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Viterbo capitale della cultura o della tempura?

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“Tutti commettono degli errori ed è per questo che esiste una gomma per ogni matita”.\r\n\r\nQuesto noto proverbio giapponese dovrebbe avere una valenza universale, invece pare che si applichi alla civiltà tutta tranne che alla giunta viterbese dove o è terminata la gomma oppure se la sono persa.\r\n\r\nVi diciamo questo perché mentre aumenta il consumo di sushi e tempura nella terra dell’acquacotta e della susianella, i nostri amministratori più acculturati ci riprovano con il loro instancabile ottimismo a candidare Viterbo a capitale della cultura 2018. Ovviamente non rileviamo alcunché di errato nella scelta di ritentare la fortuna anche quest’anno, ma speravamo tutti che, dopo la figuraccia dell’anno precedente, dove l’equipe di esperti di cui si è avvalso il comune per redigere il progetto si era distinta per essere uscita fuori tema ed aveva suscitato innumerevoli e sacrosante polemiche da parte delle associazioni del comparto culturale che non erano state interpellate in merito, i nostri amministratori avessero carpito il segreto dell’insuccesso e ne avessero fatto tesoro.\r\n\r\nInvece no, così come li avevamo lasciati, li abbiamo ritrovati nonostante i goffi tentativi di camuffare il loro consolidato e ormai rinomato modus operandi. Così il 3 Maggio di fronte ai soliti protagonisti e detentori indiscussi del comparto culturale amministrativo, sono state convocate a Palazzo dei Priori tutte le associazioni di settore, per esporre i loro punti di vista in merito al progetto del comune di candidare Viterbo a capitale della cultura, con l’evidente scopo di dare una parvenza di inclusività cittadina e di evitare le solite fastidiose polemiche che guastano gli umori e gli appetiti dei nostri amministratori.\r\n\r\nNoi siamo certi che questo sia stato un proforma, perché sapendo che il termine ultimo per la presentazione dei progetti è fissato al 31 maggio, non riusciamo a dare altre spiegazioni se non quella di una farsa. Che senso ha chiamare le associazioni a meno di un mese dalla scadenza della presentazione dei progetti per chiedere loro opinioni, pareri o consigli in merito? Noi vorremmo tanto sbagliarci, ma ci sembra un po’ il classico gesto per ripulirsi la coscienza e mettere le mani avanti. Un modo per chetare le eventuali critiche da parte di chi avrebbe voluto dire la sua e avrebbe magari apportato un grosso contributo alla causa.\r\n\r\nNon vorremmo essere sempre noi i guastafeste, ma questo goffo tentativo di inclusione sociale da parte dei nostri amministratori può voler dire solo due cose ossia che il progetto è già pronto nel cassetto oppure che sono in alto mare con esso. Noi ovviamente speriamo di sbagliarci e ci auguriamo il meglio per Viterbo e i viterbesi e a prescindere da come andranno le cose, da promotori primari della consulta della cultura per Viterbo, continueremo a spingere affinché il comune si decida a istituire un reale e consolidato organo culturale costituito da tutti i protagonisti del settore, per creare una proficua sinergia con il territorio e i cittadini, e mettere così la parola fine a questi teatrini insipidi, volti a celare i propri interessi, perché come direbbe A. Camus: “Senza cultura e la relativa libertà che ne deriva, la società, anche se fosse perfetta, sarebbe una giungla. Ecco perché ogni autentica creazione è in realtà un regalo per il futuro”, il futuro dei nostri figli.