Home Nazionale Renzi chiede il Mes e sfida Conte: «Vada in aula, se non ha i numeri altro governo».
Renzi chiede il Mes e sfida Conte: «Vada in aula, se non ha i numeri altro governo».

Renzi chiede il Mes e sfida Conte: «Vada in aula, se non ha i numeri altro governo».

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Nazionale, 8 gennaio 2021 – Gira in tondo su molte domande, ma su un punto è chiaro: Matteo Renzi stamattina tornerà a chiedere il Mes a Conte. Dunque, dopo l’annuncio del presidente del consiglio di avere modificato il Recovery plan, recependo, probabilmente, le indicazioni, tutte o in parte, di Italia Viva, il leader di quest’ultima alza ancora il tiro su un punto che per Conte, almeno per ora, è impraticabile. È nota l’avversione dei Cinque Stelle verso il Mes. Ma sul punto Renzi non sembra totalmente irremovibile: «Domani presentiamo un documento: Mes sì o no? Perché bisogna dire no al Mes? C’è un motivo? Ce lo metteranno nero su bianco. Se uno mi dice di no, perché la sanità non ha bisogno di quei soldi, chiamo il 118 e lo faccio ricoverare. Ma posso rispettare questa posizione. Non mi può dire, però, che non prende  il Mes perché i Cinque Stelle non lo vogliono». Intanto oggi è fissata una riunione, durante la quale gli esponenti di Italia Viva vedranno se sono state accolte le loro proposte nella nuova formula del Recovery plan che in questi giorni ha sollevato anche le perplessità di Bruxelles. Come spiega lo stesso Renzi, quella offerta dal piano è un’occasione unica per il rilancio del Paese, ma che si potrebbe tramutare in un boomerang per gli italiani, se i soldi del Recovery non saranno impiegati per il rilancio dell’economia, creando inutilmente debito che poi dovrà essere rimborsato. «È l’ultima occasione per spendere i soldi europei – dice Matteo Renzi intervistato da Tg2 Post – Non lo abbiamo potuto fare per 30 anni e non potremo farlo per i prossimi 25, 30. Non avremo questa possibilità a causa della drammatica crisi pandemica. Siccome è una finestra che si apre e poi si chiude, per tutti questi anni, spendiamoli bene. Discutiamone tutti, anche con le forze di minoranza, i sindaci, i sindacati. E, invece, il Recovery Plan stava per essere approvato quasi di nascosto in  consiglio dei ministri un mese fa». Ma Renzi continuerà a garantire l’appoggio a Giuseppe Conte? Antico Forno PianoscaranoLa domanda da un milione di dollari, a cui tutti cercano di avere una risposta che, però, non arriva mai. Ovviamente l’ex sindaco di Firenze non risponde con un sì o con un no, ma con un laconico «Dobbiamo vedere le carte». Ammette   che il presidente del consiglio in queste ore starebbe cercando i numeri in Senato tra i cosiddetti responsabili. Un salvagente che Conte dovrà necessariamente utilizzare, se Renzi gli toglierà il sostegno. Ai microfoni del Tg2 emerge chiaro il tono della sfida. La determinazione sul Mes, esplicitamente osteggiato dai Cinque Stelle, è un modo per mettere al muro Conte, o, quanto meno, per dimostrare di poterlo fare. Il tono di sfida di Renzi è tanto più chiaro, quando alla richiesta del Mes si unisce l’invito ad andare in Senato a fare la conta. Una sfida alla prova del fuoco, che, se persa, rappresenterebbe la fine politica di Giuseppe Conte. «Se, come sembra, il presidente del consiglio vuole andare in aula a fare la conta dei responsabili, e sfidare così una forza politica della sua maggioranza, come ha detto nella conferenza stampa di fine anno, vada – dice Renzi -. È suo diritto. È suo dovere. Se ha i numeri, è democrazia, lo rispetto. Se non li ha c’è un altro governo. Se non sono d’accordo con le nostre proposte andiamo all’opposizione. Se le nostre idee proprio ti fanno schifo, amici come prima, ma non dica che i responsabili siamo noi. Siamo gli unici che rinunciano ai posti  e portano idee. Se non avessmo fatto così, avrebbero approvato il Recovery plan senza nemmeno averlo studiato». Sui progetti proposti, Renzi parla chiaro: «Se sblocchiamo i cantieri, l’indotto sull’occupazione è superiore, di quello che avremmo se facciamo il reddito di cittadinanza. Con quest’ultimo prima o poi i soldi finiscono. Se i soldi li metti sui sussidi, il Recovery Plan è un fallimento e i nostri figli pagheranno il debito pe le prossime generazioni. Se li metti in infrastrutture, investimenti e rilancio del territorio allora tra un anno si riparte davvero. Stiamo decidendo come mettere i vostri soldi per i prossimi 30 anni – dice Renzi agli italiani dal  piccolo schermo –  Io non sarò mai complice dello sperpero di denaro pubblico. Piuttosto ci dimettiamo dal governo, e andiamo all’opposizione. Se vogliono buttare via questi soldi, lo facciano senza di noi. Se, invece, vogliono investire su Mes, vaccini, scuola, futuro, occupazione per i giovani, ci siamo. Stiamo decidendo come spendere il denaro dei nostri figli nei prossimi anni. Non vogliamo navigator, sussidi, assistenzialismo, vogliamo soldi per creare posti di lavoro e far ripartire l’economia. Abbiamo chiuso le scuole, riempiamo i giovani di debiti, almeno vogliamo dare loro qualcosa sull’occupazione? La palla è nel campo del presidente del consiglio. Ha detto ‘andremo in Senato e sfideremo Italia Viva‘. Bene. Noi siamo diversi dagli altri, tutti cercano una poltroncina o uno sgabello. Se le nostre idee servono, ci siamo.  Ora vediamo i documenti. Questo Paese o spende bene questi soldi o è morto. Abbiamo fatto una proposta due giorni fa, non ci ha risposto nessuno». Tra le proposte di Italia Viva anche quella di «utilizzare le 470 mila dosi di vaccino che arriveranno la prossima settimana per le insegnanti delle scuole superiori». E qui lancia un altro dardo infuocato contro il governo: «Non servono banchi a rotelle – dice Renzi – Abbiamo speso 416 milioni di euro per questo. Servono vaccini per gli insegnanti e tamponi rapidi agli studenti. Se continuiamo, così, perdono un anno di scuola rispetto ai tedeschi. Io vorrei discutere. È politica. Oggi va di moda la politica del Grande Fratello è tutto un apparire, un sembrare – dice Renzi scagliando una freccia avvelenata contro il portavoce del presidente del consiglio, Rocco Casalino, verso il quale ironizza citando anche fantomatiche «geolocalizzazioni». Alla domanda quanto tempo darà ancora a Conte per decidere, Renzi replica: «Non sono uno yogurt. Si sbrighino a portare il Recovery plan», dice prima di declinare l’invito a parlare della vicenda dei servizi segreti: «Sono sconvolto da questa vicenda. Gli agenti segreti rischiano la vita per difenderci. Fanno cose non convenzionali. Da qualche mese sono oggetto di una polemica politica assurda, perché Conte non vuole cedere una delega, come hanno fatto tutti quelli prima di lui:  Berlusconi, Monti, Letta, Prodi. Penso stia sbagliando, non mi voglio  nemmeno domandare il perché. Per rispetto degli uomini e delle donne dei servizi segreti non ne parlo» conclude.

 

 

Redazione Viterbo Direttore responsabile Quinta Epoca. Economista, giornalista e scrittrice.