Home Attualità Cene in piazza del Sodalizio: ai fornelli le pro loco delle sagre della Tuscia. Il capofacchino Rossi “sogna” 20 giorni di cene in piazza.
Cene in piazza del Sodalizio: ai fornelli le pro loco delle sagre della Tuscia. Il capofacchino Rossi “sogna” 20 giorni di cene in piazza.

Cene in piazza del Sodalizio: ai fornelli le pro loco delle sagre della Tuscia. Il capofacchino Rossi “sogna” 20 giorni di cene in piazza.

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Si rescinde un legame, e lì, su quel taglio, ne nascono numerosi altri.

Da quest’anno non saranno più le donne della cucina del club Amici di Pianoscarano “Giulio Selvaggini” a darsi da fare dietro i fornelli delle cene in piazza dei facchini dal 22 al 25 agosto. Ma sui “cocci” di una realtà che sembra avviata ad andare in archivio, si inaugura un altro percorso che potrebbe avere già dal prossimo anno importanti sviluppi.

Questa edizione delle cene in piazza si apre, quindi, all’insegna del cambiamento. Ne parlano il presidente del Sodalizio dei Facchini, Massimo Mecarini, il capofacchino, Sandro Rossi, e i protagonisti di questa nuova “era”, intervenuti alla conferenza stampa di questa mattina presso la ex chiesa della Pace. Sono i comitati e le pro loco dei Comuni della provincia, autori delle numerose, e spesso popolarissime, sagre di paese, eventi culinari capaci di ricostruire intorno a un piatto tipico la storia, le abitudini, le caratteristiche di un territorio. Saranno loro a occuparsi del menu che sarà servito quest’anno sui lunghi tavoli in legno a piazza San Lorenzo, portando ciascuno uno dei tanti sapori della Tuscia, terra da gustare in tutte le salse. Un’idea che promette di accogliere nel grande abbraccio della tradizione di santa Rosa, l’intera comunità della provincia, che in questo modo diventa effettiva partecipe di un evento il cui collante ha da sempre travalicato i confini della città capoluogo.

Ecco allora che il menu di santa Rosa per le cene in piazza si arricchisce dei sapori del celebre cavatello di Vitorchiano, del gustoso coregone di Capodimonte, ma anche della coda alla vaccinara di Monte Romano, e i fagioli con le cotiche di Castiglione in Teverina. Comuni, tutti, che intorno al loro piatto tipico hanno sviluppato negli anni grande maestria e passione in un binomio che unisce tradizione e territorio  e che sarà rappresentato, nella sua molteplice varietà, alle cene in piazza.

Il capo facchino, Sandro Rossi, rinnova  da parte di tutto il Sodalizio la stima e l’affetto verso le laboriose signore  che hanno cucinato finora i piatti delle cene in piazza, confermando che per loro la porta resterà sempre aperta, se vorranno tornare. Ma, intanto,  il Sodalizio si prepara a mettere in tavola  una fetta importante dei “mille gusti della Tuscia”.

Ogni sera ci sarà un comitato della provincia che preparerà delle specialità – dice Mecarini – appena abbiamo lanciato l’idea, hanno risposto in tantissimi”. Troppi per sole quattro sere, ma quelli che ci vogliono affinché Sandro Rossi possa iniziare ad accarezzare il suo sogno: “Prolungare le cene in piazza per ben 20 giorni –confessa – con la partecipazione di tutti i Comuni della provincia”. Un’idea che piace anche a Massimo Mecarini: “In questo modo chi non è mai andato a queste sagre, potrà scoprire i piatti della Tuscia durante le cene in piazza”, dice. Una proposta che apre subito un fronte di disponibilità  nei Comuni del viterbese, felici di esporre le proprie tradizioni gastronomiche nella grande, importante, vetrina di santa Rosa. “Abbiamo accettato con il cuore – dice Nicola Paoli della pro loco di Monte Romano –  sentiamo santa Rosa anche come nostra patrona. Quello che succede a Viterbo, appartiene anche alla provincia. È un vanto per noi”. Il sindaco di Vitorchiano, invece, ricorda il profondo legame con la Santa: “Durante il suo esilio si recò nel nostro paese – dice Ruggiero Grassotti – anche qui fece dei miracoli”. E certamente un prodigio di cucina è il famoso cavatello: “Ha ottenuto il certificato nazionale come piatto enogastronomico tradizionale”, informa orgogliosamente il sindaco.  Non da meno è il coregone di Capodimonte. Ne parla Francesco Micarelli, vice presidente del comitato Franco Grossi. “La nostra sagra nasce nel 1991 con fini solidaristici – dice –  Anche oggi, prima della festa, serviamo piatti a bambini e anziani”. Intorno alla sagra del coregone lavorano ben 50 volontari, “tutti giovanissimi– dice Micarelli – e nessuno riceve una retribuzione”.

Un’altra novità di questa edizione sarà una torta monumentale di 250 chili realizzata da 17 imprese di panificatori e pasticceri della Cna di Viterbo e Civitavecchia, con 25 artigiani al lavoro. La torta, un omaggio a santa Rosa, sarà presentata e servita la sera del 24 agosto. Di forma ottagonale, l’opera è alta circa 3,5 metri e ha una base quadrata di 2,5 metri. Presenta richiami al palazzo dei papi e alla fontana del Sepale di piazza Fontana Grande. Riporta anche lo stemma del Sodalizio. In alto la figura di santa Rosa, posta in cima a una scalinata ornata da 18 gradini, su ognuno dei quali si trova una torta. La Santa e lo stemma dei facchini sono decorati con pasta di zucchero. L’imprese che hanno dato vita all’opera sono le pasticcerie: Alba Dolciaria, Primavera, le Delizie dei Borbone, Nunziangeli, Garbibaldi, Camilli, L’Etoile di Alice, dolciaria Rinaldone, Lombardelli, il Vecchio Forno del Bottalone, l’Arte del Pane di Claudio e Sabrina, il vapoforno Costantini, i panifici Parea, Anselmi, Artigian Pan 86, f.lli Oddo, Isanti Corchiano. L’iniziativa è stata presentata stamattina in conferenza stampa da Orlando Cavalloro, consigliere Cna, associzione imprese di panificatori e pasticceri che ha ringraziato la ditta “Mancinelli per aver fornito gratuitamente le materie prime”.

Presente alla conferenza stampa anche Rodolfo Valentino, l’ideatore di Lux Rosae, al quale, dopo la fiaccola, si è accesa un’altra brillante lampadina: “Centesimiamo”, un’iniziativa studiata per la raccolta fondi, ricordando il miracolo di santa Rosa del risanamento della brocca. Sarà proprio questo recipiente, tanto significativo nella storia della patrona viterbese, ad essere utilizzato durante i giorni e gli eventi nel calendario del trasporto per raccogliere le offerte delle più piccole monete che ogni tanto restano nei borsellini, i centesimi, da destinare ai bambini delle case famiglia. La brocca, una vera e propria zafferà medioevale,  è stata ideata da Raffaele Ascenzi e realizzata da “Artistica”, il laboratorio di ceramica di San Pellegrino. E se pure l’iniziativa si chiama “Centesimiamo, sarà “permesso” lasciare nel contenitore della solidarietà anche monete più grandi e banconote. Lo sottolinea Luigi Mechelli, presidente Avis di Viterbo, storico partner delle cene in piazza. “I centesimi sono quei soldi di cui a volte ci liberiamo, addirittura in futuro saranno eliminati”, dice Mechelli, quindi perché non lasciarli nella “brocca” di santa Rosa per far sorridere alcuni bambini. A “condire” il programma delle cene in piazza quest’anno, come di consueto, ci saranno esibizioni musicali: il 22 agosto con Habanero, cover band; mercoledì 23  i SuperUp, giovedì 24  gli  Extratime, venerdì 25 agosto Prima Officina dello spettacolo, teatro di  performance d’arte Carosoni cover band.

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Menu cene in piazza

22 AGOSTO – in collaborazione con gli amici della Pro Loco di Monteromano

Trippa al sugo, coda alla vaccinara

 

23 AGOSTO –  in collaborazione con gli amici della Pro Loco di Castiglione in Teverina

Fagioli con le cotiche, bocconcini di manzo al tartufo

 

24 AGOSTO  – in collaborazione con gli amici dell’associazione Pro Loco di Vitorchiano

Cavatello, spezzatino di cinghiale

 

25 AGOSTO –  in collaborazione con gli amici della sagra del coregone, ass. pro. soc. Grossi di Capodimonte

Filetto di coregone marinato, orecchiette al coregono, coregone alla griglia

 

 

 

 

 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.