Home Attualità Ordinanza “no-botti” carente: il 2020 inizia con una strage di storni.
Ordinanza “no-botti” carente: il 2020 inizia con una strage di storni.

Ordinanza “no-botti” carente: il 2020 inizia con una strage di storni.

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Viterbo – Si dice che gli storni volino in stormo, gli uni accanto agli altri, per proteggersi dalle minacce e dai predatori. È una delle ipotesi che spiega le mirabili coreografie che disegnano in cielo, volando come fossero una cosa sola. Uno spettacolo che questi piccoli volatili hanno regalato a Viterbo nel mese di dicembre, disegnando uno straordinario cielo di Natale. In molti li hanno ammirati e sono rimasti meravigliati nel seguirli nelle loro festose acrobazie. Sempre in stormo, come fossero legati da un filo invisibile, quasi avessero una coscienza collettiva a guidarli nelle loro manovre perfette, millimetriche, velocissime. Ma stavolta la minaccia che li attendeva nella Città dei Papi era più grande anche di loro, dei loro immensi stormi: i botti di Capodanno. A cavallo della mezzanotte a Viterbo si è scatenato il caos. Esplosioni assordanti durate per circa un’ora. L’ordinanza anti botti non ha funzionato. Il responsabile provinciale della Lipu, Enzo Calevi, spiega anche il perché: “Era troppo carente. Il divieto era previsto solo in alcuni luoghi cittadini, quelli pubblici e a ridosso di ospedali e altre strutture. Comprendo quanto sia difficile controllare chi viola il divieto, ma un’ordinanza totale si sarebbe rivelata sicuramente più utile“. Il responsabile Lipu racconta la nottata di terrore dei poveri volatili:Sono stati sorpresi nel sonno da tremendi boati. Spaventati e in preda alla paura sono fuggiti da tutte le parti, probabilmente si sono uccisi anche tra di loro, o sono andati a sbattere. Certo è che il triste spettacolo che abbiamo visto sulle strade stamattina, con decine  e decine di animali morti in terra in tutta la città, ci dicono che il numero di soggetti morti è piuttosto consistente“. Sempre alla Lipu, stamattina, sarebbero arrivate molte segnalazioni anche di uccelli caduti a terra, feriti, che si sta cercando in queste ore di recuperare. “Purtroppo oramai il danno è fatto – dice Enzo Calevi – lavoreremo per il prossimo anno, per ottenere un’ordinanza molto più restrittiva. Gli storni avevano dato vita ai cieli di dicembre, non solo con lo schiamazzare caotico di quando si posavano sugli alberi, ma anche con quella vibrazione sottilissima dell’aria che producevano le migliaia di ali all’unisono, quando da quegli alberi si sollevano tutti insieme per aprirsi a ventaglio sopra la tua testa. Un istante velocissimo, in cui pareva ti sfiorasse l’orecchio la voce del cielo, in un sussurro  leggerissimo. Gli storni si univano alle striature del tramonto ogni sera, oggi disegnano tanti piccoli punti rossi sull’asfalto, un macabro alfabeto dell’ignoranza di certa umanità, dedita ancora a usanze tribali, senza senso. La bella città di Viterbo segnata ovunque, sia dentro, sia fuori le mura cittadine, da piccole pozzanghere di sangue misto a polvere e terra, una poltiglia da cui spunta qua e là un becco, un’ala spezzata, una zampetta con gli artigli ripiegati, come l’ultimo grido di quegli attimi di puro terrore. Con l’aiuto dei pneumatici delle auto, è tutto viscere e terra, all’alba del 2020.

Tiziana Mancinelli

mancinellitiziana@gmail.com

 

 

 

 

 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.