Home Politica Candiani, Borgonzoni, Siri: “Arena potrà contare su un governo a Roma”

Candiani, Borgonzoni, Siri: “Arena potrà contare su un governo a Roma”

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VITERBO – “Mi dispiace per qualcuno del Pd e per quelle cooperative che sfruttano l’immigrazione, ma veramente la pacchia  è finita, e per chi si illude, dico è strafinita in questo momento il ministro dell’Interno si chiama Matteo Salvini e dall’altra parte quello delle infrastrutture non si chiama Delrio”. L’affermazione risuona forte dal palco allestito in piazza XX Settembre a Bagnaia,  luogo scelto dalla Lega di Viterbo per il comizio dei tre sottosegretari Armando Siri, Stefano Candiani, Lucia Borgonzoni arrivati ieri a Viterbo per sostenere il candidato sindaco di centrodestra, Giovanni Arena, ma anche per prendere “contatto”, quali figure governative, con il territorio della Tuscia. Non a caso, infatti, i tre si sono spostati in tre luoghi chiave della città, su cui si possono polarizzare quelli che saranno i cardini del governo leghista con ricadute sul territorio: lavoro, sicurezza, cultura e turismo. Armando Siri, sottosegretario a infrastrutture e trasporti ha visitato la Camera di Commercio, Stafano Candiani si è recato alla caserma dei vigili del Fuoco, mentre Lucia Borgonzoni ha fatto il suo ingresso al teatro dell’Unione e a Villa Lante. Il giro dei tre esponenti leghisti si è poi concluso sul palco di Bagnaia insieme a Giovanni Arena e il senatore leghista Umberto Fusco. Ha moderato l’incontro il giornalista Alessandro Usai. “La pacchia è finita, e siamo qui oggi per dire che a Viterbo la Lega c’è”. È Stefano Candiani a scandire il concetto davanti a un folto pubblico che applaude e incita. “Questi cialtroni devono restare a casa – commenta riguardo al Pd – hanno ucciso i nostri borghi e la voglia della gente di andare a piazza a fare politica, noi, invece, chiediamo ai nostri elettori proprio questo. Con noi al governo la gente avrà sempre un concittadino in più. La Lega sarà sempre sulla piazza del Comune. Al ministero degli Interni non c’è un ministro, ma un super ministro che sta dando una lezione di dignità, coerenza e di rispetto della parola data in campagna elettorale. Lo stiamo facendo con i respingimenti, così come lo faremo tra qualche giorno andando in Europa dalla Merkel non più con il cappello in mano, ma come un Paese che pretende rispetto. Hanno cercato di ribaltare l’esito del voto con lo spread e meccanismi lontanissimi dalla gente per tentare di modificare artatamente la volontà popolare. Dalle urne è uscito un voto preciso e severo che dice di cambiare strada. E noi lo stiamo facendo. Ci siamo presi un supplemento di responsabilità, portando al governo il programma condiviso di centrodestra, e lo abbiamo fatto per liberare il Paese dal marciume della sinistra che ci ha annegato per troppi anni. Caro sindaco – dice poi Candiani rivolgendosi a un Giovanni Arena che sprizza felicità da tutti i pori – questo è il nostro comune denominatore, non solo a Viterbo, ma anche a Terni. Non ci sono confini geografici al buonsenso. Votando Lega, abbiamo posto fine al tempo della sinistra”. Candiani rinnova, poi, l’impegno verso tutte le forze dell’ordine: “Finora sono stati costretti a fare il proprio dovere con il timore di essere incriminati, mentre i ladri venivano messi in libertà sulla piazza. Questi tempi sono finiti. Noi ridaremo dignità a chi veste una divisa.  Essa deve essere rispettata, non può essere infangata da alcun criminale”. E in proposito Candiani, in linea con il modello sicurezza della Lega, “suggerisce” ad Arena di “rinforzare  il Corpo della Polizia Municipale”.  Più vicina ai temi locali la sottosegretaria Lucia Borgonzoni, reduce da una visita al teatro dell’Unione e a Villa Lante, prima di salire sul palco. “Voi dovreste vivere solo di turismo”, afferma. (Leggi l’articolo) Ma per avere visitatori, bisogna prima avere “le strade”, cioè le “infrastrutture, come fa notare Armando Siri: “Se prendete la cartina geografica vedrete che le strade in prossimità di Viterbo diventano sempre più piccole fino a scomparire nel nulla – dice il sottosegretario, dipingendo con un efficace esempio un quadro sconcertante e veritiero – Potreste avere molti turisti, ma senza collegamenti, questo diventa difficile. Molti potrebbero scegliere mete più facili da raggiungere”, dice, lanciando poi il suo cavallo di battaglia: la flat tax.Stiamo mettendo in atto una grande riforma che darà un’aliquota unica a famiglie, imprese, partite Iva al 15%. Abbiamo bisogno di tornare a crescere. Lo Stato deve fare un passo indietro, quando va a prendere parte dei frutti del lavoro dei cittadini. Deve lasciare loro più soldi da impiegare per consumi e investimenti. Entro autunno avremo i primi decreti, sia per quanto riguarda l’aliquota al 15% per tutte le imprese, le ditte individuali, le società di persone, le partite Iva, sia per la pace fiscale. Ho voluto fortemente questo provvedimento per aiutare tutti i piccoli contribuenti in difficoltà economica a chiudere per sempre la loro partita con Equitalia. Inutile spremere un limone secco, aspettando che esca il succo. Inutile inseguire un contribuente che non potrà mai rimborsare la propria cartella per intero, di cui, tra l’altro, il 50% sono sanzioni, interessi, agi, sfruttamenti e parassitame vario. Incassiamo una piccola percentuale e diamo all’imprenditore la possibilità di rimettersi sul mercato del lavoro. Diversamente incasseremmo zero”. Per quanto riguarda le infrastrutture, Siri annuncia: “Andremo in Europa a chiedere di scorporare dal computo Deficit/Pil le spese per infrastrutture in modo da utilizzare i soldi che abbiamo per rispondere a quel volano di sviluppo che vogliamo azionare con l’abbassamento dell’imposizione fiscale. L’italia – prosegue – è la naturale cerniera di collegamento tra i traffici che arrivano da oriente, dalla via della seta, e vanno verso il Nord Europa. Stiamo parlando di 30 milioni di container all’anno che passano dal canale di Suez e snobbano l’Italia, vuol dire rinunciare a 500 miliardi all’anno e 5 milioni di posti di lavoro perché non abbiamo infrastrutture adeguate come porti e ferrovie. Vogliamo fare un grande piano di rilancio e di investimento. Vogliamo essere chiari con i nostri partner europei, perché meritiamo di riavere in Europa occidentale un posto di leadership. Il sindaco – conclude Siri – potrà contare su un governo a Roma. Quando chiamerà, troverà qualcuno che gli risponderà”. Felice Arena, sprizza lampi di gioia  e stringe più volte le mani ai tre sottosegretari arrivati a sostenerlo. A loro anche i ringraziamenti del senatore leghista Umberto Fusco.

 

 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.