Home Politica Alta velocità, 18 miliardi: la Regione punta sulla Ciociaria. Marini: «Penalizzato bacino di centrodestra».
Alta velocità, 18 miliardi: la Regione punta sulla Ciociaria. Marini: «Penalizzato bacino di centrodestra».

Alta velocità, 18 miliardi: la Regione punta sulla Ciociaria. Marini: «Penalizzato bacino di centrodestra».

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Viterbo – In attesa di conoscere nel dettaglio il documento, quello che è emerso ieri dalla presentazione del piano di sviluppo infrastrutturale di Ferrovie dello Stato nel Lazio, nell’ambito della conferenza stampa che ha visto la firma del protocollo con la regione Lazio per una fermata dell’Alta velocità a Frosinone (stazione di Fermentino ndr), è un futuro in cui la provincia viterbese non è stata candidata nemmeno al ruolo di comparsa. Una presentazione in cui si è sentito parlare della Tuscia solo per il raddoppio della linea ferroviaria fino a Bracciano. Lì si fermerebbe il piano di Ferrovie dello stato, in base a quanto annunciato ieri. Viterbo è ancora molto lontana. L’Alta velocità in Ciociaria, piuttosto che nella Tuscia, che ieri ha irritato e deluso parecchi viterbesi, è solo la bandiera di un grande sviluppo infrastrutturale del territorio laziale, in cui Viterbo sembra, almeno per ora, restare fuori. Così, pare, se dalle pieghe del documento non uscirà fuori qualcos’altro di diverso, e di ulteriore, da quel raddoppio annunciato che oramai è questione antica. A restare fuori è la Città dei Papi con ciò che rappresenta, cioè l’area nord del Lazio, che, a quanto pare,  è poco contemplata. Dunque l’Alta velocità a Frosinone è solo il vessillo di una noncuranza verso lo sviluppo infrastrutturale della Tuscia oramai evidente. E, se come detto ieri dalla ministra De Micheli, i trasporti avranno un ruolo fondamentale nella strategia di sviluppo economico regionale, un territorio che per i collegamenti continua a rimanere fuori dai grandi piani regionali, e versa ancora nel Medioevo, come quello viterbese, ha di che preoccuparsi. Mentre Ferrovie dello Stato, ieri, in conferenza stampa, elencava i milioni destinati alla rigenerazione urbana, alla ricucitura dei territori interessati dal piano di investimenti,  il pensiero corre a quei binari invadenti che continuano ad attraversare la città di Viterbo nel punto maggiormente congestionato, in pieno centro cittadino, tagliandolo quel tessuto urbano, che altrove viene ricucito e messo a sistema, con evidenti elementi di pericolosità per la cittadinanza, e oramai completamene fuori luogo e fuori tempo in una città che nei decenni ha avuto il suo sviluppo urbanistico secondo altre logiche.  Insomma l’Alta velocità non è l’unico elemento, seppur importante, su cui focalizzarsi. E se oggi appare esplicito  il motivo della scelta di Frosinone per l’Alta Velocità, apertamente dichiarato dal Movimento Cinque Stelle Lazio nel compiacersi della mozione presentata e accolta in Regione Lazio per spingere in questa direzione, la domanda che resta aperta sul tappeto è: «Cosa arriverà a Viterbo di quei 18 miliardi di investimenti sul Lazio annunciati dall’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato?» In un’intervista a Tusciaweb, il sindaco di Orte, Giuliani dichiara: «Qui a Orte non c’è bisogno di costruire una stazione completamente nuova, serve soltanto la volontà politica di far fermare il treno». A Ferentino, quindi, si dovrà partire da zero, mentre a Orte era sufficiente solo far fermare un treno. Ma sulla questione ha messo il cappello la politica.  E non la politica di questo territorio. In una questione in cui, forse, l’elenco dei costi da sostenere per avere l’Alta velocità poteva portare l’ago della bilancia verso il nord della Tuscia?  «Quello di Viterbo-Frosinone è il solito derby», dice Giulio Marini che ha già giocato la dura partita del terzo scalo nel Lazio, per il quale la Tuscia pareva avere tutte le carte in regola. «L’amministrazione regionale di centrosinistra ha fatto una scelta “politica” – dice – che oggi emerge evidente dalla dichiarazione dei Cinque Stelle Lazio circa l’accoglimento della mozione presentata in consiglio regionale e sostenuta dal Pd di puntare sullo sviluppo della Ciociaria.  Orte e la provincia viterbese avevano i loro punti di forza per poter giocare la partita  con concrete possibilità di una vittoria – dice Marini -. Portare l’Alta velocità nella Tuscia avrebbe significato sviluppare il bacino nord del Lazio, intorno a Orte ruota oltre a Viterbo, Rieti, Terni e Perugia, che non sono realtà inferiori, dal punto di vista economico, industriale, produttivo all’area sud del Lazio. Ma l’ultima parola l’ha avuta la politica regionale di Pd e Cinque Stelle. Viterbo e l’Umbria sono territori in mano al centrodestra – dice ancora Marini -. Restiamo, comunque, fiduciosi, i piani si possono pure cambiare. Cerchiamo anche di sapere se in quella pioggia di miliardi di Ferrovie dello Stato cosa arriverà alla Tuscia», conclude l’ex sindaco. Per quanto riguarda l’annuncio del raddoppio ferroviario fino a Bracciano taglia corto: «Non mi sembra granché, se ne parlava già quando ero sindaco  di Viterbo (2008 -2013 ndr)».

 

Tiziana Mancinelli

mancinellitiziana@gmail.com

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Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.