Home Cultura Il capo facchino Rossi svela tutti i dettagli tecnici sul Trasporto 2016

Il capo facchino Rossi svela tutti i dettagli tecnici sul Trasporto 2016

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È tempo di “svelare” tutti i dettagli del Trasporto della macchina di santa Rosa di quest’anno, anche se il presidente del Sodalizio, Massimo Mecarini, e il capo facchino, Sandro Rossi, hanno confessato di tenersi per sé un’ultima sorpresa, che non hanno rivelato nemmeno nella conferenza stampa convocata stamattina a Palazzo dei Priori.\r\n\r\nSarà qualcosa che avverrà sul sagrato del santuario dedicato alla Santa, decisa d’accordo con il costruttore, Vincenzo Fiorillo, e l’ideatore, Raffaele Ascenzi, ma chi vorrà sapere di cosa si tratta dovrà trovarsi lì, all’arrivo della macchina, o vederla attraverso una delle tante dirette disponibili quest’anno.\r\n\r\nSu tutto il resto Mecarini e Rossi non fanno mistero: “Questo Trasporto sarà dedicato a Nadia Benedetti e alle vittime del terremoto”, dice il capo facchino Sandro Rossi, “morti avvenute  in circostanze terribili”.\r\n\r\nLa girata a piazza del Comune sarà invece dedicata ai facchini che non ci sono più: “Mario e Umberto Aspromonte, Vincenzo Romano, Tobia Mordecchi, Tobia Serafini, Palmiro Burla e Guido Ranocchiari”.\r\n\r\n“Tutti facchini, grandi persone e grande cuore”, afferma Rossi.\r\n\r\nQuella di piazza del Comune sarà una girata di tre quarti, “dobbiamo risparmiare le energie per affrontare il tratto aggiuntivo di via Marconi”, spiega Rossi, “fino a piazza del Teatro resterà tutto invariato, dopo il Suffragio dovremo stare attenti a spostarci a sinistra per non toccare i cornicioni. In questo pezzo c’è sempre un po’ di apprensione perché abbiamo quattro, cinque centimetri per parte, ma le guide sono incredibili, riescono a passare in posti inimmaginabili”.\r\n\r\n“A piazza del Teatro ci posizioneremo all’altezza di via Matteotti, in modo che le persone  possano vedere la macchina anche da lì.  Proseguiremo, quindi, per via Marconi.\r\n\r\nInizialmente volevamo arrivare al Sacrario senza fare soste, poiché, però, ci sono delle tribune, quindi persone che hanno comprato il biglietto, in piazza della Repubblica faremo una sosta di tre, quattro minuti. I facchini torneranno sotto la macchina senza chiamata per proseguire fino al Sacrario. Dobbiamo ancora decidere il punto preciso dove fermarci, arriveremo comunque agli Almadiani, altezza via Cairoli, per far vedere la macchina anche da chi si troverà su questa strada.\r\n\r\nAl ritorno verso piazza Verdi, lungo via Marconi, ci aspetta un tratto in salita con una pendenza, non ben percepibile a occhio nudo,  di circa sei metri, come due piani di un palazzo, per intenderci. Quest’anno, a differenza di due anni fa, quando arrivammo a piazza della Repubblica per festeggiare il Riconoscimento Unesco, non ricorreremo ai cordoni umani, ma inseriremo delle corde vere e proprie: due ai lati, come avviene sulla salita verso il sagrato, e due dove sono le stanghette anteriori. Ad ogni corda ci saranno quindici, sedici facchini. In questo modo eviteremo l’andamento oscillatorio che due anni fa avevano avvertito i facchini sotto la macchina con i cordoni umani. Le corde non dovranno essere tirate come nella salita, ma dovranno accompagnare Gloria.\r\n\r\nIn largo Marconi faremo un’altra brevissima sosta per non sforzare troppo i facchini, che da lì a poco dovranno affrontare la salita verso la chiesa di santa Rosa.\r\n\r\nNel tratto Sacrario piazza Verdi invertiremo la formazione: i più piccoli passano avanti i più alti dietro.\r\n\r\nA piazza del Teatro posizioneremo la macchina di nuovo per poi affrontare la salita”, spiega ancora Sandro Rossi.\r\n\r\nAl termine del tratto finale di corsa verso il santuario della Santa, quest’anno il Sodalizio ha preparato un’altra novità.  Il 2016 segna, infatti, trent’anni esatti dal 1986, quando la macchina di santa Rosa s’inginocchiò, proprio durante la salita, e rischiò di cadere travolgendo tutti quelli che erano sotto.\r\n\r\n“Ci mise senz’altro la mano santa Rosa e ci salvò tutti quanti, noi c’eravamo, sono stati momenti terribili”,  commenta Sandro Rossi che  all’epoca, con Massimo Mecarini,  portava la macchina.\r\n\r\nQuest’anno, a trent’anni esatti da quell’evento, lo ricorderemo con un altro “Sollevate e fermi” che avverrà sul sagrato di santa Rosa. Una cosa mai fatta prima se non, appunto, nel 1986, quando la macchina fu posata e poi ripresa, un momento vissuto con spavento.\r\n\r\nNessun’altra volta, però, eccetto quell’episodio tragico, è stato fatto un “Sollevate e fermi” davanti al santuario. Avverrà quest’anno:  dopo l’arrivo i facchini torneranno sotto per rialzare di nuovo la macchina”.\r\n\r\nE sarà anche un gesto simbolico, soprattutto alla luce del terremoto di questi giorni: “Sarà uno stimolo a rialzarsi per chi sta in difficoltà”. Quest’anno ci saranno anche nove, nuovi, facchini. “Non ne avevamo bisogno, lo avevamo detto, poi però abbiamo preso dei nuovi componenti  perché il Sodalizio non deve essere una cosa ferma, ogni anno vogliamo linfa nuova, freschezza e nuove idee”.\r\n\r\n”Ieri sera – prosegue – siamo andati a vedere la partenza dei facchini di Santa Barbara prima del Trasporto e ci hanno accolto con un entusiasmo incontenibile, ci hanno chiamato a gran voce a me e a Massimo, ci siamo sentiti un po’ i babbi di tutti. Quella gioia che scaturiva dai loro cuori, è la stessa che ho visto ieri mattina nella riunione con tutti i facchini, dove persone grandi avevano anche loro le lacrime agli occhi dalla commozione. Chi è nato a Viterbo e chi ha vissuto la sua infanzia qui, hanno tutti un cuore da facchino”.\r\n\r\n \r\n\r\nTiziana Mancinelli\r\n\r\n \r\n\r\n(In foto da sinistra: Massimo Mecarini, Sandro Rossi)\r\n\r\n 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.