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Uno su tredici ce la fa: Moltoni spacca la maggioranza

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Dove non riescono in tredici: uno ce la fa.\r\n\r\nChicco Moltoni (Gal), condannato dalla Corte dei Conti a risarcire il Comune di Viterbo per la nota vicenda legata al Cev, mette in fibrillazione ormai da tempo la maggioranza del sindaco Michelini che, almeno sulla carta, ha i numeri per considerarsi una corazzata di ferro: diciannove a tredici, questi i rapporti di composizione tra coalizione di governo e minoranza, solo recentemente ingrossata dall’acquisizione di Moltoni, Insogna, Taborri, inizialmente eletti nella maggioranza di Michelini, originariamente formata, quindi, da ventitré consiglieri compreso il sindaco.\r\n\r\nMa Moltoni, da solo, o meglio, la vicenda che lo riguarda, tiene oramai da molti mesi sulla corda il centrosinistra.\r\n\r\nSi è perso il conto di quante sedute siano andate deserte  ogni volta che al primo punto in discussione è apparsa la decadenza di Moltoni, con conseguente paralisi dell’attività amministrativa.\r\n\r\nLa vicenda è ingarbugliata e il rischio che sia il “voto”, sia il “non voto”, possano avere conseguenze poco piacevoli sui consiglieri che l’hanno o meno espresso non è per niente irrealistico.\r\n\r\nManca, del resto, un quadro chiaro dal punto di vista legale su quale debba essere il comportamento univocamente corretto da tenere.\r\n\r\nRisposte precise in merito a tutto ciò non sono arrivate nemmeno dall’organo che dovrebbe garantire il rispetto del quadro giuridico all’interno del Comune, e cioè il segretario generale.\r\n\r\nInevitabile il caos nella seduta di consiglio comunale di oggi, spaccata tra chi avrebbe voluto votare subito, come i consiglieri Scorsi e Bizzarri, richiamando, quest’ultima un preciso dovere in tal senso previsto, a suo dire, dalla stessa normativa, e chi ha sottolineato  l’opportunità di acquisire un parere legale.\r\n\r\nNon è mancato chi ha sollevato il lato polemico della questione. “Questa condanna della Corte dei Conti vuol dire che chi l’ha ricevuta non sa amministrare – ha detto Goffredo Taborri -. Qui si usano due pesi e due misure. Per uno dovremmo votare la decadenza, mentre l’altro lo promuoviamo. Io a questi giochi non ci sto”, commenta il consigliere di Conservatori e Riformisti, tirando implicitamente in causa Maurizio Tofani, da poco nominato assessore dal sindaco Michelini, ma che si trovava, prima di pagare al Comune quanto stabilito dalla sentenza della Corte dei Conti, nella stessa situazione di Francesco Moltoni.\r\n\r\nHa provato a chiarire il quadro il consigliere del Pd, Mario Quintarelli, che senza troppi complimenti si è rivolto a viso duro al dirigente Romolo Rossetti: “io voglio sapere a che cosa andiamo incontro con un procedimento in atto così, quale responsabilità abbiamo noi consiglieri comunali. Lei deve portarci a conoscenza di tutte le problematiche che ci sono. Cosa succede se votiamo o non votiamo”.\r\n\r\nSeccata la reazione del dirigente che ha detto chiaramente di non essere nella posizione di poter dare una risposta al riguardo.\r\n\r\nLa matassa è ingarbugliata e si fa sempre più intricata ogni giorno che passa. La presenza di un’assicurazione non permette di capire se, chi e quando debba pagare quanto dovuto. Se direttamente il consigliere o la compagnia che gli ha offerto la copertura. Poi c’è l’azione popolare presentata dalla Prefettura, come ha comunicato oggi stesso il presidente del consiglio, Marco Ciorba, che è partita con la presentazione di un ricorso depositato al tribunale di Roma lo scorso 16 maggio. Prefettura che da diverso tempo sta chiedendo al consiglio di esprimersi votando sulla decadenza di Moltoni.\r\n\r\nDa ultimo è intervenuto il pignoramento da parte di Equitalia dei gettoni di presenza di Francesco Moltoni. Cartella esattoriale sospesa,poi, dalla sentenza del giudice a cui il consigliere Gal ha fatto ricorso.\r\n\r\nA colorire il rocambolesco quadro già di per sé pittoresco, con un consiglio comunale imbambolato, e nessuno, tra i tecnici amministrativi, in grado di fornire una risposta o quanto meno di procurarsela presso fonti più autorevoli, si registra l’intervento di Giulio Marini (FI): “se ero al posto del sindaco vi prendevo a sediate”, ha detto l’ex primo cittadino rivolto ai consiglieri, calandosi per un momento nell’armatura di primo cavaliere a difesa dell’attuale sindaco Leonardo Michelini, “bisogna andare avanti e votare. Basta con queste pantomime” ha concluso Marini.\r\n\r\nSi passa, quindi, a votare la richiesta del parere legale. Bizzarri e Scorsi dicono no. Dello stesso avviso Filippo Rossi e Maria Rita de Alexandris. Maggioranza in ordine sparso: chi vota sì, chi no e chi se la svigna dalla sala del consiglio.\r\n\r\nPoco prima anche De Dominicis (M5S) aveva tuonato: “è da molto tempo che vi stiamo chiedendo di votare su questa vicenda”.\r\n\r\nAlla fine passa la proposta di chiedere un parere legale. Decadenza congelata, fino alla prossima puntata. La serie continua.\r\n\r\n \r\n\r\nTiziana Mancinelli\r\n\r\n 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.