Viterbo – “Forzano la porta di un appartamento per tentare di rubare, ma all’interno trovano un poliziotto che le insegue e le blocca”. Lo comunica in una nota stampa la Questura di Viterbo.
L’episodio è avvenuto ieri mattina. “Un poliziotto in servizio presso la Questura di Viterbo – spiega la nota – si trovava all’interno del proprio appartamento, ubicato nel capoluogo , quando ha sentito suonare ripetutamente prima il citofono e poi il campanello di casa. Considerata l’insistenza, il poliziotto dalla stanza da letto si è diretto verso l’ingresso, quando, in fondo al corridoio, ha notato la presenza di due donne, alle quali si è qualificato come appartenente alla Polizia di Stato, intimando loro di fermarsi.
Le due donne, incuranti dell’ordine del poliziotto, si sono date alla fuga uscendo dal palazzo. L‘agente le ha inseguite immediatamente, riuscendo a bloccarle a poche centinaia di metri dall’edificio”. Nel frattempo sul posto sono arrivati anche “gli equipaggi dell’Ufficio Prevenzione e Soccorso Pubblico della Questura di Viterbo che, allertati da un cittadino che ha assistito alla scena, hanno preso in consegna le due donne. Quest’ultime sono state, in seguito, identificate come nomadi di 33 e 23 anni, e condotte in ufficio per i successivi accertamenti, a seguito dei quali sono emersi numerosi precedenti e una serie di provvedimenti a carico delle stesse.
La donna di 33 anni, in particolare, è risultata già sottoposta nel 2015 dal Questore di Viterbo alla misura di allontanamento dalla città – spiega la Questura – mentre la ventitreenne era addirittura ricercata per diverse pene da scontare e anche per furti già commessi in zona”.
Le due nomadi sono state quindi tratte in arresto per tentato furto aggravato e possesso di strumenti atti allo scasso e, la trentatreenne denunciata per inottemperanza al foglio di via obbligatorio mentre la più giovane, con provvedimento del Questore, allontanata dalla città.
Nella giornata di ieri, in sede di giudizio direttissimo, è stato convalidato l’arresto e disposta, come misura cautelare, l’obbligo di firma per le due donne.
Per la ventitreenne la Squadra Mobile ha eseguito un ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Ascoli Piceno e la stessa è stata quindi tradotta presso il carcere di Rebibbia.
Ulteriori informazioni potranno essere richieste al dirigente dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, dr. Riccardo BARTOLI.