Home Attualità Dalla “Notte di note” alle “dolenti note”: il degrado del centro storico di Viterbo
Dalla “Notte di note” alle “dolenti note”: il degrado del centro storico di Viterbo

Dalla “Notte di note” alle “dolenti note”: il degrado del centro storico di Viterbo

0
0

Come la fata buona di una favola, “Notte di note”, ha trasformato, sabato 18 giugno 2016, il bistrattato centro storico da Cenerentola a regina della città. (video)\r\n\r\nMa proprio come avviene in una favola, allo scoccare della mezzanotte, eccola tornare tra polvere e spazzatura.\r\n\r\nIl ballo è finito, e la notte sfavillante di musica e magia spegne le luci della festa, per lasciare che si accendano quelle di un nuovo giorno, uno qualunque, di quelli che ti riportano con i piedi per terra, ma senza scarpette di vetro.\r\n\r\nNotte di note va in archivio e iniziano le dolenti note di tutti i giorni.\r\n\r\nSuperato lo striscione a forma di tastiera di pianoforte posto in terra durante la notte bianca all’ingresso di via Saffi, venendo da piazza delle Erbe, inizia a suonare la solita sinfonia: saracinesche abbassate su una fila impressionante di locali, dove prima c’erano attività commerciali. Stesso spettacolo a via dell’Orologio Vecchio e in molte altre vie dentro le mura.\r\n\r\nInutile negarlo: dal centro sono in tanti ad andarsene. Chi resiste sono i negozi che hanno oramai un nome e una clientela consolidata. Chi invece non se ne va è il degrado. Sempre più dilagante, sempre più “sfrontato”, non si nasconde nemmeno in angoli marginali, ma invade piazze e vie principali.\r\n\r\nGrossi sacchi di immondizia si ammassano sotto gli archi di Palazzo degli Alessandri, completando orridamente la coreografia di una delle piazze più belle e fotografate della città: piazza San Pellegrino, la stessa dove, negli anni Ottanta, una squadra di giovani ragazze imperversava con secchi e stracci cantando “pulito e igiene” per lo spot di un noto detersivo lava pavimenti. Mai come ora sarebbe più provvidenziale un loro ritorno: escrementi di piccione vecchi di un secolo formano un maleodorante tappeto, proprio lungo quello che è un itinerario fisso dei numerosi turisti che vengono a Viterbo. Sempre qui la scalinata che introduce in una vecchia cantina abbandonata, sotto il livello della piazza, si è trasformata in un enorme bidone della spazzatura raccogliendo rifiuti di ogni genere.\r\n\r\nInsomma, lodevole e ben riuscito l’impegno e lo spirito di iniziativa dei commercianti di organizzarsi per dare il loro contributo a rianimare quello che oramai sembra proprio un malato terminale, ma pensare che tutto ciò possa bastare ad arginare, se non addirittura a invertire, la tendenza centrifuga che ha dirottato la vita economica e cittadina fuori le mura, è pura utopia.\r\n\r\nIl Comune deve trovare la chiave giusta con cui ripensare il centro storico. Capire la fisionomia che gli si vuole attribuire, e in tal senso va rilevata la bontà della scelta di avviare un master plan che identifichi attraverso un processo partecipato con le varie categorie sociali ed economiche una visione di lungo termine, alla quale rapportare la futura progettazione di questo spazio.\r\n\r\nNel frattempo, però, rimuovere sporcizia e degrado, come, anche, eliminare i “rampicanti” di gomma ( galleria) che infestano le facciate storiche, arrivando addirittura a compiere avventurosi salti nel vuoto per allacciarsi in aria ad altri cavi elettrici provenienti da altri edifici, ricreando l’habitat naturale di Spider man, non sarà di certo tempo sprecato, quale che siano le risultanze del master plan.\r\n\r\nTiziana Mancinelli

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.