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Mazzoli: “Pronto a ricandidarmi. Pd unico partito che si è fatto carico della crisi del paese”

Mazzoli: “Pronto a ricandidarmi. Pd unico partito che si è fatto carico della crisi del paese”

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In una conferenza stampa nella sede provinciale del Partito Democratico, Alessandro Mazzoli ha tracciato un bilancio del suo mandato parlamentare, rinnovando la sua disponibilità a una ricandidatura. Argomento che ha reso inevitabile, su sollecitazione dei giornalisti presenti, un passaggio sulla vicenda dell’ultimo congresso provinciale che ha riconsegnato l’immagine di un partito locale spaccato quasi a metà e che, secondo Mazzoli, da quel giorno non si è più ricomposto.

Nel fare un resoconto della sua attività parlamentare, Alessandro Mazzoli parte da lontano, dal principio. “Ad aprile 2013 – dice – l’ipotesi più realistica era quella di un rapido ritorno alle urne, non essendoci una maggioranza. Fu, poi, eletto, per la seconda volta Giorgio Napolitano come Presidente della Repubblica, una scelta che portava con sé l’impegno a formare un governo di larghe intese. E così abbiamo avuto la legislatura più produttiva della storia repubblicana. Non è stato facile trovare un equilibrio. C’è stata molta fibrillazione tra le forze politiche e nel paese che, pure, aveva bisogno di risposte. La crisi incombeva, non era possibile rinviare ancora la discussione su alcune tematiche importanti”.

Mazzoli traccia un quadro con l’aiuto della matematica: “Nel 2013 – dice – il PIL era a meno 2,4%, i  consumi a meno 4,3%, la pressione fiscale al 44%.  Tra il 2008 e il 2013 abbiamo perso 9 punti percentuali di PIL, cioè 150 miliardi di euro. La disoccupazione giovanile nel 2013 superava il 40%. Nel 2017 – spiega – Il Pil è tornato a più 1,6%, vale a dire più 4 punti percentuali. La stima per il 2018 è di più 1,5%. Nel 2017 la disoccupazione è calata all’11% dal 13,5%, quella giovanile è scesa al 35,5%. I problemi, certo, non sono stati ancora tutti risolti, soprattutto sul piano economico e sulla disoccupazione giovanile. Dobbiamo ancora recuperare 5 punti di Pil per tornare ai valori prima della crisi. Dal 2011 in poi, però, con i governi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, c’è stato solo un partito che si è fatto carico della crisi del paese, e quel partito è il Pd. Abbiamo mille difetti, non lo nascondiamo. Discutiamo apertamente, ma difendiamo il lavoro svolto in questi anni. Siamo disponibili a parlare dei nostri errori, ma non accettiamo i giudizi sommari. Pensiamo veramente che il reddito cittadinanza sia la soluzione? Sicuramente è una prospettiva accattivante. Non dimentichiamo, però, che per redistribuire la ricchezza, bisogna produrla, e questo si fa con il lavoro. Se l’idea è che una parte dell’Italia non debba lavorare, ma sia sostenuta dallo Stato, a lungo termine rinunceremo a produrre una parte di ricchezza e il reddito di cittadinanza non sarà più sostenibile. Il Movimento Cinque Stelle non ha assunto nessuna responsabilità in nessun passaggio politico parlamentare.  La legge Fornero va rivista, ma abolirla, come dice Salvini, costerebbe 140 miliardi di euro, cioè quasi 9 punti percentuali di PIL. Anche rinegoziare i trattati con l’Unione Europea è un’ipotesi irrealistica, un singolo paese non può riscrivere le regole solo per sé. O lo si fa per tutti o c’è la Brexit”.

Riguardo all’opposizione in campo, quindi, Mazzoli asserisce: “Vedo solo cartelli elettorali, non c’è un programma di governo vero. I vari leader, ogni volta che parlano, dicono cose diverse tra loro”. Il deputato dem arriva, poi, a rivendicare i risultati del governo del Pd. “Abbiamo introdotto norme per abolire le dimissioni in bianco, abbiamo approvato la legge di contrasto al caporalato in agricoltura, riaperto il capitolo dei lavori usuranti per quel che riguarda il trattamento pensionistico, argomento che ci interessa da vicino poiché riguarda i ceramisti italiani e, quindi, anche quelli di Civitacastellana. C’è stato poi il jobs act che ha esteso le tutele a tutte le forme contrattuali, anche a tempo determinato. Abbiamo approvato la legge che introduce il reato di tortura dopo 30 anni che l’Italia era stata messa in mora, la legge sul bullismo e il cyber bullismo, sul testamento biologico e il “Dopo di noi”, le unioni civili. Sullo Ius Soli sono mancati i numeri al Senato ma ci auguriamo che la prossima legislatura possa portare a compimento questo percorso. Abbiamo legiferato sulla green economy, di cui tanto se ne parla, ma non c’era ancora una legge che ne certificasse l’esistenza. Abbiamo introdotto il reato ambientale nel Codice penale, il reato di inquinamento e disastro ambientale, riformato le agenzie ambientali, introdotto l’Eco Bonus nell’edilizia che ha favorito tra i 27 e 28 miliardi di investimenti pubblici e privati, generando 170 milioni di occupati in più e ridisegnando l’edilizia in una dimensione di sostenibilità.  Dopo 15 anni abbiamo approvato una legge sui piccoli borghi. Siamo il paese in Europa che si approvvigiona di più da fonti rinnovabili. Abbiamo dimostrato che la cultura, se adeguatamente valorizzata, è un settore importante della nostra economia. Abbiamo introdotto l’Art Bonus, il Codice dei Beni culturali, rilanciato la politica dei musei anche in chiave turistica. L’ impegno sulla via Francigena. Io stesso sono stato il primo firmatario di un’iniziativa legislativa che ha equiparato i beni materiali e immateriali dell’Unesco. Abbiamo riportato al centro dell’economia l’agricoltura, quale pilastro del Made in Italy. E, inoltre, lo sblocco dei lavoro della Trasversale, l’abolizione di Imu, Irpef e Irap in agricoltura dove abbiamo registrato più 38% di occupazione giovanile. Abbiamo approvato la legge sulla biodiversità”.

Finito il resoconto, Mazzoli lancia uno sguardo al futuro, sperando di esserci per puntare su “quattro punti fondamentali: “Più sforzi negli investimenti pubblici e favorire quelli privati, svincolandoli dal patto di stabilità; ridurre le disuguaglianze sociali e impegnarsi nella lotta alla povertà; continuare a investire in innovazione e sostenibilità; riprendere in mano la “Scuola”, dove abbiamo fatto tanto e, nonostante ciò, abbiamo ottenuto la più grande protesta che si era mai vista in questo settore. Abbiamo fatto degli errori”.

Nel futuro “Parlamento” di Mazzoli, a capo della coalizione di centrosinistra c’è Paolo Gentiloni: “Renzi è il nostro segretario di partito, ma oramai è necessario dare vita a un’alleanza di centrosinistra più ampia e Gentiloni è l’uomo giusto. Con  il referendum costituzionale c’è stata una battuta d’arresto che ha riaperto la strada alla frammentazione politica e al ritorno al proporzionale, condizionando le scelte del Pd al congresso nazionale. Il partito unico è oramai superato, anche se il Partito Democratico resta il punto fermo di un’alleanza larga di centrosinistra”.

 

Tiziana Mancinelli

info@quintaepoca.it

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.