Home Cultura L’Alchimia dell’eclissi di luna. I miti dell’astro divorato dal demone o rubato dalle streghe
L’Alchimia dell’eclissi di luna. I miti dell’astro divorato dal demone o rubato dalle streghe

L’Alchimia dell’eclissi di luna. I miti dell’astro divorato dal demone o rubato dalle streghe

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Viterbo  – Scienza, astronomia, ma soprattutto “emozioni”. È quello che ha regalato l’eclissi del 27 luglio a quanti, tanti, sono stati ore a guardare il cielo, osservando il magnifico disco lunare riflettere l’ombra delle Terra. Il nostro pianeta, infatti, nella sera dell’eclissi, si è frapposto tra il Sole e la Luna impedendo alla luce di raggiungerla. E così sopra l’orizzonte stellato, è sembrato quasi di vedere un pianeta “fantasma” transitare davanti alla luna. Ma quali sono i miti, le credenze, e soprattutto la simbologia di certi eventi che permea antichi saperi tramandati nel corso dei secoli e spesso rimasti chiusi in circoli ristrettissimi di cultori dell’argomento? Protagonisti del cielo di fine luglio che ha conquistato tutti, tanto da invadere anche i social, sono Terra, Sole, Luna (per gli esperti anche altri pianeti) ma, guardando più alla sostanza delle cose, semplificando, la mano che ha tracciato il magnifico scenario astrale è quella della “luce” in gioco con il suo eterno opposto il “buio”. Il dualismo è la simbologia che plasma ogni forma esistenziale manifesta e che ritroviamo spesso anche nell’architettura sacra del passato. Nella Genesi la creazione della Luce sopraggiunge subito dopo quella del cielo, della terra e delle acque. “Dio disse sia la luce e la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina”. L’eclissi si inserisce, dunque, in un equilibrio universale che vige dall’origine del tempo, sovvertendolo. È chiaro, quindi, che il fenomeno ha sempre avuto una grande attenzione e un’influenza profonda sulle culture dei popoli antichi, sui loro rituali, sulle loro credenze, inserendosi a pieno titolo tra i fulcri dell’architettura delle scienze ermetiche.  L’eclissi comporta una scomparsa, un occultamento accidentale della luce, e per questo è stata da sempre vissuta, quasi ovunque, come un evento drammatico addirittura un segno di malaugurio, premonitore di avvenimenti funesti (Egitto; Paesi Arabi; Cina; ecc.). Le cerimonie (Islam e buddhismo) che spesso si tenevano in occasione dell’eclissi sono in rapporto con la morte. E in effetti essa è vissuta come la morte dell’astro, divorato da un mostro. (Solo i Cambogiani interpretano l’eclissi in modo favorevole o sfavorevole a seconda di come si verifica). In cinese la parola eclissi e la parola mangiare (ch’ih) sono espresse dallo stesso carattere: la luna è mangiata da un rospo. Per gli antichi Cinesi l’eclisse è un’irregolarità cosmica la cui origine non può trovarsi che in un’irregolarità microcosmica, cioè degli imperatori o delle loro donne. È un dominio sullo yang (maschile e luminoso) da parte dello Yin (femminile e oscuro). È opportuno – e questa credenza era ampiamente condivisa – portare aiuto all’astro in pericolo o smarrito: si ristabilisce l’ordine cosmico ristabilendo l’ordine terreno. In passato si disponevano i vassalli in quadrato, si tiravano frecce verso il cielo, ossia contro il mostro divoratore come oblazione, secondo la tesi di Granet. In generale, l’eclisse è vista come l’annunciatrice di cataclismi cosmici tipici della fine di un ciclo, che richiede un intervento o una riparazione, e per preparare l’avvento di un nuovo ciclo: questo sarà la liberazione dell’astro inghiottito dal mostro. Nell’antico Perù si trovano quattro spiegazioni delle eclissi, tutte considerate di cattivo augurio. Secondo la leggenda più antica un mostro – giaguaro o serpente (drago) – divora l’astro; un’altra racconta che l’astro è malato e muore. Per l’eclissi solare, invece, alcune credenze pensavano che il sole si nascondesse perché in collera con l’uomo o, altre, che si compisse la teogamia Sole – Luna  con i due astri che  si uniscono, avendo la luna sedotto e dominato il sole.

Nell’Ermetismo e nell’Alchimia Filosofica la realizzazione animico spirituale viene rappresentata in 3 cerchi intrecciati che indicano le Fasi dell’Ascesi attraverso il processo alchemico della materia. I tre cerchi richiamano la partizione dell’uomo in Corpo, Anima e Spirito associati ai pianeti e ai quattro elementi Terra, Aria, Acqua, Fuoco e ai metalli del processo alchemico. Il Sole, Oro, è lo Spirito. La Luna, Argento, è Anima. L’uomo può conseguire la Grande Opera solo con una trasformazione interiore che lo elevi a uno stato di purezza animico spirituale rappresentata dall’Oro, Sole, e quindi un ritorno alla Luce. Dal punto di vista esoterico nell’eclissi lunare la Terra, emblema della materia con i suoi inganni e le sue illusioni, si frappone tra Sole, Spirito, e Luna, Anima, separando e accentuando la distanza tra la sfera del pensiero da quella delle emozioni. Un’interruzione dell’equilibrio cosmico che vuole spalancare il varco verso nuovi cicli. C’è ragione di credere che il culto lunare sia più antico di quello solare, almeno in molte parti del mondo. Divinizzata, come altri astri nell’antichità, la Luna presenta nella sua mitologia un carattere essenziale, quello dell’eternità. Immortale perché riappare ogni mese dopo essere momentaneamente scomparsa, essa simboleggia un’ eterna rinascita, una vittoria sulla morte, una garanzia, per l’uomo, di una realtà ciclica che si rinnova. Nelle civiltà antiche (come in molte culture primitive) tra esseri umani e luna vigeva un profondo legame connotato di religiosità.  Questo rapporto entrava in crisi in modo drammatico quando la Luna non si manifestava più nella regolarità dei suoi cicli, ma attraverso l’eclissi, fenomeno considerato “anormale” pur accadendo con una certa cadenza anche se piuttosto rara e perché non se ne conobbero per lungo tempo le cause. C’è da dire, però, che anche quando queste divennero note,  il mito e la suggestione intorno all’eclissi lunare si mantennero sempre vive. Ancora oggi l’eclissi mantiene questo retaggio di segno di malaugurio, anche se sta prendendo il sopravvento, merito pure dei social, il fascino e l’ammirazione verso la spettacolarità dell’evento cosmico. I miti intorno a questo accadimento sono veramente numerosi. Le eclissi lunari (come quelle solari) erano dagli antichi interpretate anche come un segno della collera della divinità lunare, come la prova di una vicenda, di una lotta mitica che si compiva in cielo. Se in Omero l’eclisse è una “morte” dell’astro, per altri poeti vissuti tra il VII e il V secolo a.C., l’astro era “tolto”, “rubato” al cielo. Secondo una diffusa superstizione antica durante le eclissi la Luna era vittima di sortilegi, di procedimenti magici grazie ai quali maghe espertissime, erano in grado di “attrarre”, di “tirar giù” l’astro dalle regioni celesti e portarlo sulla terra.Da qui l’usanza di produrre violenti rumori, battendo su oggetti di bronzo, suonando corni o trombe per liberare l’astro dall’influsso delle parole magiche, di impedire che queste arrivassero fino ad esso. O anche di spaventare il “mostro” che minacciava di divorare (o sta divorando) la Luna. Uno dei rituali religiosi più importanti durante le eclissi di Luna diventava, quindi, il suono del timpano sacro, o di un tamburo, accompagnato da lamentazioni fino al termine del fenomeno, fino a quando la luce non fosse tornata.

Durante l’evento organizzato al Parco dei Cimini per l’osservazione astronomica dell’eclissi, il mito lunare del Demone che divora l’astro è stato messo in scena con una performance artistica “La danza della Luna”

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.