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In consiglio comunale ritorna Prato Giardino

In consiglio comunale ritorna Prato Giardino

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Quali interventi per Prato Giardino, ma soprattutto quale ruolo si vuole riconoscere a quello che è stato, e continua a essere, il principale parco cittadino, non solo per l’ubicazione sicuramente centralissima, una grande oasi verde nel bel mezzo della zona forse più congestionata dal traffico cittadino, ma anche per il considerevole bagaglio di storia che si porta dietro. Se ne discute oggi, giovedì 16 giugno 2016, in un consiglio comunale straordinario appositamente convocato alle 15,30 per esaminare la “situazione di degrado strutturale in cui versa la villa comunale”.Dai banchi dell’opposizione sarebbe pronta una mozione con cui chiedere di destinare ulteriori 70 mila euro, oltre ai 30 mila già esistenti, alla manutenzione del parco comunale. Una richiesta che potrebbe incontrare una controproposta più “strutturata” da parte della maggioranza comunale che, pare, vorrebbe definire su Prato Giardino un progetto organico. Che il parco sia più volte finito al centro dei dibattiti pubblici e istituzionali non è una novità, lo sarebbe, invece, se il fiume di parole sfociasse finalmente in azioni concrete su quest’area, fosse anche solo quella di garantire una manutenzione continuativa e adeguata all’ampiezza della struttura, sottraendola definitivamente al degrado e all’abbandono in cui versa da tempo incalcolabile. Se si “dichiara” che Prato Giardino è un’area di grande importanza per la città, destinargli “solo” 30 mila euro in bilancio potrebbe non rispecchiare questo grado di priorità.  Se un’amministrazione considera un tema “rilevante” , traduce questo suo interesse o indirizzo in stanziamenti di importi adeguati per la sua piena realizzazione, e per l’importanza che gli si attribuisce. Altrimenti i conti non tornano, e si rischia di diffondere solo semplici slogan propagandistici. Quello di Prato Giardino è un verde storico e per questo da tutelare e valorizzare con un particolare riguardo, poiché esso è uno di quei tasselli che contribuiscono a definire il profilo somatico della città, ulteriormente stravolto oltre che dal degrado, dall’apposizione delle targhe dedicate a Lucio Battisti delle quali, a distanza di anni, non si percepisce ancora la logica. Originariamente Prato Giardino era semplicemente un prato della Dogana del Patrimonio. Fu il cardinale Egidio Albornoz a scrivere la prima pagina della sua storia quando, fatta costruire la Rocca di Viterbo nel 1354, lo destinò in parte a giardino dei castellani papali e alle esercitazioni militari. Da una pergamena risulta che il termine “Giardino” fu utilizzato fin dal XIV secolo, da qui il nome “Prato Giardino”. In passato aveva al centro una fontana, durata fino al secolo XVII. Prato Giardino era collegato alla Rocca e aveva due cunicoli sotterranei che la mettevano in comunicazione con l’esterno, utilizzati anche in tempo di guerra. L’area era molto più estesa di ora. Ebbe diversi proprietari: nel 1451 appartenne alla famiglia Monaldeschi, nel 1459 alla famiglia Gatti, poi ai Baglioni, fino ad arrivare alla famiglia Chigi, l’ultima a detenerne la proprietà privata. In seguito il prato, aperto da tutti i lati e vicinissimo alla città, divenne quasi naturalmente ad uso pubblico, sempre più utilizzato dai cittadini nel tempo libero e per le passeggiate. Esso fu anche destinato alla caccia, alle rassegne militari, alle processioni penitenziali. Nel 1695 il popolo vi trovò rifugio dal terremoto e vi rimase accampato per diversi giorni. Lo stesso avvenne nel 1703. Dal 1571 al 1612 si ha notizia dell’avvenimento di esecuzioni capitali: a Prato Giardino furono impiccati 25 uomini di cui si conoscono nomi e date di esecuzione. Oggi il parco non è solo ricco di vegetazione, ma anche di monumenti che ne scandiscono la storia.

Tiziana Mancinelli

info@quintaepoca.it

 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.