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Micci e Troili: i consigli di frazione fermi al palo

Micci e Troili: i consigli di frazione fermi al palo

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Consigli di frazione: nati e spariti. Finiti in quel limbo senza ritorno identificabile, all’interno dell’amministrazione pubblica, in un terreno, vastissimo, dove “vegetano” tutti quegli enti, organismi e realtà che esistono,  ma non riescono ad operare per la realizzazione dello scopo per cui sono nate.\r\n\r\nÈ quello che è successo ai consigli di frazione.\r\n\r\nDeliberati nell’era del mandato Marini per raccogliere l’anelito di rappresentatività delle ex circoscrizioni, ancor prima ex comuni, di San Martino, Bagnaia, Grotte Santo Stefano, Roccalvelce e Sant’Angelo, per poi costituirsi materialmente all’insediamento dell’amministrazione Michelini, sarebbero, attualmente, degli organi senza nessuna operatività.\r\n\r\nInsomma l’idea e la volontà di dare a questi territori periferici un organismo che li rappresentasse presso il consiglio comunale, una sorta di amplificatore delle loro necessità e delle loro proposte, seppur valida, nei fatti è rimasta proprio questo: una semplice idea. Un bel pensiero verso queste aree cittadine realizzato solo in parte con l’istituzione dei consigli di frazione rimasti, però, senza una funzionalità concreta, senza la quale  non possono essere di alcuna  utilità.\r\n\r\nLo sostengono, da due diversi fronti, quello della maggioranza e quello dell’opposizione, rispettivamente Arduino Troili ed Elpidio Micci che, su questo punto, si sono ritrovati sulla stessa linea.\r\n\r\n“Nella precedente amministrazione”, dice Troili, “sono stati istituiti questi consigli di frazione, ma essi non hanno nessun potere. Tutto è rimasto sulla carta, anche se il consiglio di Bagnaia ha cercato di fare qualcosa. So che hanno presentato anche un programma che, però, è caduto nel vuoto senza avere nessun riscontro presso l’amministrazione comunale. Inizialmente il consiglio di frazione non aveva nemmeno i locali. Senza nessun potere questi organi sono totalmente inutili”.\r\n\r\nI consigli di frazione nominati, e non eletti, nel 2013, sarebbero dovuti restare in carica un anno, che sarebbe stato anche un periodo di prova, i cui termini sono chiaramente scaduti senza che se ne sia più saputo nulla.\r\n\r\n“Abbiamo richiesto la convocazione di un consiglio comunale come minoranza per poterne discutere”, dice Elpidio Micci al riguardo, “dovevano essere indette le elezioni, ho chiesto lumi anche al segretario generale”, commenta il consigliere di Grotte Santo Stefano. Qui il presidente del consiglio di frazione, Claudio Mecozzi, subentrato di recente in consiglio comunale a Maurizio Tofani dopo la sua nomina ad assessore, avrebbe anche presentato una relazione sull’attività svolta.\r\n\r\nMa è chiaro che “i lumi” sui consigli di frazione si sono spenti. Il riflettore che su di essi aveva acceso la richiesta nata nei territori periferici di una maggiore attenzione da parte del consiglio comunale, si è evidentemente girato  altrove, non appena è smontata la  polemica,  lasciando che, anche in questo caso, come spesso avviene nella pubblica amministrazione, il dispendio di energie e risorse per istituire i consigli di frazione, si disperdesse nel nulla senza trovare un ritorno di utilità con il raggiungimento della piena funzionalità di tali organi.\r\n\r\n \r\n\r\nTiziana Mancinelli\r\n\r\n \r\n\r\n 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.