare – sbirciavo dal finestrino per capire quale fosse questa isola sul lago di Bolsena e cosa potesse esserci sopra”. La curiosità di Luca Rovati era destinata presto ad essere soddisfatta. “Sul finire del 2016 – spiega –  Sigieri mi disse che donna Erica aveva deciso di cedere l’isola e che c’erano sotto dei compratori americani e russi. Io dissi ‘cosa ci combinano sulla Bisentina?’ Lui (Sigieri ndr) mi disse perché non la compri tu? Sei pazzo risposi. Andai a vederla su internet, lessi le cose che si dicono sull’isola, vidi le sue foto e decisi in una freddissima giornata di dicembre del 2016 di andare a visitarla. Tirava un vento di inferno, il lago si alzava, sembrava di stare in alto mare. Quello che vidi non era una semplice meraviglia, ma quello che io definisco un magico sogno: il convento, la chiesa, i sette oratori sparsi nell’isola, il bosco, l’oliveto la malta dei papi. Lo ritenevo semplicemente pazzesco – prosegue Rovati –  chiamai l’amico Sigieri, chiesi quanto offrissero gli altri pretendenti all’acquisto, mi consultai con Lucio e nel giro di 30 minuti definì le condizioni di acquisto con l’avvocato di donna Erica”. La famiglia Rovati entra, così, nella secolare storia dell’isola Bisentina. Lo fa con la consapevolezza del suo valore e del suo significato. Con la sensibilità e il rispetto di chi nutre una autentica “passione” verso la storia, l’arte e la cultura. “Ce l’ha trasmessa nostro padre – specifica Luca Rovati –  ricordo ancora quando papà mi teneva sulle ginocchia e mi mostrava le monete romane bisentine. Attraverso la loro simbologia ci illustrava la storia di Roma e Costantinopoli”. E solo chi comprende fino in fondo il valore delle cose, del grande significato che esse portano con sé, sente il bisogno di renderne partecipi anche gli altri. “L’isola è un prezioso gioiello – dice Rovati – e per prima cosa vorrei che la mia famiglia non fosse l’unica a godere di questa bellezza. L’isola sarà sicuramente aperta al pubblico. Ancora dobbiamo stabilire, tra noi, e con le autorità locali e la sovrintendenza, le modalità con cui avverrà la fruizione da parte del pubblico. Ma questo sicuramente accadrà. Apriremo, forse, dei percorsi nel giardino, nel bosco, lungo la darsena, gli oratori, la malta dei papi, passando sotto ad alberi che, chiederemo, diventino piante monumentali. Vorremmo poi che la Bisentina fosse l’isola degli artisti, in particolare dei musicisti, cercheremo di farne una tappa delle maggiori orchestre sinfoniche,  che vengono ad esibirsi nel nostro Paese, ma anche musica jazz e contemporanea. L’isola potrebbe accogliere di volta in volta anche pittori, scultori, poeti che potranno soggiornare e lasciare sull’isola una loro opera. Ci sarà anche un percorso subacqueo, ne abbiamo già parlato con la sovrintendenza, con i loro archeologi e il gruppo di appassionati subacquei e sommozzatori della zona per visitare le antichità ancora sommerse. L’isola sarà anche residenza privata. Ma perché tutto ciò si realizzi serve un’altra cosa, e non sono le risorse finanziarie, che da sole non bastano a liberare la magia di un tempo, serve la forza di un territorio e della sua comunità, la spinta da parte di coloro che vi abitano e sentono l’isola parte del loro vissuto. Grazie a tutto ciò la Bisentina potrà tornare ai suoi antichi fasti”. La parola poi è passata a Lucio Rovati, dottore e ricercatore,  che ha parlato dell’azienda farmaceutica Rottapharm, argomento che riporta, obbligatoriamente, alla storia del padre dei fratelli Rovati: Luigi,   fondatore di questa brillante realtà aziendale e scientifica: “Nostro padre ha novant’anni e ha già visitato l’isola – dice Rovati – medico farmacologico ha fondato un laboratorio di ricerca sulla scorta della passione per la conoscenza e la sua diffusione. Uomo legato al suo territorio e a quello italiano, anche se la sua visione è stata l’internazionalizzazione – prosegue Rovati -. Nostro padre Luigi è  mosso da una grande passione per l’arte, in particolare quella classica, e per l’archeologia, ha viaggiato molto. Abbiamo visitato il centro e il sud America, l’Asia. Ho visto anche le tombe dipinte di Tarquinia e ne sono rimasto folgorato. C’è una naturale contaminazione tra il mondo scientifico e quello artistico – dice Lucio Rovati citando ad esempio alcune campagne per promuovere i prodotti della Rottapharm”. La fondazione è impegnata anche a Milano con il museo etrusco che inaugureranno il prossimo anno in corso Venezia. È toccato, poi, all’architetto D’Asaro illustrare il progetto di recupero (Clicca qui per maggiori dettagli).Ci siamo avvicinati all’isola con estremo rispetto – ha detto – la prima attività è stata di rilievo. L’isola è un palinsesto di memorie e stratificazioni. La profondità media dell’acqua intorno all’isola è di 70-80 metri. Abbiamo già riscoperto dei percorsi, la peschiera che assicurava la sopravvivenza di chi viveva sull’isola. Il sistema del verde è ancora presente. Non siamo ancora riusciti, invece, a trovare il vigneto del convento, ma non disperiamo. Abbiamo iniziato a censire gli alberi. Il giardino all’italiana è stato ripulito, ma necessita di ulteriori interventi”.  Tra le prime cose da fare, c’è quella di  raddrizzare la croce della cupola della chiesa dei Santi Cristoforo e Giacomo, un’operazione che finisce per diventare  quasi un simbolo del recupero dell’isola.

Giovanni Bruno

All’apertura del convegno ha portato i suoi saluti Massimo Paolini, sindaco di Montefiascone: “Questa è una giornata che definirei storica. Ringrazio i Lions per averla organizzata, ma soprattutto i protagonisti di questo evento: la famiglia Rovati, Luca e Lucio, figli del fondatore Luigi. La vostra presenza ci onora. Grazie di essere qui a Montefiascone, oggi ci regalate un grande sogno, e cioè rivedere l’isola Bisentina per quello che era al tempo dei Farnese. Un angolo di terra meraviglioso per arte, storia e natura, immersa nelle acque del lago di Bolsena, elementi per cui tornerà a rifiorire”. Roberto Saccarello, delegato dell’Ordine di Malta ha aggiunto: “Significativo che questo convegno sia iniziato con un momento di raccoglimento nella chiesa dedicata alla Madonna della Neve da parte dei confratelli dell’ordine di Malta delegazione Viterbo- Rieti unitamente al confratello dott. Luca Rovati che ci ha onorato della sua presenza. L’Ordine di Malta è presente nella Tuscia fin dalle origini dei cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme. Fu proprio papa Pasquale II che nel 1.113 approvò l’Ordine di Malta da parte della Chiesa. Il pontefice era originario di Gradoli.  Viterbo fu per 4 anni, dal 1523 al 1527, sede della sacra religione di Malta. Data anche la presenza di alcuni sindaci del territorio vorrei ricordare che proprio intorno al lago di Bolsena furono create sedi dell’Ordine di Malta, dove venivano accolti anche  i pellegrini che transitavano lungo la via Francigena. Il dott. Rovati ha ricordato la commenda di San Mario di Gradoli. Io vorrei aggiungere anche quella di Marta, Montefiascone che probabilmente ebbe anche dei legami con l’isola attraverso i Farnese, Valentano, Bagnoregio e Canino”. Alessandro Barelli dei Lions ha, invece, commentato: “Abbiamo voluto organizzare questo incontro con i Rovati perché si è verificato qualcosa di veramente importante e unico per il nostro territorio – sottolinea riferendosi all’acquisto della Bisentina da parte della fondazione –  Ho avuto modo di approfondire la conoscenza  dei Rovati in questi giorni e posso dire che mettono le persone davanti a tutto il resto. Sono figure di grande amore e rispetto per l’arte. Questa nostra figlia Bisentina si è ammalata per il degrado. Loro sono intervenuti con una sensibilità enorme. Il fatto che siano con noi oggi, è una tangibile dimostrazione della loro passione verso l’arte e il territorio. Forse solo persone come loro potevano fare il miracolo della Bisentina”. Da parte loro i Rovati, che sono apparsi già ben inseriti con le persone del posto, hanno sottolineato: “La familiarità e l’affetto con cui siamo stati accolti, ci ha fatto sentire a casa”, ha detto Luca Rovati. Al termine del convegno è seguita la visita alla Bisentina con i due fratelli che hanno guidato i visitatori con estrema gentilezza e affabilità, accompagnandoli alla scoperta dei tanti angoli meravigliosi dell’isola. Al convegno e alla visita sulla Bisentina ha preso parte anche il Prefetto di Viterbo, Giovanni Bruno.

Tiziana Mancinelli

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(In foto da sin.: Luca e Lucio Rovati)

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Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.