Home Economia e Finanza Confartigianato Viterbo, Stefano Signori: «Digitalizzazione 4.0, guidare senza patente»

Confartigianato Viterbo, Stefano Signori: «Digitalizzazione 4.0, guidare senza patente»

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Riceviamo e pubblichiamo dal Presidente di Confartigianato Imprese Viterbo, Stefano Signori – Artigiano,  lavoro artigianale  significa rifiutare il ” meno peggio”, il ” quasi giusto “, a favore invece di un lavoro fatto con precisione e dedizione.
Questi concetti, troppo spesso sacrificati in nome della globalizzazione e della modernizzazione, non sono per nostro conto concetti di nessuna trattativa.
Per noi il lavoro artigiano è tendere alla perfezione, al bello, a dispetto dei lavori industriali ed in serie, significa il pezzo unico, il pezzo personalizzato, il capolavoro dell’arte, il prodotto di nicchia.

Il mondo intero continua a riconoscerci come campioni di qualità. Se il Made in Italy non è una leggenda, non è un prodotto di borsa delle  maggiori piazze mondiali, se riconosciamo che questo mito non può e non deve essere svenduto con una compravendita di un’industria o un delocalizzazione di un’altra , allora se lo si riconosce come una condizione concreta, allora saremo vincenti in modo reale e produttivo sui mercati internazionali.

Da oltre 10 anni sosteniamo questa posizione rispetto a chi non ci ha ascoltati per anni, forse catturato  da canti di sirene con ricette troppo e solo Europeiste.
Questa era la ricetta per la ripresa Italiana, prima durante e dopo la crisi .

Le piccole imprese, invece, l’artigianato, l’impresa diffusa, sono stati colpiti dalle politiche a misura della grande e grandissima impresa, quando   se andassimo a vedere le rappresentanze imprenditoriali  paese Italia , il 99% delle imprese siamo noi PMI .
Al contrario , invece , il sistema politico, non smette ancora e scoraggia imprenditori che creano lavoro. La troppa burocrazia, i controlli inutili di cui solo chi trova i mezzi per eluderli se ne avvantaggia. Sappiamo, e ribadito più volte, che i regolamenti e le leggi appesantiscono, e finiscono di penalizzare anche gli imprenditori più onesti. La rivoluzione mondiale della digitalizzazione all’economia e alla società per ricaduta, connette i mercati e fa fare un balzo in avanti a tutti. Questo programma è stato chiamato ” Industria 4.0 ” non sono i nomi a dare forma alle cose, almeno non questa volta.
Sappiamo però, e non solo noi, che gli obbiettivi di sviluppo, che il piano Calende persegue, saranno raggiunti solo a condizione che  mantenga ed allarghi la sua inclusività a tutte le imprese, e quindi a quelle piccole,  micro e artigiane, altrimenti ci troveremo ancora una volta ad essere guidati  per un Gran Prermio da uno “senza patente”.

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.