Home Politica Campo ex fiera di Viterbo, Aracri: “Michelini, un signore che sta qui tra varie ed eventuali. Europa non dice di accogliere tutti. Italia paese che investe meno sulla famiglia”
Campo ex fiera di Viterbo, Aracri: “Michelini, un signore che sta qui tra varie ed eventuali. Europa non dice di accogliere tutti. Italia paese che investe meno sulla famiglia”

Campo ex fiera di Viterbo, Aracri: “Michelini, un signore che sta qui tra varie ed eventuali. Europa non dice di accogliere tutti. Italia paese che investe meno sulla famiglia”

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“Sembra un signore che sta qui tra le varie ed eventuali. Non comprendo come si possa consentire una roba del genere, che è contra legem, perché da quando è mondo è mondo su un terreno agricolo non puoi mettere nulla. Ci provasse un viterbese a fare un cosa così,  non con quindici casette, ma una sola”. È il commento del senatore Francesco Aracri (FI), ieri a Viterbo per un convegno, di fronte al centro di accoglienza allestito sulla Cassia Nord in prossimità dell’ex Fiera di Viterbo, dove l’ha accompagnato Giulio Marini per prendere visione di quanto sta accadendo nella città di Viterbo. “Il sindaco non è in grado di rappresentare gli interessi e le esigenze dei viterbesi, mi pare plateale cos’altro deve avvenire?”, dice  Aracri spiegando che se Michelini, a suo parere, avesse assunto una posizione più ferma nei confronti della Prefettura la situazione, forse, non sarebbe andata fuori controllo, relativamente allo sforamento dei numeri di migranti presenti rispetto al tetto massimo previsto dalla clausola di salvaguardia per i comuni aderenti allo Sprar. “Se ti metti pesantemente di traverso – dice Aracri – credo che la Prefettura, diretta da uno stipendiato, stimabilissimo, dipendente dello Stato potrebbe pensarci un po’ prima di fare  queste cose”.  Ma Michelini ha più volte ribadito ai consigli comunali e nelle commissioni che un simile atteggiamento non rientra nella sua filosofia. Un altro punto critico di tutta la situazione è la mancanza di informazioni, hanno fatto notare a più riprese i consiglieri comunali di ogni “colore”. Anche nel consiglio straordinario convocato sull’immigrazione, gli stessi membri della maggioranza hanno cercato di spronare il sindaco a pretendere maggiori notizie dalla Prefettura su quanto sta accadendo a Viterbo con i centri di accoglienza. Solo ieri, si è riusciti a sapere un numero, peraltro indicativo, delle presenze migratorie in città, dopo numerosi tentativi di venirne a conoscenza fatti dai rappresentanti cittadini. C’è poi il capitolo “soldi spesi” del centro vicino alla ex fiera di Viterbo. La domanda: “Quanto ci costa?” è stata fatta più volte alla Prefettura, ma è rimasta senza risposta, riferiscono sempre gli stessi consiglieri.  Il palazzo del governo in città  ha, infatti, respinto la richiesta di accesso agli atti, inoltrata dalla quarta commissione consiliare nella persona del presidente Troili, con motivazioni “allucinanti” , esclama la consigliera Chiara Frontini. “Qua si consentono di fatto abusi – dice Aracri – e sono ignote le spese, perché la stessa Prefettura si rifiuta, per motivi che non sappiamo, di dire quanto è costato”. Viterbo: un triste spaccato di quanto sta avvenendo oramai nella gran parte dell’Italia. “L’Europa – prosegue Aracri – ha decretato che ogni nazione sul tema degli stranieri può decidere quanti accoglierli e quanti respingerli. E nel fare questo ha invocato anche maggiori controlli rispetto a chi viene, perché ormai è acclarato che il traffico di questi stranieri è gestito dalle organizzazioni riconducili all’ Isis”. Una linea, quella dell’Europa, dalla quale però l’Italia sembra discostarsi.  “Non abbiamo importato solo disperazione e nuove malattie che erano sparite dall’Italia – spiega ancora il senatore di Forza Italia –  ma accanto alle nostre mafie, ora abbiamo anche quelle straniere, vedi incendio in Puglia di Rodi Garganico, dove ormai è  acclarato che è riconducibile alla mafia nigeriana”. Le politiche dell’accoglienza macinano grandi numeri non solo di esseri umani, ma  anche di risorse attinte dalle casse dello Stato Italiano e non solo dall’Europa, come erroneamente a volte, molti, sono portati a credere. “Dal 2011 al 2016 sono stati spesi 12 miliardi di euro per gli stranieri più i soldi della comunità europea spiega Aracri –  nel 2017 verranno spesi 4 miliardi e 200 milioni più i soldi dell’Ue. Il governo parla di miseria, visto che tra due mesi ci sono le elezioni amministrative, dicendo che servono 7 miliardi, poi, però, ne stanziano solo uno e mezzo, con sui si riuscirà a soddisfare circa il 35%. Di questi soldi, inoltre, ne usufruiranno anche gli stranieri che stanno in Italia da 5 anni.  Nella determinazione del livello di ricchezza si considererà anche la proprietà della prima abitazione, noi siamo contrari perché la casa non produce reddito e spesso è stata acquistata facendo molti sacrifici, tant’è che noi togliemmo le tasse, altri, poi, le hanno rimesse. Stanno facendo un altro marchettone che sarà un disastro, così come è successo quando Renzi ha dato 80 euro: promessi a tutti, dati a pochi e ora 2 milioni di italiani li devono restituire perché  non ha detto loro che per fare questa operazione, ha dovuto alzare l’assicella della pressione fiscale. E mentre avviene questo tolgono 211 milioni di euro dal fondo per le politiche sociali e 50 milioni di euro dal fondo per la disabilità. Tutto ciò, insieme ad altri interventi, fa dell’Italia il paese europeo che investe meno sulla famiglia: l’ 1.5 % del Pil. Da Monti in poi, inoltre, gli investimenti sulla famiglia sono andati progressivamente scemando”. Tornando al fenomeno migratorio Aracri specifica: “Tutto ciò si combatte semplicemente con controlli precisi, evitando, come stiamo facendo da tempo, di andare a prenderli sulle coste. Quello che è grave, poi, è che tutti dicono che questo traffico sarebbe controllato dai terroristi.  Ormai è anche acclarato che il 70 – 80% dei minori, prima della partenza, è sistematicamente avvicinato dalle varie organizzazioni, perché fa parte di una strategia che peraltro l’Isis dichiara ormai apertamente, di voler trasferire la guerra  nel cuore dell’Europa”. Secondo Aracri la linea da portare avanti sarebbe quella che il centrodestra ha intrapreso già da qualche tempo: “Facemmo degli accordi con tutti gli stati dell’ Africa del Nord, portando là non i carri armati, ma le nostre industrie, con il doppio  effetto di far guadagnare le nostre imprese e allo stesso tempo creare in quei paesi posti di lavoro. Per un anno e mezzo si fermarono gli sbarchi.  Poi sono arrivate le “primavere arabe”, gli  inglesi, i  francesi, gli americani di Obama che non vedevano di buon occhio l’ingresso dell’Italia, non con le armi, ma con la politica, gli interventi sociali, il  lavoro, ed è accaduto quello che è accaduto. Più che primavere arabe, lo chiamerei il tramonto della civiltà.  Ora bisogna ripristinare una politica forte, stringere rapporti con governi veri, ed essere inflessibili qui in Italia, anche evitando di andare a prendere gente sulle coste, fare controlli serrati, mandare indietro chi non ha diritto di stare qui. Evitare, inoltre, di adottare  provvedimenti che possano veicolare il messaggio che  diamo soldi e cellulari a tutti quelli che arrivano”.

 

Tiziana Mancinelli

(In foto da sinistra Giulio Marini e Francesco Aracri)

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.