Home Cultura Commosso Rossi ai minifacchini di S.Barbara “mettete questa festa nel cuore da piccoli perché diventi ancora più grande”

Commosso Rossi ai minifacchini di S.Barbara “mettete questa festa nel cuore da piccoli perché diventi ancora più grande”

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Capofacchino, capofacchino, capofacchino…” è il coro che si leva dal gioioso serpentone bianco che si snoda all’interno della palestra della chiesa di Santa Barbara all’arrivo di una rappresentativa del Sodalizio dei facchini di Santa Rosa con in testa il presidente Massimo Mecarini e il capofacchino Sandro Rossi di Gloria in Excelsis che quando sente le festose voci dei bambini-facchino di Divae Rosae fatica a trattenere una lacrima di commozione, anche se gli occhi gli diventano lucidi.\r\n\r\nE’ impossibile, infatti, non commuoversi davanti ai facchini di Santa Barbara, pronti al terzo Trasporto, ieri sera, della macchina del loro quartiere con un’allegria, un entusiasmo e soprattutto un coinvolgimento verso l’icona della Santa viterbese che sfocia in canti, gridolini, cori, balletti improvvisati.\r\n\r\nQui Santa Rosa si vive così. C’è una grande partecipazione del quartiere con tanta gente che si riversa per strada e i bambini dimostrano un grande affetto verso la storia e l’immagine di Rosa e tutto ciò che le ruota intorno.  Merito del parroco don Claudio e del presidente del comitato Santa Barara, Diego Terzoli, mentore e capo facchino dei piccoli, a sua volta facchino di Gloria, la macchina più grande, che ha insegnato ai piccolini con la fascia rossa e il fazzoletto bianco che i facchini sono tutti una grande famiglia insieme a quelli del Pilastro, del Centro storico e soprattutto con quelli più grandi, “i più vecchi” che sono un po’ i padri di tutti e che quando arrivano, entrando nella palestra di Santa Barbara, ieri sera, prima del Trasporto riscuotono come saluto una vera ovazione dal piccolo grande esercito.\r\n\r\n“Quello che vi sto imparando a mia volta l’ho appreso da lui – dice Diego Terzoli – e i bambini rispondono intonando un coro con un unico verso e un’unica parola ripetuta di continuo: capofacchino, capofacchino, capofacchino. C’è chi salta mentre lo dice e chi muove il piedino battendolo a terra ritmato simulando la marcia che di lì  a poco andranno a compiere verso la minimacchina che li sta aspettano sul piazzale dall’altra parte del quartiere.\r\n\r\n“Voi siete l’essenza di questa tradizione – dice Sandro Rossi con gli occhi lucidi e la voce che di tanto in tanto si spezza dall’emozione – quando noi ci faremo da parte, ci sarete voi a portarla avanti negli anni. Molti di voi andranno a portare la macchina grande, e noi in questo cammino vi vogliamo essere vicini, ma è importante che fin da ora, che siete piccoli, mettiate questa festa nel cuore così un giorno potrete farne una cosa ancora più grande di quello che stiamo facendo noi”.\r\n\r\n“E’ un Trasporto particolare  – ricorda invece Massimo Mecarini – lo è stato per i mini facchini del Pilastro, lo è stasera per voi, lo sarà il primo settembre per quelli del centro storico e per noi il 3 settembre. Quando portate la macchina abbiate sempre un pensiero ai nostri fratelli che sono rimasti sotto le macerie del terremoto e a quelli che sono sopravvissuti, tenendo al centro di tutto”, chiede Mecarini ai mini facchini che rispondono in coro: “Santa Rosa!!!”

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.