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Nuovo assessore al comune di Viterbo: gli incastri della politica

Nuovo assessore al comune di Viterbo: gli incastri della politica

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La politica cerca i suoi incastri sull’ampio scacchiere che si sta formando tra elezioni amministrative in sette comuni della Tuscia, rinnovo del consiglio provinciale, e rimpasto di giunta al comune di Viterbo.

Iniziando da quest’ultimo, per ora resisterebbe la posizione “attendista” di Mario Quintarelli (Pd), probabile, futuro assessore, che dovrebbe andare a sostituire il dimissionario Giacomo Barelli (Viva Viterbo).

Un avvicendamento che il gruppo dei Serra-panunziani vorrebbe veder realizzato solo dopo il rinnovo del consiglio provinciale e l’elezione del nuovo presidente della provincia che dovrebbe avvenire a luglio. Tutto ciò in mancanza di un accordo che, se venisse raggiunto in questi giorni, potrebbe sbloccare la situazione prima. Il voto di Mario Quintarelli, come consigliere comunale, vale oro solo nel caso di dissidio tra le correnti del Pd sulla figura da proporre per la presidenza della provincia, arrivando ad esprimere, in caso di aperto scontro, due candidati.

Lo stesso voto, però, diventerebbe relativamente marginale se le diverse anime del Pd si accordassero nel portare un candidato unico. In questo caso la decisione condivisa  di portare tutti il candidato di una corrente, potrebbe essere bilanciata lasciando all’altra un maggior numero di candidati consiglieri provinciali. Se si raggiungesse questo tipo di accordo, si potrebbe sbloccare anche il rimpasto di giunta in consiglio comunale, con l’assegnazione delle deleghe di Giacomo Barelli all’attuale consigliere Mario Quintarelli, che lascerebbe i banchi del consiglio comunale per sedere su quelli della giunta di Palazzo dei Priori.

A sua volta, però, l’incastro tra comune di Viterbo e Provincia passa anche dalle elezioni amministrative della Tuscia, e dalla variabile Moderati e Riformisti. Alleati con il centrosinistra al comune di Viterbo, a Tarquinia si presentano con un proprio candidato sindaco che contenderà lo scettro di primo cittadino a quello del Pd. Riuscire nell’impresa, potrebbe significare accendere un’incontrollabile mina dentro la coalizione Pd-Mo.Ri che attualmente tiene in piedi il comune di Viterbo e che, dopo l’uscita di Viva Viterbo, non può più perdere nessun pezzo, senza decretare la fine anticipata del mandato elettorale di Leonardo Michelini.

Dalla parte di Moderati e Riformisti, le ipotesi per Palazzo Gentili, ad oggi, sono ancora tutte in piedi: quella di presentare un proprio candidato alla presidenza, quella di sostenerne uno di centrosinistra, ma anche uno di centrodestra, con il quale si stanno già sperimentando “matrimoni” in qualche comune della provincia. Tutto è possibile. Anche l’ipotesi che, per cercare l’incastro giusto, alla fine,  vada in pezzi tutta la scacchiera.

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.